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ORE 18.45 / CORTE INTERNA GUARDIA DI FINANZA

L’ITALIA NARRATA

LEPORELLO DI SÉ STESSA

Incontro con Daniela Ranieri, autrice di Stradario aggiornato di tutti i miei baci (Ponte alle Grazie)

Conduce Gennaro Carillo

Non suonasse come frase fatta ad usum mercantile, si potrebbe definire questo formidabile Stradario il libro dell’anno. Dell’anno della peste, direbbe Defoe; degli anni, in un sinistro plurale che li moltiplica, Sergio Atzeni. Ché la malattia, la pandemia in corso, vi gioca un ruolo importante, fin dalle primissime battute. Ruolo rivelatore: in viro veritas, scrive Daniela Ranieri, in pagine che andrebbero lette ad alta voce in teatro e che assumono, tra i molti registri adottati e le molte idiosincrasie di cui si alimentano, anche quello dell’invettiva. Selvaggia, ferina, piuttosto che civile. Ferina, felina: chi dice io, in questo romanzo felicemente smisurato e impudico, è come un gatto che si aggira tra le macerie di una Roma – e non solo di una Roma – «post-nucleare», in un paesaggio con rovine fisiche e morali. In primo piano il corpo e le sue storie, quello stradario del titolo che esorcizza il labirinto della vita amorosa dandogli forma anche di catalogo: facendosi Leporello di sé stessa, archiviando in un «famedio» gli amori tutti giusti e insieme tutti sbagliati. Un flusso di «correnti amorose» che cresce – comico e tragico – attorno a un vuoto, a una ferita non risarcibile, al «cratere» di una perdita

ORE 19.00 / CORTE INTERNA CONVITTO NAZIONALE

L’ITALIA NARRATA

IL BELLO DI CORRERE

Incontro con Mauro Covacich, autore di Sulla corsa (La Nave di Teseo)

Conduce Angelo Ferracuti

1976. Mauro ha undici anni e, insieme a un’altra cinquantina di bambini, partecipa a una gara di corsa organizzata dall’azienda del padre. È in quest’occasione che sperimenta per la prima volta le sensazioni che lo faranno innamorare della corsa, spingendolo a gareggiare per tutta la vita. Accanto al racconto sul corpo – l’impatto degli allenamenti, la scoperta dei propri limiti – c’è la riflessione sul gesto. Mauro Covacich in Sulla corsa scava nel mito e nell’esperienza della corsa in un’autobiografia atletica che attraversa i suoi romanzi, la vita personale, le storie di campioni leggendari, per esplorare le ragioni di una passione inarrestabile

ORE 19.30 /TEATRO CONVITTO NAZIONALE

SPAZIO RAGAZZI

LA VALLE DEI SOGNI

Spettacolo a cura della Compagnia La Ribalta, Regia di Valentina Mustaro, Interpreti: Marta Apicella, Dominique Barra, Antonio Carmando, Elena Pagano

Da quando sono arrivate le macchine perfette gli abitanti della Valle dei mulini hanno smesso di sognare. Hanno dimenticato il vento, le pale che girando donavano un’atmosfera magica alla valle si sono fermate. Hanno dimenticato i loro sogni e i loro desideri. Grazie alle macchine la vita era diventata più semplice: bastava premere un bottone per avere qualsiasi cosa desiderassero…e dunque come avrebbero potuto volere di più? Sembravano aver perso la capacità anche solo di immaginare di essere qualcosa di diverso da quello che erano diventati. Eppure, qua e là, nel cuore della Valle dei Mulini sonnecchia ancora qualche sogno nascosto. Uno è quello di Anna, la sarta del paese. Sarà proprio il sogno di Anna a svegliare la valle dal suo torpore e ricordare finalmente agli abitanti dormenti come era bello avere un sogno e cercare di realizzarlo.

