La terza giornata di Salerno Letteratura, in programma a Salerno fino al 26 giugno, si apre (ore 18.45, Corte interna Convitto nazionale), con Maria Luisa Iavarone e Nello Trocchia, autori di Il coraggio delle cicatrici. Storia di mio figlio Arturo e della nostra lotta (UTET). Conduce Generoso Picone. Chi scrive questo libro, insieme a un coraggioso giornalista investigativo, Nello Trocchia, è Maria Luisa Iavarone, la cui storia non può essere fredda: essendo, Maria Luisa, la madre di Arturo, protagonista della storia vera. La quale ha saputo trarre da questa vicenda la forza di trascendere il dolore personale per trasformarlo in una domanda di giustizia che coinvolge tutta Napoli, le responsabilità delle sue classi dirigenti, i fallimenti delle sue agenzie educative, l’inerzia e talvolta la corrività dei suoi intellettuali civili, sempre pronti a una retorica assolutoria o a un’estetizzazione della ferocia, come mostrano casi recenti.
Alla stessa ora, nella Corte interna della Guardia di Finanza, Fernanda Alfieri, presenta Veronica e il diavolo. Storia di un esorcismo a Roma (Einaudi). Conduce Alessia Amante. La ricerca – quella storica non fa eccezione – può giovarsi del caso fortuito, dei doni di un destino propizio o di errori felici. E allora la storia può cambiare. È proprio quanto accaduto a Fernanda Alfieri. È a Roma, in una giornata di tempesta, all’archivio dei Gesuiti, per fare ricerche sull’autore di un trattato di precettistica in materia di intimità coniugale (in cui peraltro se ne leggono di cotte e di crude…), e s’imbatte in un brogliaccio che reca nel titolo a penna, oltre al nome (in prima battuta sbagliato) di una donna, anche le parole esorcisazione e ossessa. E una data: 1834-1835. Nasce, anzi rinasce, così – meravigliosamente scritta da Fernanda Alfieri – la storia di Veronica Hamerani, della sua possessione diabolica e del suo esorcismo.
Alle 19 al Museo Diocesano, Chiara Francini racconterà al pubblico il suo Il cielo stellato fa le fusa (Rizzoli). Conduce Francesca Salemme. Chiara Francini, attrice e scrittrice, sceglie di raccontare una storia che prende vita sulle colline di Firenze, durante un giorno di maggio. In questa magione profumata di fiori, caffellatte e bucati s’ha da svolgere, durante un fine settimana, un convegno prelibato che parla di Cibo e Cultura. I partecipanti, golosi di bellezza e d’arte, vengono da ogni angolo del creato. Governante e regina della magione è la Lauretta, colei che tutto tiene a bada. Ma d’improvviso, accade l’impensabile. Il variopinto bouquet d’umani si trova rinchiuso, sprangato per un tempo assai più lungo di quello immaginato… Cosa vi ricorda? Una clausura involontaria, un perimetro stretto stretto, anche se straordinario.
Alle 19, chiesa dell’Addolorata, incontro con Giuseppe Cacciatore, coautore di AAVV, Storia di Salerno, (Francesco D’Amato Editore). Conduce Stefano Pignataro. Una storia di Salerno dall’antichità ai giorni nostri non poteva non trovare accoglienza entusiastica in un festival che, oltre ad avere Salerno nel titolo e il suo centro storico come scenografia, rivendica alla città un ruolo di primo piano nella cultura e nella vita civile del Mezzogiorno. Cinquantacinque studiosi per sessanta contributi complessivi fanno di quest’opera meritoria (pubblicata da un editore giovane e coraggioso) un punto di riferimento per chiunque, d’ora in avanti, voglia conoscere Salerno e le sue radici.
