Si è tenuta sabato mattina la conferenza stampa a cura del Comitato/Associazione “Salute e Vita” ed altri relatori. Il primo argomento affrontato è stato il comportamento omissivo e l’assenza di risposte da parte dell’ASL di Salerno. Così, con l’appoggio fondamentale di “Medicina Democratica”, ancora una volta proveremo noi a fare proposte e a dare risposte, stavolta grazie anche alla disponibilità del professore Antonio Marfella, oncologo dell’Istituto Pascale di Napoli, a tutti i cittadini che chiedono aiuto ed in generale alla popolazione coinvolta dai danni provocati dalle Fonderie Pisano, che anche in questi giorni non hanno smesso di avvelenare l’aria che respiriamo.
Come spiegato dal dottor Paolo Fierro, vice presidente nazionale di “Medicina Democratica”, tutta la vicenda delle Fonderie Pisano ha dato vita, tra le tante questioni legali ed ambientali, ad uno studio di biomonitoraggio sugli abitanti della Valle dell’Irno, lo Studio SPES appunto, prodotto dall’Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno di Portici, dall’Istituto Pascale, dall’Università Federico II e dalla Regione Campania, che ha segnalato, come dato generale, un eccesso di metalli pesanti nel sangue dei 400 volontari della Valle dell’Irno. Un elemento che potrebbe dare dei risvolti clinici gravi anche a distanza. Questi soggetti, giustamente allarmati, avevano chiesto la sorveglianza, l’esame clinico, la consulenza tossicologica o magari una valutazione generica, eppure, secondo l’ASL di Salerno, sicuramente al corrente dello studio in questione, poiché i prelievi erano stati effettuati su soggetti asintomatici ed in buona salute, non si ravvedeva la necessità di intraprendere alcuna indagine supplementare o sorveglianza sanitaria. Riteniamo questo atteggiamento del tutto irresponsabile in presenza di un disastro ambientale dimostrato da numerosi dati ed avvertiamo i responsabili che, ove si rilevassero casi di rischi per la salute o insorgenza di patologia correlabile ai metalli pesanti nei soggetti esposti, ricorreremo per vie legali per colpevole ritardo delle necessarie pratiche di prevenzione e diagnosi precoce.
Nel frattempo le nostre associazioni, avendo a cuore la salute dei soggetti che si sono sottoposti all’indagine, lanciano un appello: non potendo, per ovvi motivi di privacy, accedere ai dati dei 400 cittadini rappresentativi dei 30.000 del cluster “Valle dell‘Irno” che si sono sottoposti allo studio SPES, ci rivolgiamo direttamente a loro e chiediamo di recuperare i propri referti, richiedendoli agli indirizzi urp@cert.izsmportici.it e direzionesanitaria@izsmportici.it; dopodiché, di contattarci al numero 328.3347836 o via email a comitatoassociazionesalutevita@gmail.com. Non è certo nostro compito sostituirci a quel piano di monitoraggio, prevenzione e soprattutto disintossicazione che l’ASL di Salerno avrebbe dovuto mettere in piedi e non ha fatto, ma proveremo ugualmente, dato il gravissimo disimpegno dell’Azienda Sanitaria Locale, a supportare la popolazione esposta ai veleni delle Fonderie Pisano.
La raccolta di schede anamnestiche e dei referti SPES, poi, sarà sottoposta all’esame di un esperto in tossicologia, il professor Antonio Marfella dell’Istituto Pascale, che effettuerà un primo esame clinico ai volontari che ne faranno richiesta. Precisiamo che, entrare in questo programma, non comporterà alcuna spesa a loro carico e sarà garantita la privacy a tutti i livelli per questa e tutte le possibili operazioni conseguenti. A loro sarà richiesto, sempre nel rispetto della privacy, di entrare in una valutazione statistica da utilizzare a livello scientifico e giudiziario sulla questione dell’inquinamento della Valle dell’Irno causata dalle fonderie. Condanniamo il disinteresse da parte dell’ASL di Salerno ed aggiungiamo che, nelle prossime settimane, presenteremo una risposta forte e decisa per andare fino in fondo ed inchiodare chi si comporta da burocrate e non da medico che ha il dovere di tutelare, in primis, la salute pubblica.
