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ORE 18.45 / CORTE INTERNA GUARDIA DI FINANZA
SGUARDI SUL MONDO ATTUALE
L’AMERICA CHE NON C’È
Incontro con Sebastiano Pezzani autore di USA & getta – Viaggio nell’America che non c’è
(Nuova Editrice Berti)
Conduce Francesca Matera
L’America come una strada dritta dalle righe gialle. Un viaggio su quelle strade può aiutare a capire l’essenza di una cultura popolare che tanto ha influenzato (se non, addirittura, colonizzato) lo stile di vita di tutto il mondo? Seba Pezzani di viaggi sul suolo americano ne ha fatti tanti e, per un certo periodo, ha pure “rischiato” di diventare cittadino degli USA. USA & getta è il racconto di un suo viaggio americano, con lo sguardo disincantato e pure ingenuo di chi l’America l’aveva favoleggiata attraverso musica, film e romanzi. Scritto una quindicina d’anni fa, è ancor più interessante perché consente al lettore un confronto spietato con l’oggi: l’America è un camaleonte immutabile. La corposa prefazione, scritta all’indomani dell’elezione di Joe Biden, contestualizza quanto gli USA siano cambiati e quanto siano rimasti identici
ORE 18.45 / CORTE INTERNA CONVITTO NAZIONALE
L’ITALIA NARRATA
SESSANTA MI DÀ TANTO
Incontro con Gabriele Bojano, autore di I favolosi 60 (Linea edizioni)
Conduce Pippo Pelo
Sessanta sessantenni nati nel 1960, dallo showman Rosario Fiorello allo psichiatra Davide Amendola, sono finiti nel libro I favolosi 60 – troppo giovani per tirare i remi in barca e troppo vecchi per tirare la barca a remi. Si tratta di personaggi noti, molto noti, poco conosciuti o del tutto sconosciuti che vanno a comporre un inedito caleidoscopio umano il cui unico fine è il racconto autobiografico dell’autore, sessantunesimo favoloso, e della generazione alla quale appartiene. Un espediente narrativo bizzarro che l’editorialista del Corriere della Sera, Antonio Polito, nella prefazione definisce un autentico “colpo di genio” e che rende il traguardo anagrafico raggiunto un’occasione di assembramento, benché sulla carta, per festeggiare 60 compleanni nell’anno della pandemia
ORE 19.00 / CENTRO STORICO DI SALERNO
FLASH MOB / MERIGGIARE PALLIDO E ASSORTO
Passeggiata teatrale e poetica con Flavia D’Aiello e l’organettista Sara Volpe
La poesia è l’aria che respiriamo. È vitale e necessario lasciare fuori di noi le preoccupazioni quotidiane e lasciare entrare la poesia, che purifica e rigenera. Nukketella è un pupazzo a taglia umana, che vaga tra i vicoli della città, nei giardini, al mercato o nel cuore delle mostre e dei festival, per sussurrare alle orecchie di chi vuole piccole poesie, che rischiarano il cammino del viandante. Declamare e regalare poesia è un atto di resistenza alla barbarie, è gentile, è senza appello e senza compromessi.
L’approccio scelto da D’Aiello ci permette di avvicinare la poesia al pubblico di tutte le età. Affidando a Nukketella, una donna anziana con gli occhi da bambina, le parole di Montale, per lasciare che i suoi versi, accompagnati dalle musiche dell’organetto ci conducano in una danza leggera e commovente. La performance è a cura di: Il teatrino delle pupattole. Realizzazione Pupazzo: Flavia D’Aiello con il supporto di Annamaria Andrei e Ilaria Olivari, costumi curati da La Casa del Gallo D’oro
ORE 19.00 /MUSEO DIOCESANO
CLASSICA
Quattro passi nella saggezza antica
Incontro con Ivano Dionigi, autore di Segui il tuo demone. Quattro precetti più uno (Laterza)
Conduce Gennaro Carillo
