Settima giornata per il festival Salerno Letteratura, in programma fino a sabato 25 giugno.
Venerdì 24 si parte alle 19 al teatro del Convitto Nazionale con Luca Crovi e Peppo Bianchessi, autori di Il libro segreto del pirata Long Jonh Silver (Solferino) in dialogo con Francesco Cicale.
Alle 19, nella chiesa dell’Addolorata, incontro con Simona Colarizi, autrice di Passatopresente. Alle origini dell’oggi 1989-1994 (Laterza) in compagnia di Pietro Cavallo.
Dalle 19 alle 21, al Museo diocesano, per la sezione Sguardi sul Mondo Attuale/ Economia, si terrà l’evento La letteratura è un’impresa. La cultura d’impresa è, in primo luogo e a tutti gli effetti, cultura. Le imprese producono cultura e sono espressione di una cultura e dello spirito dei tempi. Senza questa consapevolezza e senza la rivendicazione di un ruolo che trascende – e di molto – i limiti di un’angusta visione meramente aziendalistica, lo sviluppo delle imprese, in particolare delle PMI, non può che essere parziale. Intervengono Andrea Prete presidente Unioncamere e Camera di Commercio di Salerno, Antonio Ferraioli presidente Confindustria Salerno, Antonio Alunni presidente Gruppo Tecnico Cultura Confindustria. Introduce Gennaro Carillo.
Alle 19.30 Paolo Di Paolo dialoga con Antonio Calabrò, autore di L’avvenire della memoria (Egea); alle 20 Premio Letteratura D’Impresa promosso da Festival Città Impresa-ItalyPost. Il Premio si propone di favorire le produzioni editoriali che raccontano la peculiarità del mondo produttivo italiano, con la finalità di promuovere una “nuova narrazione” dei sistemi imprenditoriali ed una moderna cultura d’impresa. Antonio Calabrò, presidente della Giuria del Premio Letteratura d’Impresa, presenta gli autori della cinquina finalista: Chiara Alessi, autrice di Tante care cose (Longanesi); Luigi Garlando, autore di L’album dei sogni (Mondadori); Veronica Galletta, autrice di Nina sull’argine (Minimum fax); Francesco Vena e Emiliano Maria Cappuccitti, autori di Cosa vuoi di più dalla vita? Amaro Lucano: storia di un’Italia dal bicchiere mezzo pieno (Rubbettino); Fulvia D’Aloisio, autrice di Partecipare all’impresa globale. Una ricerca antropologica in Automobili Lamborghini (Franco Angeli). L’evento di Salerno è realizzato in collaborazione con la Camera di Commercio di Salerno e Confindustria Salerno.
Alle 19 nella Cappella Palatina incontro con Ennio Amodio ed Elena Maria Catalano, autori di La sconfitta della ragione. Leonardo Sciascia e la giustizia penale (Sellerio).
Alle 19, nel foyer della chiesa dei Morticelli, flash mob Sàndor e Lola. Storia di arrivi e di ripartenze di e con Alice Melloni.
Alle 19.30 in largo Barbuti, Leopardi inedito, con Marcello Andria e Paola Zito, autori di Leopardi e Giuliano Imperatore. Un appunto inedito delle carte napoletane (Le Monnier Università, Firenze). Conduce Rosa Giannattasio. Per Spazio Ragazzi, alle 20, al teatro del Convitto Nazonale, ci sarà Davide Morosinotto, autore di Temporali (Camelozampa) in compagnia di Giulia Fiore. Alle 20, nella chiesa dell’Addolorata, nell’ambito della sezione Pasoliniana, incontro con Massimo Fusillo, autore di La Grecia secondo Pasolini. Mito e cinema (Carocci) in compagnia di Stefano Amendola.
Alle 20, nella Cappella Palatina, Riccardo Staglianò, autore di Gigacapitalisti (Einaudi) dialogherà con Stefano Consiglio.
Sempre alle 20, al Duomo, sarà la volta di Massimo Cacciari, autore di Paradiso e naufragio (Einaudi). Conduce Gennaro Carillo. Cent’anni fa esatti, il 24 giugno del 1922, estremisti di destra assassinavano Walter Rathenau, ingegnere meccanico, industriale, politico, scrittore. La trasfigurazione romanzesca è sempre fuorviante, non riproponendo mai un calco fedele della realtà che eventualmente la ispiri. «Solo “perfidamente”», dunque, si può identificare Rathenau nel personaggio di Arnheim ne L’uomo senza qualità di Robert Musil. Eppure, fra i materiali di costruzione del tipo-Arnheim qualche traccia di Rathenau c’è. A L’uomo senza qualità, il libro-sintomo di un’età di crisi, di «fondamenti crollati», di naufragio e «spaesamento prodotto dalla fine dell’ordine antico e delle gerarchie che esso formava», Cacciari dedica il suo ultimo saggio, culmine provvisorio di una lunga fedeltà a un mondo già postumo, a quella finis Austriae di cui Musil è tra le espressioni più alte e consapevoli. Come ‘rispondere’ alla crisi dei fondamenti? Aderendo ‘fanaticamente’ a una visione del mondo o, all’opposto, valendosi di una «sapienza necessaria per vivere», una metis, un’astuzia di una ragione che è sia calcolante sia prudente e presuppone verità contingenti, valide par provision? La risposta di Ulrich, il protagonista dietro il quale si dissimula Musil, è per Cacciari quella di un disincanto nutrito di nostalgia, di ironia nutrita di disperazione.
