“Se cancellassimo i ricordi del nostro passato non ci sarebbe storia e, soprattutto, non resterebbe alcun segno tangibile della vita trascorsa”. A scriverlo, nell’introduzione del suo nuovo libro “ Salerno nei miei ricordi” è Antonio Schiano di Cola, Luogotenente della Guardia di Finanza in congedo (nei primi Anni ’80 ha avuto l’onore di conoscere e lavorare a Palermo con i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino che ha ricordato nel suo libro “Destinazione Palermo”), scrittore, appassionato di storia, impegnato da anni nel mondo del volontariato. Attraverso i ricordi della sua infanzia, della sua adolescenza, Schiano di Cola racconta, anche attraverso delle emozionanti foto d’epoca, la vita quotidiana che negli anni 60/70, vivevano, soprattutto nei quartieri Gelso e Torrione, le persone comuni: le loro emozioni, le loro piccole storie che insieme alle piccole storie di tutti gli altri hanno contribuito a costruire la grande storia di questa città. L’autore racconta con emozione della sua infanzia trascorsa con i genitori Tommaso e Maria Luigia e con i nonni materni, Vincenzo Napoli e Giuseppina Caccavale, nella casa di Calata San Vito:” Mia madre scelse di farmi nascere nella “Clinica Albanese”, distante solo qualche centinaio di metri da Calata San Vito. Da piccolo mi portavano a passeggiare al “Mulino Dino”, sulla riva destra dell’Irno, o alle “Terme Campione”, dove c’erano diverse varietà di alberi, ma dove si percepiva uno strano, forte odore. Con la mia maestra Annamaria Delli Carri, che mi insegnò a scrivere e mi preparò da “privatista” per accedere alla scuola elementare, andavamo spesso nei pressi degli stabilimenti di imbottigliamento di acqua minerale Irno e Vitologatti e a volte, nel recarci verso Fratte, passavamo davanti alla fabbrica di mattoni Salid”. Dopo aver frequentato i primi due anni delle scuole elementari alla “Scuola Medaglie D’Oro” – “ Ad accogliere me e gli altri alunni in classe, il primo giorno di scuola dell’anno scolastico 1960/61, fu la maestra Pia Sica che il 15 febbraio del 1961 ci fece anche assistere all’eclissi solare ” – Schiano di Cola si trasferì con la famiglia a Torrione, in Via Carlo Pisacane, dove s’iscrisse alla “Scuola Elementare Matteo Mari”. “Ricordo il severo maestro Luigi Naddeo, che in gioventù era stato il portiere della prima formazione della Salernitana, che ci assestava sul palmo della mano delle bacchettate quando ci sorprendeva a chiacchierare”. In quella scuola Schiano di Cola diventa molto amico di Egidio Sironi: “ Dopo aver aderito, all’età di 11 anni, alla leva calcistica della Salernitana, risultando tra i migliori, vinse nel 1968, il Trofeo NAGC di Coverciano. Contribuì anche a far vincere la Salernitana Juniores al Trofeo Berretti. Arrivò a giocare in prima squadra con la Salernitana nel torneo di serie C. Era un trascinatore talmente bravo che lo richiesero anche il Milan e la Fiorentina, ma la dirigenza granata avanzò pretese economiche molto esose, per cui Egidio restò nel limbo della Salernitana”. Anche Schiano di Cola era un bravo calciatore:” Ho giocato nella squadra di Egidio Sironi, che si chiamava “Sporting” e giocava “in casa” sul campetto parrocchiale di Santa Maria ad Martyres. Abbiamo anche partecipato ai tornei organizzati presso l’Oratorio dei Salesiani che aveva due campi di calcio, completi di porte metalliche. Ho giocato anche nella squadra della Parrocchia dell’Annunziata, “Il Vittorioso”, nella squadra di Emilio Caruso, la CAR. Em Torrione che disputò la fase finale del campionato di 3^ Categoria, nella squadra del “Milan Club” di Lancusi. e nella squadra “Juventus Baronissi” in 1^ Categoria. Quando andai al lavorare per cinque mesi a Torino, disputai diverse partite nel campionato torinese UISP con la “Space Torino”. Nel libro Schiano di Cola racconta anche dei giochi diffusi tra i ragazzi negli anni ’60:” Uno mmonta a’ luna”, il “percorso” con i tappi a corona delle bottiglie, il gioco delle biglie in vetro colorate, e lo “scuoppo” un gioco di abilità che si faceva con le figurine “Panini” dei calciatori”. Schiano di Cola ricorda anche gli ospedali e le cliniche del tempo, le scuole e le chiese realizzate in quegli anni, la realizzazione del quartiere Zevi (meglio noto come la “Ciampa di cavallo”), gli stabilimenti balneari di Torrione, in uno dei quali conobbe Anna Landi, che anni dopo portò all’altare, i personaggi caratteristici come “Felice il gelataio”, “Nicola o’ scarparo”, il pasticciere Mimì Cuofano, la giornalaia Maria Belmonte, “Mister Sciascione” e il professor Giovanni Luongo, il moralizzatore; ricorda i mestieri scomparsi, le attività artigianali e commerciali di Torrione, come i magazzini GET, gli avvenimenti sportivi come il “Gran Premio Automobilistico Città di Salerno”, l’invasione allo Stadio Donato Vestuti che portò alla morte del tifoso Giuseppe Plaitano. Il libro, edito da “Gutenberg Edizioni” e dedicato al Luogotenente dell’Esercito Sergio Barletta, scomparso prematuramente alcuni anni fa , grande amico dell’autore. La prefazione del volume è stata curata dalla dottoressa Tiziana Iervolino, presidente dell’Associazione Arcobaleno Marco Iagulli, che si occupa dei piccoli malati di tumore che affrontano i viaggi della speranza fuori Regione per sottoporsi alle cure chemioterapiche, alla quale è stato destinato il ricavato della vendita del libro di Schiano di Cola nel quale “racconta se stesso senza vanteria, ma per narrare di un mondo che non c’è più, che sembrava in bianco e nero” come ha scritto nella presentazione l’avvocato Leonardo Gallo, Consigliere del Comune di Salerno.
Aniello Palumbo