Siamo debitori verso Dionigi di una formidabile definizione di quell’oggetto che sfugge da tutte le parti, il classico: «apertura interrogante». Significa che i classici dischiudono un varco, sia esso uno spiraglio o una ferita, e ci mettono di fronte a una domanda, che è anche una domanda su noi stessi, sulle nostre scelte quotidiane. C’è un passo di Cicerone, da cui procede Dionigi per il suo viaggio nell’etica antica, che condensa un intero sistema di valori in appena quattro precetti, coi quali non abbiamo smesso di fare i conti: obbedire al tempo, seguire il demone, conoscere sé stessi, non eccedere. Ognuno di essi è, a sua volta, un mondo. Obbedire al tempo, per esempio, può voler dire tanto assecondare il tempo, adattarsi alle circostanze, quanto accettare di essere parte di un cosmo universale, superiore alle contingenze, alle quali il saggio deve restare indifferente. Ma può significare anche non sprecarlo, il tempo: ché è un bene prezioso. Nel daimon, nel demone, sta invece la radice greca della felicità come eudaimonia: accordo con quella voce interiore, con quel ‘tutore’ che mi indica chi sono e cosa deve fare. E infine, nel monito delfico nulla di troppo, nel divieto di superare il limite, c’è tutto l’orrore antico per la hybris, per il peccato di dismisura, per l’arroganza umana che disordina il mondo per poi subirne le conseguenze
ORE 20.00 / DUOMO
L’ITALIA NARRATA
NADA. IL MIO CUORE UMANO
Incontro con Nada Malanima, autrice di Il mio cuore umano (Atlantide) Conduce Paolo Di Paolo
Uno dei volti più amati della canzone d’autore italiana. Una scrittrice. Una inesausta creatrice di occasioni. Nada arriva a Salerno Letteratura per raccontare Il mio cuore umano, romanzo ambientato in un paese della Toscana tra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta del Novecento, il romanzo di esordio di Nada rivela il suo talento anche come narratrice. È la storia delicata e toccante – basata sulla sua vita – di una bambina che ha stupito già con la sua venuta al mondo. Una storia di famiglia, di paese, di gesti in apparenza incomprensibili che poi rivelano qualcos’altro e restano addosso al lettore. Dal romanzo è stato tratto anche il film per la televisione La bambina che non voleva cantare, diretto da Costanza Quatriglio
ORE 20.00 / CORTE INTERNA CONVITTO NAZIONALE
SGUARDI SUL MONDO ATTUALE
Di cani e di lupi. Versi e suoni di Genova 2001
Incontro con Massimo Palma, autore di Happy Diaz (Castelvecchi) e di Movimento e stasi (Industria & Letteratura) Interviene Daniele Vicari
Conduce Gea Scancarello
Nel mito greco il cane è l’animale leale – protegge l’amico, ringhia al nemico. Il lupo è infido. Vede solo nemici, attacca comunque. È simbolo di una lotta senza fine. Non c’è cosa più grave, in città, di un cane che diventa lupo.
Di Genova 2001 tutti ricordano solo due giorni, tragici, ma ne durò sette di assemblee che avanzarono temi e proposte cui più tardi si è dato ragione. Eppure quella generazione venne ammazzata di botte nelle strade nelle carceri in mattatoi improvvisati. I tutori dell’ordine divennero lupi.
Finiti i processi, è tempo di nuove narrazioni. Palma ne sceglie due forme diverse, stranianti.
Happy Diaz racconta i giorni di Genova giustapponendoli alla scena musicale di Manchester, nata da un lutto, la morte di Ian Curtis dei Joy Division
Movimento e stasi è un libro di poesia in tre momenti. I suoi versi dicono la stasi che è seguita al trauma. Poi accelerano: definiscono le contraddizioni, la frenesia di un moto generazionale composito. Infine chiedono come, cosa ricordare, venti anni dopo
ORE 20.00/ CORTE INTERNA GUARDIA DI FINANZA
L’ITALIA NARRATA
LA GRANDE MADRE
Incontro con Gianni Solla, autore di Tempesta Madre (Einaudi) Conduce Giorgio Sica
Jacopo è un bambino precoce, scrive poesie, recita memoria i versi di Majakovskij a un’età in cui le sue compagne di classe iniziano appena a cimentarsi nell’imparare le poesie insegnate a scuola dalle suore. Il merito (la colpa?) è della sua straordinaria madre, la segretaria delle edizioni Brahms, con cui ha un rapporto strettissimo. Questa madre travolgente, a volte infantile, destabilizza e condiziona i rapporti che Jacopo ha con tutti gli altri: con gli amici che lo guardano strano quando arriva alle feste di carnevale vestito da Freud, Robespierre o addirittura da Hitler, ma anche col padre, macellaio, forse troppo ordinario per far da marito a una donna come questa.