Alle 19 al teatro del Convitto nazionale, Carolina Capria e Mariella Martucci, autrici di Femmina non è una parolaccia (Marietti Junior) dialogheranno con Francesco Cicale. In collaborazione con Saremo Alberi Libroteca. Alle 19.45 al Duomo ci sarà Francesca Mannocchi, autrice di Bianco è il colore del danno (Einaudi). Conduce Gennaro Carillo. Il corpo di una scrittrice, in apparenza integro eppure danneggiato, diventa lo specchio della fragilità umana e insieme della nostra inarrestabile pulsione di vita. Alle 19.45 ai Barbuti, incontro con Gabriele Romagnoli, autore di Cosa faresti se (Feltrinelli).
Conduce Matteo Cavezzali. Un romanzo fatto di tanti personaggi, uomini e donne legati tra di loro da un filo sottile. Tutti si trovano in un momento particolare, davanti a una scelta – più o meno determinante – da compiere, come suggerisce il titolo. Un romanzo di vite a un bivio che porta sul bivio anche il lettore, parlando alla nostra coscienza dei dilemmi che ci rendono umani. Gabriele Romagnoli, grande firma del giornalismo italiano, provoca ciascuno di noi sulla difficoltà di scegliere.
Alle 20, nella Corte interna della Guardia di Finanza, arriva Stefano Liberti, autore di Terra bruciata. Come la crisi ambientale sta cambiando l’Italia e la nostra vita (Rizzoli). Conduce Clemente Ultimo. Un viaggio con un giornalista d’inchiesta attraverso l’Italia per capire cosa succede al nostro clima: i ghiacciai che si ritirano, le coste erose dall’innalzamento del mare, le città sempre più arroventate.
Alle 20, nella Corte interna del Convitto nazionale, ci sono Luca Cerchiai e Bruno D’Agostino, autori di Il leone sogna la preda (Quasar). Conduce Angela Pontrandolfo. A Ischia, nell’VIII sec. a.C., un artigiano decora un’anfora con l’immagine di un leone che sogna la preda e questa azione, per chi guarda il vaso, istituisce la possibilità di condividere il sogno del leone. Ma è ancora possibile per noi ritrovare un sogno così antico e fino a che punto possiamo esserne interpreti? Intorno a questa domanda ruotano i contributi raccolti nel volume che delineano il filo di un’indagine tra immagini e testi, tra Greci e Etruschi, in cui le variazioni significative contano quanto l’adesione ad una norma, rivelando l’incidenza di narrazioni e immaginari alternativi rispetto a quelli selezionati dalla committenza pubblica.
Alle 20.15 al Museo Diocesano, appuntamento con Annamaria Guadagni, autrice di La leggenda di Elena Ferrante (Garzanti). Conduce Titti Marrone. Elena Ferrante è molto di più di uno pseudonimo, un nome d’arte, una copertura. Elena Ferrante è una storia tra le storie, una narrazione che ingloba e rielabora dettagli autentici e altri fantastici, è un personaggio uscito dalle pagine e penetrato nella realtà. Ma la materia di cui è fatta, i suoni, i colori sono il riverbero di un universo e di un tempo ben precisi: il mitico rione dietro la stazione ferroviaria di Napoli negli anni Cinquanta. Seguendo gli echi di quel mondo come il rumore del mare in una conchiglia, Annamaria Guadagni ritrova i luoghi, le voci, le vite che sono confluiti nella tetralogia dell’Amica geniale: percorre i lotti delle case popolari, il pauroso tunnel che porta al mare, i capannoni industriali in rovina, e dipinge una galleria di grandi donne che scrivendo, lavorando, lottando hanno fatto il Novecento italiano.