Biglietto €5

ORE 19.30 / DUOMO

L’ITALIA NARRATA

LINO GUANCIALE. LE OCCASIONI DI UN ATTORE

Incontro con Lino Guanciale

Conduce Paolo Di Paolo

È uno degli attori più talentuosi e popolari della sua generazione. Teatro, tantissimo teatro, cinema, televisione. Ha una formazione da lettore appassionato, un passato da rugbista e una grande curiosità per il mondo. Nell’incontro pensato per Salerno Letteratura 2021, Lino Guanciale si racconta attraverso le tappe più importanti della sua carriera, i libri che lo hanno formato, i film e gli spettacoli che gli hanno cambiato lo sguardo. E dialoga con il suo pubblico, In questa occasione una scultura del maestro Vincenzo Vavuso sarà donata agli organizzatori della rassegna Salerno Letteratura dal presidente delle Arti Grafiche Boccia, Vincenzo Boccia, presidente della Luiss e past president di Confindustria. L’iniziativa si inquadra all’interno delle celebrazioni per i 60 anni delle Arti Grafiche e in particolare del progetto di trasformazione in opere d’arte degli scarti di produzione dell’industria grafica della famiglia Boccia. “Dagli scarti all’arte” è infatti il nome dell’esperimento culturale che si propone di superare il concetto di economia circolare conferendo nuova vita ai materiali di consumo in una logica di riciclo con alto valore aggiunto. Nasce così, negli spazi delle Arti Grafiche, un museo aperto alla cittadinanza e ai turisti alimentato da un laboratorio diretto da Vavuso in collaborazione con tutti gli artisti desiderosi di cimentarsi con il tema. L’opera destinata a Salerno Letteratura è formata da copie di giornali di prima tiratura (e quindi scartate) lavorate e plasmate in forme particolari e cristallizzate. Al centro due libri, anch’essi cristallizzati, uno aperto e l’altro chiuso come simbolo di una scelta: alimentarsi con la lettura e progredire o rifiutarla per abbandonarsi all’ignoranza. Su tutti i componenti sono conficcate chiavi rosse per dire che i giornali e i libri, portatori di cultura, sono a nostra disposizione e sta a noi decidere se farne uso o meno. Anche se sono tante le chiavi rosse conficcate nell’opera, il titolo è declinato al singolare – La chiave rossa – perché accanto ai singoli è l’intera società che deve concorrere all’obiettivo di raggiungere e diffondere la conoscenza.

ORE 19.30 / MUSEO DIOCESANO

SALERNO FILOSOFIA

Sulla neolingua violenta del populismo universale

Incontro con Luigi Manconi e Federica Graziani, autori di Per il tuo bene ti mozzerò la testa. Contro il giustizialismo morale (Einaudi) Conduce Massimo Adinolfi

Il libro di Manconi e Graziani può essere letto anche come un bestiario: un repertorio di molte delle figure che hanno saturato il discorso pubblico, occupandolo in pianta stabile e imprimendo alla nostra democrazia una virata decisiva in primo luogo verso il populismo giudiziario, poi verso un populismo politico di una specie nuova, la cui velocità e capillarità di propagazione sono moltiplicate dai social media. Denominatore comune a queste perversioni innanzitutto linguistiche è un retroscena fatto di rancore e violenza, oltre a un registro visionario che sostituisce la cronaca con una «mitologia» spacciata per obiettività fattuale. La neolingua populista, peraltro, attecchisce dove meno ce lo si aspetterebbe: per esempio nelle posizioni sul Covid assunte da un filosofo come Giorgio Agamben, non a caso subito rilanciate dalla galassia negazionista

ORE 19.45 LARGO BARBUTI

L’ITALIA NARRATA

LA FEBBRE DELLA SCRITTURA. DUE INCREDIBILI ESORDI

Incontro con Jonathan Bazzi, autore di Febbre (Fandango libri) e con Alessandro Valenti, autore di Ho provato a morire e non ci sono riuscito (Blu Atlantide)

Conduce Libera Durante

Una febbre che arriva un giorno di gennaio e non va più via: costante, spossante. Poi, la scoperta: Jonathan è sieropositivo. La diagnosi dà inizio a un viaggio all’indietro, nella storia del protagonista. La vita difficile in periferia, Rozzano, il desiderio di riscattarsi, di accettarsi. Un esordio di successo. In dozzina allo Strega del 2020, sarà portato presto sullo schermo. La rivelazione di un nuovo scrittore, che racconterà al pubblico di Salerno Letteratura il suo cantiere espressivo ed emotivo. E accanto a lui un altro giovane esordiente, vincitore del premio Bagutta Opera Prima, Alessandro Valenti. «Ho provato a morire e non ci sono riuscito» è l’oggetto della mail che Valenti inviò all’editore, con all’interno il testo di questo primo romanzo. L’autore racconta di sé, e di quando a 14 anni lui, cresciuto in una bella casa di Verona, conosce su Instagram  Emma, sua coetanea che vive in una periferia di Roma. La storia la potete inizialmente immaginare: si innamorano, poi finalmente di incontrano. Emma però è cinica, incostante. Moltiplica storie parallele, alcune vere e altre le inventa, e Alessandro ne soffre, ma non si sottrae.  La famiglia nel frattempo contrasta l’unione, ma lui imperterrito scappa, si trasferisce a Roma, si inventa una nuova identità pur di stare con Emma. Gira con un coltello in tasca e rischia la morte più volte, si scontrerà con la solitudine, la disapprovazione sociale, la mala romana