Questa madre bellissima, «che ti piove dentro come una tempesta», è per Jacopo il centro di tutto ed è, in questo romanzo ironico e aspro, il personaggio impetuoso e pieno di vita che Jacopo, diventato adulto, dovrà finalmente riuscire a decifrare
ORE 20.00 /LARGO BARBUTI
SALERNO FILOSOFIA
Platone e/o Trasimaco: dialogo sulla Repubblica
Incontro con Carlo Galli, autore di Platone: la necessità della politica (il Mulino)
Conduce Gennaro Carillo
La Repubblica non è un dialogo filosofico qualsiasi. È il testo che fonda la politica occidentale. E, oltre a fondarla, ne delinea l’orizzonte. Si può essere platonici o antiplatonici – questa la tesi di Galli – ma non si può in alcun modo prescindere Platone, se si vuole davvero pensare la politica. La Repubblica è il progetto di costituzione, dalle fondamenta e nel discorso, di una polis giusta. Perché questo disegno si realizzi, è necessario che filosofia e potenza politica – da sempre scisse nella polis storica – si congiungano. Al filosofo non è più consentito il ‘lusso’ dell’impolitico, il disincanto socratico verso i destini di una comunità irredimibile: la filosofia è chiamata a rispondere dei mali della polis, a cimentarsi con un’impresa difficile ma non impossibile e, in quanto tale, necessaria. Nonostante Platone concepisca la politica come scienza, come un sapere che coglie l’essere, ontologicamente stabile, l’esito dell’impresa non è affatto «garantito». Perché se il sapere è illuminato dall’oggetto conoscitivo supremo, l’idea del Bene, il suo oggetto – il vivere insieme – è invece impuro e contingente, presupponendo una catabasi, la discesa del filosofo agli inferi, in quei bassifondi della prassi in cui regnano le passioni, in primo luogo la pleonexia (l’istinto di prevaricazione), descritte vividamente dal realismo sofistico
ORE 20.15 / TEATRO CONVITTO NAZIONALE
PLANISFERI
LE FERITE DELL’INFANZIA
Incontro con Ayelet Tsabari, autrice di L’arte di partire (Nuova Editrice Berti)
Conduce Sebastiano Pezzani
Con la morte del padre, ferita aperta nell’infanzia di Ayelet Tsabari, il mondo sembra fermarsi all’improvviso. Inizia così il memoir in cui la scrittrice israeliana ricostruisce la sua storia: la famiglia di origini yemenite, l’adolescenza difficile, la ribellione contro il servizio militare, i viaggi tra New York, India, Canada e Thailandia sperimentando l’amore in tutte le sue forme, fra droghe e alcol, sempre in fuga dai legami che ogni luogo sembra prometterle.
E infine la lotta per trovare la sua voce come scrittrice, la scelta di essere madre e di riconciliarsi con le sue radici, accettando di essere insieme araba, ebrea, israeliana, donna. Con la sua prosa sicura, emozionante, sincera, Ayelet Tsabari ricostruisce il suo difficile viaggio alla ricerca di un’identità e di un posto dove sentirsi finalmente a casa.
Ayelet Tsabari è nata in Israele in una numerosa famiglia di origini yemenite. Il suo primo libro, Il posto migliore del mondo, ha vinto il prestigioso Sami Rohr Prize for Jewish Literature ed è stato il New York Times Book Review Editors’ Choice del 2016
ORE 20.30 / MUSEO DIOCESANO
CLASSICA
DANTE ANTIGRAVITAZIONALE
Incontro con Alberto Granese autore di La coscienza metaletteraria di Dante: le rifrazioni strutturali della «Comedìa» (Edisud)
Conducono Rosa Giulio e Sebastiano Martelli
Un italianista, Alberto Granese, ci conduce lungo un percorso originale che, partendo dal centro della Commedia, ne attraversa le tre cantiche, fino a svelare le ragioni profonde della sua poliedrica e complessa architettura. Da sottili indizi, colti nella fretta ansiosa del Poeta di giungere all’incontro risolutivo con i lettori, dall’evocazione delle esperienze poetiche del suo passato, tra il distacco e la svolta decisiva della loro conferma, Granese fa, per la prima volta, affiorare la coraggiosa sfida lanciata da Dante all’ortodossia religiosa e al verisimile estetico, con la geniale invenzione dei corpi aerei per dare alle ombre una “vita vera” nell’Inferno e nel Purgatorio, con l’abile adozione della chiave metaforica per dinamizzare il racconto e umanizzare i personaggi nel Paradiso
ORE 20.45 / CHIESA DELL’ADDOLORATA
SPAZIO RAGAZZI
SCAPPIAMO DAI DAI LUOGHI COMUNI
Incontro con Raissa Russi e Mohamed Ismail Bayed, autori di Di mondi diversi e anime affini (De Agostini)
Conducono Giulia Fiore e Daria Limatola
Sandro Veronesi ha detto: «Mia figlia ha undici anni: io non ho bisogno di spiegarle i fondamenti dell’antirazzismo, perché segue su TikTok Raissa e Momo che mettono in scena tutti i pregiudizi sulle coppie miste. E lo fanno divertendosi: sono due ragazzi giovani, che evidentemente si amano, e si divertono insieme». Mohamed è nato a Casablanca. Arriva a Torino da piccolo e lì impara troppo presto a conoscere sulla propria pelle l’ostilità dettata dall’ignoranza, la cattiveria del branco e l’ipocrisia degli adulti. Raissa nasce invece a Moncalieri, e cresce in una famiglia che la circonda di amore, protetta da tutto ciò che è “diverso”.
