L’ipotesi che il Mediterraneo rappresenti un contesto etnoantropologico omogeneo è decisamente suggestiva ma le differenze di lingua, religione, politica, rappresentano fattori di divisione oggettivi. Il Mediterraneo è invece il risultato dell’incontro tra le persone provenienti da queste culture diverse, ma con matrici comuni, prodottosi in migliaia di anni allo scopo di trovare vantaggio sociale ed economico dalla possibilità di interagire attraverso il commercio, l’approvvigionamento di materie prime, lo sviluppo di nuove tecniche artigianali, l’arte.
Tali scambi, anche nelle fasi storiche segnate dalle guerre, da quelle puniche a quelle post-nucleari, non si sono mai arrestati, anzi hanno sempre rappresentato il driver di soluzione delle tensioni verso condizioni di sicurezza dei trasporti e delle persone e quindi verso la pace.
Su questa premessa, il Forum per l’Alleanza degli Artigiani del Mediterraneo (F.A.A.M.), organizzato dalla C.L.A.A.I. (Confederazione delle Libere Associazioni Artigiane Italiane), presieduta da Gianfranco Ferrigno, nasce non certo per rendere omogeneo e identico quello che è irriducibilmente diverso ma per favorire, partendo proprio dal rispetto delle differenze culturali, solo quelle intese necessarie a garantire gli incontri e gli scambi commerciali e culturali, e la sicurezza dei trasporti. In particolare si auspica che il F.A.A.M. possa divenire, per gli artigiani dell’area mediterranea, uno strumento privilegiato per promuovere il mantenimento ed il potenziamento delle piattaforme di interscambio, delle facilities doganali e dei collegamenti efficienti e sicuri fra i paesi del Mare Nostrum, coinvolgendo il sistema camerale dei diversi paesi, il sistema dei porti ed i vettori marittimi, rimanendo esplicitamente indipendente dalle organizzazioni politiche e governative.
Il Forum è presentato a Salerno cogliendo l’occasione della mostra fotografica e ceramica “Salerno – Tunisi, viaggio sulle rotte della ceramica mediterranea”, curata da Claudia Bonasi e Antonio Dura, nell’ambito del concorso “Mare Nostrum Award” edizione 2014 indetto da Grimaldi Lines, ed è il risultato di un viaggio, da Salerno a Tunisi, iniziato a bordo della nave “Zeus Palace” della Grimaldi Lines, che rappresenta uno dei vettori maggiormente presente nel Mediterraneo con collegamenti diretti – sia cargo sia passeggeri – fra Marocco, Tunisia e Libia, Grecia, Montenegro, Italia e Spagna.
D’altra parte le strategie di business della Grimaldi sono in sintonia con gli intenti del Forum avendo, già da tempo, orientato le proprie scelte tecniche e commerciali alla valorizzazione delle autostrade del mare in termini di opportunità di scambi, collegamenti e sviluppo sostenibile per tutti i paesi dell’area mediterranea.
Il viaggio è poi continuato in auto attraverso la Tunisia, e ha fatto tappa a Tunisi, Nabeul, Moknine, Guellala, Medenine e Sejnane, luoghi di produzione di terracotta e i ceramica, incontrando sul proprio percorso diversi protagonisti di questo settore. Ognuno di essi ha dato un contributo significativo al reportage, che stigmatizza la grande varietà di terracotte e ceramiche della Tunisia. Una varietà che nella mostra, che si terrà dal 9 all’11 maggio, all’Arco catalano di Palazzo Pinto, in Via Dei Mercanti a Salerno, è posta a confronto con la produzione di tre aziende artigiane salernitane, evidenziando assonanze di colori, disegni, fogge. In esposizione, oltre alle fotografie, anche una serie di terracotte e ceramiche tunisine di uso domestico e le opere dei ceramisti salernitani Daria Scotto e Danilo Mariani (Vietri Scotto), Carmine Sorrentino (Ceramiche Sorrentino) e Maria Rosaria D’Alessandro (Il Ciliegio). L’inaugurazione avrà luogo venerdì 9 maggio alle ore 18,30. La mostra resterà aperta il 9 e 10 maggio dalle 9,30 alle 13.00 e dalle 17,30 alle 21.00.
SINTESI DEL REPORTAGE: GLI INCONTRI
Ben Slimane Hedi, l’ultimo artigiano di ceramica della medina di Tunisi. Ali Shammakhi, esperto di ceramica, antiquario e decoratore, preziosa la sua collezione esposta nella Dar d’Art di Tunisi. Naseur Belazreg, 33 anni, artigiano di Sapka (Moknine) lavora al tornio da quando aveva 14 anni: in pochi minuti, un grande vaso sorge magicamente dalle sue mani. Abdel Ali, artigiano, produce giare di terracotta nella sua fabbrica a Sapka (Moknine) come faceva già il nonno più di cento anni fa. Fathi Sakal, 37 anni, artigiano, produce grandi anfore di terracotta a Guellala, nell’isola di Djerba; ha iniziato a 16 anni, la sua famiglia fa questo mestiere da 11 generazioni, nel suo laboratorio non c’è energia elettrica. Salmouk Fathi, giardiniere, collezionista, nel suo museo privato a Medenine gli usi e le tradizioni tunisine sono rappresentati con cura e passione. Amel Ben Ashour, direttore della Poterie Gastli di Nabeul, nella sua fabbrica uomini e donne producono e decorano ceramiche destinate all’esportazione. Wassim Charada, cofounder e direttore di una fabbrica a Nabeul che produce fino a 1000 piatti al giorno di ceramica decorata a mano, esporta negli U.S.A. ma punta al mercato europeo. Ben Amor, proprietario e direttore della grande fabbrica di mattonelle “Kedidi” fondata a Nabeul dal nonno per produrre vasi e tegole e mattonelle decorate con disegni antichi. Mokhtar Lahmar, 43 anni, chimico con 15 anni di sperimentazione alle spalle, capace di riprodurre mattonelle antiche di qualsiasi epoca e provenienza. Le donne berbere di Sejnane, che quando finiscono di accudire il bestiame e di lavorare nei campi di grano, producono splendida terracotta: piccoli utensili e oggetti decorativi senza l’ausilio di strumenti, cotti singolarmente su piccoli fuochi.