ORE 20.00 / CORTE INTERNA GUARDIA DI FINANZA

L’ITALIA NARRATA

LA NON MAMMA

Incontro con Susanna Tartaro, autrice di La non mamma (Einaudi)

Conduce Matteo Cavezzali

La non mamma ha un non davanti, che sta acceso come un faro. Ci sarà sempre qualcuno che le dice: «Tu non puoi capire». Ma quante cose vedono i suoi occhi liberi e leggeri mentre attraversa Roma in motorino, coi capelli al vento e il dono raro di trasformare ogni angolo di strada, ogni faccia in poesia. Con La non mamma Susanna Tartaro ha scritto un libro spiazzante, irregolare, capace di annotare il mondo per folgorazioni

ORE 20.15 /CORTE INTERNA CONVITTO NAZIONALE

CLASSICA

IL MODERNO, L’ANTI-MODERNO. UN OMAGGIO A CESARE DE MICHELIS ( E AI SESSANT’ANNI DELLA MARSILIO)

Incontro con Giuseppe Lupo su Cesare De Michelis, Moderno Antimoderno. Studî novecenteschi (Marsilio)

Conduce Paola Villani

«Dopo un terremoto si possono fare soprattutto due cose, si può desiderare di costruire finalmente la città ideale, quella che non abbiamo mai avuto e che ora, fatta tabula rasa, si può disegnare perfetta, oppure si possono ricostruire paesi e città esattamente come prima, coi loro difetti e le loro magagne, ma che sono nostre come nostra è la storia. […] Io dubbi non ne ho e quindi confesso ingenuo che ho nostalgia della pace, della democrazia, delle regole, del decoro, delle grigie giornate di lavoro ben fatto e di saldi valori umanistici con antiche radici, e sono convinto che tutto questo non basti a definirmi reazionario, anzi. Solo non ne posso più delle rivoluzioni». Sono parole di Cesare De Michelis, da quel Moderno Antimoderno che – per la cura di Giuseppe Lupo – inaugura la collana di Marsilio I libri di Cesare De Michelis. Parlare di questo libro a Salerno Letteratura significa tributare un omaggio sia a un grande intellettuale, scomparso nel 2018, sia ai sessant’anni della casa editrice Marsilio

ORE 20.45 DUOMO

L’ITALIA NARRATA

RITRATTO DI FAMIGLIA SICILIANA

Incontro con Simonetta Agnello Hornby, autrice di Piano nobile (Feltrinelli) Conduce Barbara Cangiano

Le famiglie sono famiglie, e chissà ancora per quanto impediranno, nasconderanno, confonderanno. Palermo, estate 1942. Nel suo letto di morte, il barone Enrico Sorci vede passare davanti agli occhi, come in un lucido delirio, la storia recente della sua famiglia. Vede la devozione della moglie, le figlie Maria Teresa, Anna e Lia, i figli Cola, Ludovico, Filippo e Andrea, ma vede anche i bastardi, e nel contempo il destino di una città che a cavallo del secolo splende di opportunità e nuova ricchezza, con i treni che arrivano carichi di merci

ORE 20.45/ MUSEO DIOCESANO

SGUARDI SUL MONDO ATTUALE

LA TRACCIA DEL SOSPETTO. UNA STORIA ESEMPLARE

Incontro con Roberto De Luca,autore di L’uragano. Una storia di politica, fake news, giustizia (Rubbettino)