Le vite dei due scorrono parallele finché non si incontrano e questi Due “io” diventano un “noi”. Perché, anche se si proviene da mondi diversi, le paure, l’insicurezza, il desiderio di amare sono le stesse. La loro diversità esteriore però li costringe a confrontarsi quotidianamente con l’ostilità e pregiudizi degli altri, che loro hanno deciso di disinnescare parlandone prima sul web e poi in questo loro primo libro dove, con garbo, intelligenza e tanta ironia, trasformano le difficoltà in un’occasione di crescita personale e la loro storia in un punto di riferimento per tanti ragazzi e ragazze come loro. L’incontro è condotto insieme all’Associazione Symposium, che coinvolge studentesse e studenti del Liceo Classico F. De Sanctis di Salerno. Età 14+
ORE 21.00/ LARGO BARBUTI
SGUARDI SUL MONDO ATTUALE
CAMILLA BONIARDI. L’AMORE AI TEMPI DEI SOCIAL NETWORK
Incontro con Camilla Boniardi, autrice di Per tutto il resto dei miei sbagli (Mondadori)
Coordina Matteo Cavezzali
Camilla Boniardi, conosciuta come Camihawke su Instagram, è una content creator seguita da 1,2 milioni di persone. Il suo primo romanzo, un prodigioso bestseller, Per tutto il resto dei miei sbagli è il caso editoriale del 2021, da settimane in classifica. È una storia d’amore tra una giovane ragazza e il cantante di una rock band, una storia che ricorda molto la sua in cui parla di autostima, di dubbi e del bisogno di essere amati
ORE 21.15 / CORTE INTERNA CONVITTO NAZIONALE
PLANISFERI
LETTERATURA E TRADUZIONE SOTTO IL 41° PARALLELO
Incontro con Michael Emmerich, Amanda Michalopoulou, Guadalupe Nettel e Alane Salierno Mason, Incontro in collaborazione con Words Without Borders e il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Salerno
Conduce Angelo Cannavacciuolo
Words Without Borders è una rivista statunitense specializzata in traduzione, pubblicazione e promozione degli autori più significativi della letteratura mondiale che trovano difficoltà ad aprirsi un varco nel mercato americano attraverso i normali canali editoriali. La diffusione della letteratura accomuna dunque WWB e il nostro festival, ed è da qui che grazie ad Angelo Cannavacciuolo si è partiti per realizzare un progetto, orientato verso quell’universo giovanile, che vede nella cultura un volano di affermazione professionale. Ecco dunque che la partecipazione del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Salerno, attraverso il corso di Lingua e Traduzione Inglese, chiude il cerchio della collaborazione che ha condotto alla pubblicazione del un volume Traduzioni sotto il 41°parallelo. Il libro, curato sia da Angelo Cannavacciuolo sia da Linda Barone, docente del corso, e che raccoglie la traduzione degli studenti dei testi, alcuni già pubblicati su Words Without Borders, altri gentilmente concessi dagli autori. I brani tradotti sono: il saggio Japan dello statunitense Michael Emmerich; due brevi racconti della la scrittrice greca Amanda Michalopoulou: Light e The way you might break a finger; il brano The Wanderers della messicana Guadalupe Nettel; il brano Three fires e due capitoli del nuovo romanzo That Hair di Djaimilia Pereira de Almeida, angolana di adozione portoghese e infine The First Day dell’iraniana Goli Taraghi. All’incontro parteciperà anche Alane Salierno Mason, fondatrice di Words Without Borders. Il volume stampato a tiratura limitata, verrà donato a tutti i presenti. Alcuni degli autori saranno in diretta streaming
ORE 21.30/ DUOMO
SALERNO FILOSOFIA
Giochi proibiti di specchi: narcisismo e narcisismi secondo Vittorio Lingiardi
Incontro con Vittorio Lingiardi, autore di Arcipelago N. Variazioni sul narcisismo (Einaudi)
Conduce Gennaro Carillo