Durante la conferenza stampa è stata poi presentata la prossima iniziativa, che si terrà il prossimo 11 luglio, per mantenere alta l’attenzione e continuare a sensibilizzare sull’annosa questione della grave situazione di disastro ambientale nella Valle dell’Irno. Saremo infatti in piazza Sant’Agostino a Salerno con un flash mob per sensibilizzare la popolazione e chiederemo la partecipazione dei cittadini liberi di questa città, ma anche dei consiglieri comunali di opposizione, di senatori, di deputati e di tutti coloro che intendono sostenerci. Chiederemo, ancora una volta, che venga fermata questa strage di innocenti che si ammalano a causa dell’inquinamento delle Fonderie Pisano, ma anche per la gravissima colpa del comportamento omissivo e complice delle Istituzioni, tra i primi il sindaco del Comune di Salerno Vincenzo Napoli, la Regione Campania e l’ASL di Salerno. Dopo il flash mob vi sarà un focus a cui parteciperà, a sostegno della battaglia per la vita, per la salute e per l’ambiente, tra gli altri, Luigi de Magistris ex sindaco di Napoli e con lui senatori, deputati e consiglieri comunali di opposizione, tutti insieme con l’obiettivo di chiudere le Fonderie Pisano ed inchiodare le Istituzioni alle loro responsabilità.
Ultimo argomento affrontato durante la conferenza stampa, è il “farlocco“ tavolo tecnico ideato dal Comune di Salerno. Noi siamo convinti che l’avviso di garanzia notificato dalla Procura della Repubblica di Salerno il mese scorso al sindaco Vincenzo Napoli, a causa della mancata chiusura delle Fonderie Pisano, con il reato ipotizzato di omissione di atti d’ufficio, porterà il primo cittadino a rispondere delle sue gravi responsabilità omissive. Come dichiara l’avvocato amministrativista Franco Massimo Lanocita, questa indagine determina, oggi, la natura del tavolo tecnico che, al di là della volontà di chi lo ha istituito, di fatto interviene ad inquinare il quadro su cui indaga la Procura. Peraltro, la carenza di un contraddittorio interno al tavolo, ne svilisce la credibilità. Da qui nasce la forte perplessità che un indagato – quale è il sindaco – presieda un tavolo “tecnico” che dovrebbe pervenire a delle conclusioni “tecniche” utili a giustificare l’operato dello stesso sindaco sul quale indaga la Procura. L’appello è alle opposizioni che, nonostante tutto, con la loro presenza, continuano a garantire la “credibilità democratica” ad un tavolo nato male e finito peggio.
A questo proposito, l‘ingegnere Salvatore Milione, tecnico dell‘Associazione “Salute e Vita“, sottolinea come le varie figure professionali appartenenti al Comitato ed all‘Associazione, ovvero avvocati, medici ed ingegneri che, con i fatti, hanno dimostrato la loro competenza nella questione, siano stati sin dall‘inizio estromessi dal tavolo tecnico. È infatti risaputo che solo grazie al loro intervento, nel corso degli anni, è stato possibile chiudere, anche se temporaneamente, questo obsoleto impianto siderurgico. Il rifiuto di far partecipare i tecnici che più conoscono la materia in questione costituisce da sé la prova che l‘unico obiettivo del tavolo è quello di costruire un alibi “istituzionale“ alla prosecuzione dell‘attività delle Fonderie Pisano.
Come Comitato/Associazione “Salute e Vita” vogliamo sbugiardare questo tavolo tecnico, istituito probabilmente ad hoc per dare un alibi alla mancanza di politica e all‘incompetenza/assenza/complicità del sindaco e dell‘intera amministrazione comunale e, secondo noi, serve solo a fare da “pezza d’appoggio” a chi doveva fermare il prima possibile il “mostro“ di Fratte e non l’ha fatto. Per questo andremo avanti per denunciare tutte le Istituzioni coinvolte ed inchiodarle alle loro responsabilità.