Alle 20.30 all’Addolorata, spazio a Fernanda Alfieri e Paola Di Nicola. Conduce Rosanna Carpentieri. Sembra impossibile, ma sono passati appena quarant’anni dall’abrogazione della rilevanza penale della causa d’onore. Prima, le cose stavano più o meno nei termini descritti da Pietro Germi in Divorzio all’italiana, con l’adulterio come circostanza attenuante del reato di omicidio. Nell’onore, dunque, le radici di una violenza moralmente accettata, se non addirittura promossa, dalla comunità e riconosciuta dall’ordinamento giuridico. Terribile, se ci si pensa. E terribile soprattutto se si considera che in nome di quella stessa declinazione perversa dell’onore le donne italiane continuano, ogni giorno, a morire. Spesso in un clima culturale che fomenta e legittima la violenza contro di loro. Ne discutono una storica, Fernanda Alfieri, e una giudice, Paola Di Nicola, consulente giuridica della Commissione d’inchiesta sul femminicidio e su ogni altra forma di violenza contro le donne. Alle 20.45, al teatro del Convitto nazionale, arriva Mario Desiati, autore di Spatriati (Einaudi). Claudia e Francesco si incrociano ancora adolescenti, nell’atrio della scuola, e scoprono – nonostante le diversità caratteriali – di avere in comune molto più di quanto credono. Un legame tra due vite che diventa indissolubile anche a distanza. Spatriati è un romanzo fatto anche di città: da Martina Franca a Milano, da Londra a Berlino. Città in cui si disperdono desideri fisici, attese, sentimenti. Alla ricerca e alla scoperta della propria identità.
Alle 21 al Duomo, appuntamento con Dacia Maraini, autrice di Una rivoluzione gentile (Rizzoli) e di La scuola ci salverà (Solferino). Conduce Paolo Di Paolo. In quest’epoca di paura abbiamo bisogno di un antidoto all’odio. Ma si può lottare per la giustizia sociale e climatica, per il rispetto delle donne e in favore della solidarietà usando come arma, semplicemente, la gentilezza? È la sfida che lancia Dacia Maraini in questo libro – Una rivoluzione gentile (Rizzoli) – che racchiude cinque anni di riflessioni apparse sulla stampa nazionale, in cui l’autrice si misura con i grandi temi del nostro tempo. Ci invita nel suo universo intellettuale e civile, ci dà accesso al suo sguardo sul mondo. Nelle pagine di La scuola ci salverà (Solferino), la grande scrittrice ci spinge invece a riflettere sul cuore della vita di una democrazia sana: la scuola. Alle 21.15 alla Corte interna del Convitto nazionale, c’è Alberto Mario Banti, autore di La democrazia dei followers. Neoliberismo e cultura di massa (Laterza). Conduce Gennaro Carillo. Scritto da uno dei nostri storici più intelligenti e curiosi, questo libro rinnova la diagnosi sulla democrazia di massa, e sull’industria culturale, formulata da Tocqueville negli anni Trenta dell’Ottocento. Alle 21.15 alla Corte interna della Guardia di Finanza, incontro con Alessio Romano, e Roger Angeles autori di Bukowski (Lisciani) Conduce Andrea Dell’Acqua. Charles “Hank” Bukowski è uno dei più grandi poeti del Novecento, ma è anche l’uomo degli eccessi, delle sbornie esagerate, delle sregolatezze e degli amori intensi. Cinico e impulsivo, misogino e romantico, Bukowski conviveva con la sua solitudine e le sue contraddizioni: “il lettore migliore è quello che mi fa la grazia della sua assenza”, diceva. Alessio Romano, in questo graphic novel magnificamente illustrata da Roger Angeles, ce lo fa vedere lì, mentre scrive circondato da bottiglie mezze vuote e la pancia gonfia del bevitore. Alle 21.15 a largo Barbuti, Matteo Cavezzali presenta Supercamper. Un viaggio nella saggezza del mondo (Laterza). Conduce Corrado De Rosa. Un viaggio intorno al mondo per scoprire aspetti curiosi e nascosti di esseri umani in diversi luoghi della Terra, che possono esserci utili a capire il segreto più misterioso del cosmo: l’animo umano. A seguire lo spettacolo Non-essere. Cosa resta di Amleto in