«Siamo tutti narcisisti, ma non allo stesso modo». Comincia così, quasi alla maniera di Anna Karenina, il viaggio di Vittorio Lingiardi nell’amore dell’immagine di sé, declinato sia come caso mitico sia come caso clinico: essendo, quella di Narciso, prima di tutto una favola antica. Un mito che, come tutti i miti, si risolve nel numero pressoché infinito delle sue varianti. Consapevole che «non c’è psicologia senza apertura al mito», Lingiardi le ripercorre, da Ovidio in avanti, queste riscritture che annettono al puer eterno esageratamente bello e al suo destino un senso ogni volta diverso e, non di rado, opposto. Quanto al caso clinico, invece, forse bisognerebbe parlare di narcisismi, al plurale, tanto è complesso il paesaggio delle «configurazioni narcisistiche», delle strutture, delle forme. Un arcipelago, appunto, nel quale è facile perdersi, specie se si pretende di chiudere il narcisismo in una definizione valida una volta per tutte. Nel mito non si trova dunque soltanto l’origine della storia e del ‘nome’, ma c’è anche l’antidoto implicito al narcisismo patologico: perché il mito, col suo infinito ‘lavoro’ di variazione, educa alla complessità, a una moltiplicazione del punto di vista che implica l’apertura alla prospettiva e agli stati mentali dell’altro
ORE 22.30 / DUOMO
SPETTACOLI
PIRAMO E TISBE (tratto da Metamorfosi: la trasformazione del conflitto)
Performance di Borderline Danza
Danzatori / autori Adriana Cristiano e Antonio Formisano, coreografia Claudio Malangone
Piramo e Tisbe è una commovente storia d’amore raccontata da Ovidio nelle Metamorfosi e divenuta, più in là negli anni, ispirazione per lo sciagurato amore shakespeariano di Romeo e Giulietta. Nella leggenda ovidiana, Piramo e Tisbe, vicini di casa, si amano per il tramite di una crepa di muro che separa le loro abitazioni. Osteggiati dalle loro famiglie, contrarie al loro amore, decidono di fuggire e si danno appuntamento alle radici di un gelso. Tisbe arriva prima all’incontro e si imbatte in una leonessa: riesce a scappare ma perde il velo, strappato e macchiato di sangue dalla belva. Al suo arrivo, Piramo trova il velo e crede morta la sua amata. Preso dallo sconforto, si suicida lanciandosi su una spada. Successivamente, la sopraggiunta Tisbe trova il cadavere in fin di vita del suo amante che esala l’ultimo respiro sussurrandole il suo nome. Sotto il gelso e accanto al cadavere di Piramo, Tisbe decide di togliersi la vita e i frutti dell’albero, intrisi del sangue dei due amanti, diventano color vermiglio. [Durata 25 minuti]
ORE 22.30 / MUSEO DIOCESANO
CONCERTO PER SETTE VOCI
Reading di Poesia a cura di Giorgio Sica, con Mariano Baino, Carmen Gallo, Angelo Petrella, Eleonora Rimolo, Giulia Scuro, Giorgio Sica, Gianni Solla
In uno dei più incantevoli scenari del festival, sette poeti campani si uniscono in un reading dedicato alla memoria di Francesco Durante. Ascolteremo le raffinate sperimentazioni di Mariano Baino, la poesia evocativa e insieme straniante di Carmen Gallo e Eleonora Rimolo, la leggerezza meditativa dei versi di Giorgio Sica, le confessioni sul lettino dell’analista di Giulia Scuro, e i testi ironici e dissacranti di Gianni Solla e Angelo Petrella
ORE 22.30 /LARGO BARBUTI
CLASSICA / SPETTACOLI
Puttaneggiar (e altre male parole di Dante)
Incontro con Federico Sanguineti, autore di Le parolacce di Dante Alighieri (Tempesta editore), e Moni Ovadia, seguito dal reading MONI OVADIA LEGGE DANTE
Federico Sanguineti ci regala una lettura di Dante filologicamente rigorosissima quanto assai felicemente remota dal senso comune, con un Dante corporale, antiborghese ante litteram, teologo sì, ma della liberazione. Meravigliose male parole, quelle repertoriate e commentate da Sanguineti, ricondotte alle matrici scritturali che le legittimano sul piano teologico. Ma anche male parole che diventano un denominatore comune impensabile che approssima Dante a Marx e ne mostra la distanza incommensurabile da Petrarca. Senza sottintesi polemici, ma anzi mettendo la polemica al centro del discorso, Sanguineti imputa alle letture politiche di Dante di averlo sostanzialmente spoliticizzato ad usum di una versione di comodo, agiografica e conformista. Di qui, un duetto tra Sanguineti e Moni Ovadia – autore dell’introduzione al volume – che si preannuncia scintillante.