Dopo il Premio Attilio Veraldi alla Carriera a Grazia Verasani, la nona edizione del SalerNoir Festival le notti di Barliario prosegue Lunedì 3 luglio ancora nell’arena dei Barbuti per una serata in cui sarà protagonista la grande storia. Due appuntamenti, il primo dei quali organizzato in collaborazione con la rivista teorica Critica Sociale, antica testata fondata nel 1891 da Filippo Turati. Sul palco del teatro all’aperto salernitano irrompe uno dei più efferati omicidi di Stato della storia politica italiana, del quale l’anno prossimo ricorrerà il centenario: quello del deputato socialista Giacomo Matteotti, rapito e ucciso da una squadraccia fascista il 10 giugno del 1924. Quale fu il vero movente di quel barbaro assassinio, con cui praticamente si instaurò la dittatura in Italia? Due le tesi che si sono confrontate sugli ultimi due numeri di Critica Sociale. La prima è quella del delitto esclusivamente politico, ordito per eliminare dalla scena parlamentare colui il quale si andava sempre più affermando come il nemico numero uno, e più pericoloso, del nascente regime. Lo sostiene, con forza, il capo dell’Archivio Storico del Senato della Repubblica, Giampiero Buonomo, nel solco di un’interpretazione storiografica molto radicata. A questa tesi se ne affianca una più recente, che fa risalire il delitto a un grumo di interessi illeciti in materia di concessioni petrolifere in cui sarebbero stati coinvolti sia il fratello di Benito Mussolini, Arnaldo, sia alcuni esponenti della Corona: Matteotti aveva trovato le prove dello scandalo e sarebbe stato assassinato per evitare che lo portasse alla luce. A questo movente “alternativo” uno dei maggiori storici italiani dell’età contemporanea, Mauro Canali, professore emerito dell’Università di Camerino e allievo prediletto di Renzo De Felice, ha dedicato accurate ricerche, sfociate in un libro, “Il delitto Matteotti”, pubblicato qualche anno fa da Laterza, e di cui è in corso di stampa una nuova edizione, con altri documenti e prove. Introdotti da Massimiliano Amato, condirettore della Critica Sociale, Buonomo e Canali esporranno le loro tesi al pubblico del festival a partire dalle 19.30. Il loro confronto sarà “arbitrato” dal presidente della Società Salernitana di Storia Patria, Alfonso Conte, storico dell’età contemporanea dell’Università di Salerno, pure lui studioso di fascismo e antifascismo.
Il delitto Matteotti non sarà l’unico mistero a essere investigato nella serata dei Barbuti. Dopo il confronto tra Buonomo e Canali, infatti, il Festival accende un riflettore su altre oscure vicende della storia nazionale. La più importante: la scomparsa, quando aveva 15 anni, di Emanuela Orlandi, figlia di un funzionario dello Stato di Città del Vaticano, della quale non si hanno più notizie esattamente da quarant’anni (giugno 1983). Di questo e di un altro giallo che pure ha fatto tremare le mura vaticane si occupa “Vatican Tabloid” di Pietro Caliceti, un romanzo pubblicato da Baldini+Castoldi, che partendo da un presupposto di fantasia scandaglia a fondo la sparizione di Emanuela Orlandi e quella, avvenuta pochi mesi dopo, di Mirella Gregori, collegandole a grandi vicende internazionali della metà degli anni Ottanta. Dialogherà con Caliceti, avvocato specializzato in materie finanziarie con la passione per il thriller, Pina Masturzo, responsabile del Progetto Scuole del Festival. La serata avrà un epilogo musicale, con lo spettacolo, alle 22, “A Cappella Summer Show”, esibizione canora dell’Orchestra vocale del Conservatorio “G. Martucci” di Salerno.
SalerNoir Festival le notti di Barliario, ideato e organizzato da Porto delle Nebbie, con la direzione artistica di Piera Carlomagno e quella organizzativa di Rosanna Belladonna, è coorganizzato e sostenuto dalla Fondazione Carisal, con il contributo del Comune di Salerno, della Fondazione Banco di Napoli, della Luiss Guido Carli.