zona rossa a cura di TeatrOnnivoro. Monologo ironico che riscrive la vicenda dell’Amleto di Shakespeare nell’Italia dei teatri chiusi per pandemia, in un paese in cui la cultura è sempre la prima cosa ad essere sacrificabile. L’attore che deve interpretare Amleto si ritrova così sul palco da solo, gli altri attori hanno tagliato la corda, la scenografia non è arrivata, e entro le 22 deve aver finito di recitare il testo più lungo del teatro elisabettiano, ci riuscirà? Con Antonio Maiani, e i musicisti Jenny Burnazzi al violoncello e Andrea Carella al sassofono. Alle 21.30 al Diocesano incontro con Andrea Carandini e Paolo Carafa, autori di Dal mostro al principe. Alle origini di Roma (Laterza). Conduce Mauro Menichetti. Carandini, Carafa e Ippoliti ricercano le origini di Roma in un solo luogo: il monte Germalus, che occupava la piccola parte del Palatino che si affaccia sul Tevere. Lì si annidano i misteri delle origini di Roma, prima come villaggio dei Velienses (un popolo dei Latini), poi come centro ‘proto-urbano’ del Septimontium e infine come urbs Roma: tre abitati forse tutti fondati tra il 1050 e il 750 a.C. nel giorno di un capodanno pastorale anteriore alla città fissato al 21 aprile, sacro alla dea Pales. Metà di questo monte è rimasto un luogo di culti e memorie, l’unico che i palazzi dei principi hanno risparmiato. L’altra metà è stata occupata dal primo palazzo di Augusto, mitico figlio di Apollo, che ha rifondato la città nella casa-santuario dalla quale governava l’Impero come principe e pontefice massimo. Alle 21.45 alla chiesa dell’Addolorata arrivano Benedetta Gargano, autrice di L’invenzione della felicità (Solferino) e Roberto Venturini, autore di L’anno che a Roma fu due volte Natale (Sem). Conduce Francesca Salemme. Benedetta Gargano, scrittrice e storica sceneggiatrice di Un posto al sole, in L’invenzione della felicità racconta invece della strana adozione di una nonna: la propria. È la singolare scelta di Benedetta, sceneggiatrice napoletana dalla quotidianità serena e dai quieti rimpianti, quando l’adorata nonna Elisa, novantasette anni, rischia di finire in casa di riposo… Roberto Venturini racconta nel suo romanzo una donna anziana e malata, Alfreda, accumulatrice seriale. Casa sua ormai è invivibile, tanto da rischiare provvedimenti dall’Ufficio di Igiene e lo sfratto. Il figlio, Marco, abita al piano di sopra e si dedica unicamente a lei, con tutte le sue forze. Alfreda, di notte, crede di parlare con Sandra Mondaini, conosciuta in tempi lontani. Si convince di avere una missione: ricongiungerla, con l’aiuto di Marco, al marito Raimondo. Alle 22 al Duomo ci sarà Raiz, autore de Il bacio di Brianna (Mondadori). Conduce Alberto Rollo. Che Gennaro Della Volpe, in arte Raiz, fosse un musicista di rango, un cantante che con gli Almamegretta ha saputo riscrivere la musica napoletana aprendola ai contagi del mondo, lo si sapeva bene. Se n’erano accorti anche i Massive Attack, ai quali prestò la sua voce nera per una Karmacoma memorabile. Quello che non poteva sospettarsi è che fosse anche un narratore non banale, capace di intercalare finzione e autobiografia, sempre nomade, mai sedato. Il bacio di Brianna è il suo felice esordio come scrittore. Alle 22 al teatro del Convitto nazionale, Pier Bruno Cosso presenta Solo danni collaterali (Marlin). Conduce Luca Crovi. Ispirato a una storia vera, il quarto libro di Cosso racconta di un medico di famiglia vittima di un’ingiustizia che lo trascina in un inferno giudiziario. Di fronte ci sono due mondi che si scontrano: un magistrato e la sua vittima occasionale. Ma il prezzo altissimo dell’ingiustizia lo paga solo il perseguitato incolpevole. Privato della libertà, del lavoro, dello stipendio e infine degli affetti familiari, il medico, aiutato da un’amica giornalista, si lancia in un’indagine serrata per comprendere l’origine delle accuse infondate che lo opprimono.