Conduce Paolo Di Paolo

C’è un legame molto stretto fra populismo giudiziario e informazione manipolata. Basta omettere un dettaglio, smontare e rimontare una sequenza, e una storia – la nostra percezione di una storia – cambia radicalmente. Come pure cambiano le nostre aspettative di giustizia, quello che pretendiamo sia deciso in tribunale. È così che molti processi, oggi, non si celebrano nel locus justitiae a essi deputato ma altrove, in altri ‘teatri’, con officianti non istituzionali. Un grande sofista – Gorgia – insegna che non c’è accusa più difficile da confutare di quella del tutto infondata. Solo in apparenza è un paradosso: l’accusa falsa ti coglie alla sprovvista. Mentre chi ha davvero qualcosa da nascondere ha tutto il tempo per precostituirsi argomenti a proprio discarico. Roberto De Luca, che porta un cognome pesante, racconta in prima persona l’impatto fortissimo (l’uragano del titolo) avuto sulla sua vita da un’indagine giornalistica in cui era difficile – per il pubblico – tracciare con nettezza il discrimine tra costruzione e ricostruzione dei fatti. Vicenda per molti versi esemplare, la sua, sintomatica di quanto il cammino del garantismo e della deontologia professionale nel nostro disgraziato Paese sia ancora molto lungo

ORE 21.00 / CHIESA DELL’ADDOLORATA

SGUARDI SUL MONDO ATTUALE

LE DOMANDE APERTE SUL CASO MOBY PRINCE, TRENT’ANNI DOPO

Incontro con Federico Zatti, autore di Una strana nebbia (Mondadori) Conduce Monica Trotta

Sono passati trent’anni da quella che ancora oggi rimane la più grande tragedia della nostra marina civile. La sera del 10 aprile 1991 il traghetto di linea Moby Prince, in partenza dal porto di Livorno e diretto a Olbia, entrò in rotta di collisione con la petroliera Agip Abruzzo, all’ancora in rada, sfondandone la fiancata di dritta e provocando un incendio in cui persero la vita centoquaranta persone. La causa dell’incidente venne attribuita fin da subito a un errore del comandante della Moby Prince, morto nel disastro, e a una fitta nebbia improvvisa. Ma sulla plancia del traghetto quella sera c’era Ugo Chessa, uno dei migliori comandanti in circolazione, e la visibilità era buona. I soccorsi furono tardivi, ma quando i pompieri riuscirono finalmente a domare le fiamme e a salire sulla Moby Prince trovarono quasi tutti i corpi dei passeggeri riuniti al centro della nave: molti avevano le valigie con loro e indossavano il giubbotto di salvataggio, pronti ad affrontare l’emergenza. Ma com’è possibile? Non doveva trattarsi di un incidente che aveva colto tutti di sorpresa? Evidentemente no. Il giornalista Federico Zatti prova a diradare la nebbia che ancora avvolge questa tragedia italiana

ORE 21.15 / LARGO BARBUTI

PREMIO SALERNO LIBRO D’EUROPA 2021

Incontro con i finalisti Naoise Dolan, Edouard Louis, Elvis Malaj. Letture di Brunella Caputo

Conducono Matteo Cavezzali e Paolo Di Paolo

Il Premio Salerno Libro d’Europa accompagna il festival fin dalla prima edizione. La terna dell’edizione 2021 Premio, sottoposta alla lettura della giuria popolare, è composta da: Il mare è rotondo (Rizzoli) di Elvis Malaj, Tempi eccitanti (Atlantide) di Naoise Dolan, Chi ha ucciso mio padre (Bompiani) di Édouard Louis. Sono anni molto vitali per la letteratura europea. La scelta è caduta su tre giovani autori assai diversi tra loro, un francese, una irlandese e un italo-albanese, tutti, seppur giovanissimi, già riconosciuti oltre i confini nazionali. E capaci di trattare temi forti con una personalità stilistica già sorprendente

ORE 21.15 / CORTE INTERNA GUARDIA DI FINANZA

SALERNO FILOSOFIA

GUIDO TONELLI: COS’È IL TEMPO?

Incontro con Guido Tonelli, autore di Tempo. Il sogno di uccidere Chrónos (Feltrinelli) Conduce Davide Monaco

Il tempo non è un concetto astratto. È una sostanza materiale che occupa l’universo intero e si deforma, vibra, oscilla. È nato in modo furibondo e poi ha avuto una strana evoluzione. Ma allora scorre o sta fermo? Esiste o non esiste? E noi possiamo farne a meno? Si può uccidere Kronos? Guido Tonelli è professore di Fisica all’Università di Pisa ed è uno dei protagonisti della scoperta del bosone di Higgs al Cern di Ginevra. I suoi libri sono pubblicati da Feltrinelli

ORE 21.30 / CORTE INTERNA CONVITTO NAZIONALE

CLASSICA

Dammi mille baci, poi cento, poi ancora mille, poi di nuovo cento…

Incontro con Elisabetta Moro e Marino Niola,autore di Baciarsi (Einaudi) Conduce Gennaro Carillo

