Salernoir, il programma della terza giornata.

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La terza giornata di Salernoir Festival le notti di Barliario affronta il tema del Noir e le sue location. Lo fa partendo dalle suggestioni che è in grado di scatenare un luogo che ha ospitato le riprese di molte pellicole cinematografiche di successo: Civita di Bagnoregio. E’ in quel borgo incantato, scelto da grandi registi come set di film, che si manifesta il “punto drammaturgico” della vicenda narrata nel libro che sarà presentato domani, mercoledì 14 luglio, ore 19.30, nel Quadriportico del Duomo di Salerno: “L’uomo del bosco”, edito da Longanesi. A dialogare con l’autore, Mirko Zilahy, saranno la giornalista Cristina Marra e il fondatore e direttore di “Linea d’Ombra Salerno Film Festival” Giuseppe D’Antonio.

 

“L’uomo del bosco” è una storia avvincente, nella quale Zilahy trasfonde tutta la propria abilità creativa. L’intreccio della trama è complesso e tiene il lettore con il fiato sospeso fino all’ultima pagina. Il professor John Glynn, scienziato di fama mondiale, è al lavoro su una speciale sonda geofonica, SismoTime, che ascoltando la voce del nostro pianeta – i movimenti nelle profondità della crosta terrestre – sarà in grado di prevedere ogni tipo di terremoto con grande anticipo salvando milioni di vite umane. Nel momento in cui presenta la sua invenzione alla stampa, John Glynn è una stella del firmamento accademico, ma nessuno sa che la causa scatenante di quella ascesa straordinaria ha una precisa data di nascita: il 19/04/1990, quando, poco prima dell’alba, suo padre Liam Glynn – il grande eretico delle scienze geologiche degli anni Ottanta – scompare nell’esplosione di una miniera in Belgio insieme alla sua squadra di estrattori. Da quel tragico giorno sono trascorsi trent’anni e per John la memoria di quel tempo si è polverizzata in un oblio nebuloso. Almeno finché la sua famiglia non si trasferisce nella casa che affaccia sulla fiabesca Civita di Bagnoregio, la città che muore. Da quel momento una serie di eventi straordinari – la scomparsa di una sonda nei boschi di Civita, l’apparizione di un poliziotto con una VHS appartenuta a suo padre, gli sms che riceve da vecchi compagni di scuola e quella voce che abita i suoi incubi, notte dopo notte – sconvolge la vita perfetta del professore. Come se con un gesto magico avesse spalancato un abisso da cui affiorano pezzi di un mosaico spaventoso, John si ritroverà a fare i conti con un passato sepolto sotto gli strati di un peccato originale antico quanto è antico il mondo. Perché nel bosco dell’infanzia si nasconde il segreto più spaventoso. È lì che ci aspetta. Ed è lì che lo ritroveremo.

 

Mirko Zilahy, nato a Roma nel 1974, ha conseguito un dottorato di ricerca internazionale presso il Trinity College di Dublino, dove ha insegnato Lingua e letteratura italiana. Collabora con il Corriere della Sera ed è stato editor per minimum fax, nonché traduttore letterario dall’inglese (ha tradotto, tra gli altri, il premio Pulitzer 2014 Il cardellino di Donna Tartt e il celebre bestseller Mystic River di Dennis Lehane). È così che si uccide, il romanzo con cui ha esordito nel 2016 facendo conoscere ai lettori il personaggio di Enrico Mancini, è stato un grande successo di pubblico e critica. Sono seguiti La forma del buio (2017) e Così crudele è la fine (2018) tutti editi da Longanesi.

SalerNoir Festival le notti di Barliario, giunto alla VII edizione, è organizzato dall’Associazione Porto delle Nebbie di Salerno con la collaborazione e il contributo della Fondazione Carisal, il patrocinio del Comune di Salerno. Nell’organizzazione della rassegna, che prevede altri quattro appuntamenti (15, 16 e 17 luglio, 4 agosto), la direttrice artistica Piera Carlomagno è affiancata da Rosanna Belladonna, direttrice organizzativa, Pina Masturzo, responsabile del progetto Scuole, Massimiliano Amato, ideatore e direttore del “Premio Attilio Veraldi” e da Gabriella Monetta, responsabile del progetto per la Fondazione Carisal.

 

In Tribuna Stampa, pronti a interrogare Mirko Zilahy, come sempre tre giornalisti dei quotidiani salernitani.

 

La novità di quest’anno è la collaborazione con la Luiss Summer School, che mette in palio una Borsa di Studio tra tutti gli studenti che avranno partecipato ad almeno una serata del Festival e che sono già stati selezionati, attraverso una comunicazione ufficiale alle scuole, dalla Fondazione Carisal.