C’è un vecchio film di Robert Aldrich, dal titolo Kiss Me Deadly (in italiano Un bacio e una pistola). Suona quanto mai in sintonia con i tempi calamitosi che stiamo ancora vivendo: col bacio che è diventato una pratica potenzialmente mortale, simbolo di un contatto, di una comunità, da cui guardarsi. Ma la tradizione cabbalistica e il neoplatonismo, fino al Giordano Bruno dei Furori, parlano anche di un’altra ‘morte di bacio’ (mors osculi), attribuendole un significato completamente diverso da quello, soltanto immunitario, che le annettiamo oggi: attraverso il bacio, un mortale entra in comunicazione col dio e, morendo nel corpo, rinasce a vita nuova come spirito. Questo per dire che un bacio non è mai solo un bacio ma rinvia sempre ad altro, a valori che è compito dell’antropologia indagare

ORE 21.30 /TEATRO CONVITTO NAZIONALE

L’ITALIA NARRATA

LA DISABILITÀ SI AFFRONTA CON LA MENTE LIBERA

Incontro con Autilia Avagliano autrice di Din Don Down! La storia di Alberto e della sua famiglia che imparò a volare con lui (Marlin) Conduce Daria Limatola

Autilia Avagliano inizia a scrivere questo libro come analisi introspettiva del suo essere madre di un figlio con disabilità. Allo sconcerto iniziale alla nascita, è subentrato poi, col passare degli anni, una sempre maggiore consapevolezza di quanto sia in salita il percorso di una persona con disabilità, di quanto sia distante una vera inclusione sociale, scolastica e lavorativa, confermata da mille esperienze che enfatizzano le diversità piuttosto che appiattirle. Di qui è nata l’esigenza di mettere nero su bianco dolore, rabbia, differenze, ingiustizie quotidiane. Avagliano è ben lungi dal ritenere “un dono” la disabilità del proprio figlio, ma giorno dopo giorno, man mano che Alberto cresce, la sua personalità ha prevalso sulla sua condizione. Alberto è una persona capace di esprimere sentimenti fuori dal comune che gioiosamente travolge e insegna e che, piano piano, capovolge i ruoli, insegnando a vivere e a cogliere l’essenza stessa della vita. Questa di Alberto e della sua famiglia è una storia che mira a guardare con occhi liberi da sovrastrutture una realtà complessa, a sovvertire gli stereotipi e ribadire l’importanza dell’alleanza familiare nel percorso di crescita, condizionato troppo spesso dalle remore e dai pregiudizi della scuola e della società, più che dalle reali difficoltà individuali. Gli introiti saranno donati dall’autrice a favore di progetti d’inserimento lavorativo di persone con Sindrome di Down nell’ambito dell’APDD, Associazione Persone con Sindrome di Down e Disabilità intellettiva

ORE 22.15 / DUOMO

SPETTACOLI

ELVIRA FROSINI / DANIELE TIMPANO

DISPREZZO DELLA DONNA – il Futurismo della specie
lettura-concerto da testi e manifesti futuristi ideata per Salerno Letteratura 2021
«Noi vogliamo glorificare la guerra, sola igiene del mondo, il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei libertari, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna» (Punto 9 del Primo Manifesto del Futurismo, 1909).
Liberamente tratto da diversi testi e manifesti di Marinetti, Valentine De Saint Point, Farfa, Depero, Volt, Cangiullo e di altri autori futuristi italiani morti da decenni, Disprezzo della donna è una cantata a due voci, una lettura-concerto dedicata al Futurismo e ai futuristi e al disprezzo della donna: contro la donna e contro l’amore che ostacolano la marcia dell’uomo, contro quei fantasmi romantici che si chiamano donna unica, amore eterno e fedeltà, contro il femminismo e contro la famiglia, contro la democrazia e contro la lussuria, contro il sentimentalismo e contro parlamentarismo.
Il movimento che voleva rompere tutti i ponti con il passato e ha rivoluzionato tutti i codici artistici spazzando via tutto, rispetto alla donna è profondamente, anche se contraddittoriamente, tradizionale e continua ad inscriversi in una visione del mondo patriarcale e maschile.
Disprezzo della donna, prima tappa di un percorso di rilettura, selezione, montaggio e concertazione dei testi dell’ampio e contraddittorio repertorio del futurismo italiano, è una cantata dove non si canta perché non c’è più niente da cantare, tutt’al più si può stonare, nel tentativo di capire perché il Futurismo non aveva futuro