Alle 20, nella corte del Convitto Nazionale, Renzo Paris, autore di Pasolini e Moravia. Due volti dello scandalo (Einaudi) sarà con Giuseppe Grattacaso. Il confronto tra Pasolini e Moravia attraverso lo sguardo di un amico di entrambi, Renzo Paris. Il libro ripercorre le loro diatribe, pubbliche e private: dal Terzo Mondo al Sessantotto, passando per il femminismo, l’aborto, il divorzio, il neo-capitalismo, il calcio. Segue Reading poetico di Giuseppe Grattacaso, Letture da The Will-Be World. Selected Poems (Gravida Publications). Alle 21, nella corte del Convitto Nazionale, Valentina Farinaccio, autrice di Non è al momento raggiungibile (Mondadori) dialogherà con Paolo Di Paolo. Vittoria, poco meno di quarant’anni, una relazione finita alle spalle e una riservatezza che sta per diventare solitudine. Quando nella sua vita entra Instagram, basta uno scatto rubato ed equivocato e iniziano a pioverle addosso migliaia di follower.
Alle 21, al teatro del Convitto Nazionale, incontro con Alba Polverino, autrice di Sul viale della memoria (Albatros) in dialogo con Rosa Maria Petrocelli. Alla stessa ora al Duomo ci sarà Piero Dorfles, autore di Il lavoro del lettore: Perché leggere ti cambia la vita (Bompiani) in compagnia di Francesca Salemme. Stessa ora, Cappella Palatina, tocca a Marco Onnembo, autore di Il metro del Dolore (Mondadori) con Daria Limatola.
Alle 21.30 a largo Barbuti, spazio a Corrado De Rosa, autore di A Salerno. Psicologia insolita di una città sospesa (Perrone) in compagnia di Luca Crovi. Attraverso le storie di personaggi sani e meno sani, teneri e violenti, lunatici e surreali, durante una passeggiata che la attraversa dalla bocca del porto alle curve dello Stadio Arechi, De Rosa racconta la sua Salerno, quella che “non sa ancora se vuol essere la più settentrionale delle città del Sud o la più meridionale delle città del Nord”. Dettagliando le psicologie dei suoi abitanti, concedendo racconti e memorie proprie, di cui è gelosissimo, sappiatelo bene, De Rosa ci restituisce un ritratto di Salerno inedito, a tratti irriverente, che riserva sorprese a chi la città la conosce, fa da guida insolita per chi non ci è mai stato e rende palese l’unica vera verità: Salerno è bellissima e, se vero che vedi Napoli e poi muori, se vedi Salerno vivi per poterci tornare.
Alle 21.30 al Museo Diocesano c’è Pietro Del Soldà, autore di La vita fuori di sé. Una filosofia dell’avventura (Marsilio.) Conduce Gennaro Carillo.
Alle 21.30, nella chiesa dell’Addolorata, la caccia al tesoro a squadre, mentre alle 22, nella corte del Convitto Nazionale, sarà la volta di Filippo La Porta, autore di Una vita sincopata. 22 voci per un dizionario di jazz e letteratura (edizioni Scuola Saint Louis). Conduce Carlo Pecoraro.
Alle 22.30 a largo Barbuti incontro/performance con Giada Trebeschi, autrice di Il convento dei segreti (Newton Compton) e Giorgio Rizzo, artista di Storie Dipinte. I libri, come sappiamo bene, sono emozioni tradotte in parole, sono immagini sognate a occhi aperti e, per presentare questo suo nuovo romanzo storico, l’autrice ha scelto qualcosa di davvero particolare. Giada Trebeschi, in collaborazione con Storie dipinte, creerà una performance in cui, mentre l’autrice racconta del libro e dei momenti più importanti che hanno ispirato il romanzo, Giorgio Rizzo disegnerà dal vivo trasformando le parole in immagini, dando forma e colore al significato e l’intimo sentire delle parole.
È Bernardo Zannoni il vincitore del premio Salerno Libro d’Europa, sostenuto da Bper Banca e dedicato alle voci della narrativa contemporanea under 40. La giuria tecnica composta da Daria Bignardi, giornalista, conduttrice e scrittrice; Paolo Di Stefano, scrittore, giornalista e accademico e Matteo Palumbo, professore onorario di Letteratura italiana all’Università Federico II di Napoli era caduta su Unorthodox di Deborah Feldman (Solferino), Lanny di Max Porter (Sellerio) e I miei stupidi intenti di Bernardo Zannoni (Sellerio) che ha conquistato la giuria popolare. Questa è la lunga vita di una faina, raccontata di suo pugno. Fra gli alberi dei boschi, le colline erbose, le tane sotterranee e la campagna soggiogata dall’uomo, si svela la storia di un animale diverso da tutti. Archy nasce una notte d’inverno, assieme ai suoi fratelli: alla madre hanno ucciso il compagno, e si ritrova a doverli crescere da sola. Gli animali in questo libro parlano, usa-no i piatti per il cibo, stoviglie, tavoli, letti, accendono fuochi, ma il loro mondo rimane una lotta per la sopravvivenza, dura e spietata, come d’altronde è la natura. Sono mossi dalle necessità e dall’istinto, il più forte domina e chi perde deve arrangiarsi. È proprio intuendo la debolezza del figlio che la madre baratta Archy per una gallina e mezzo. Il suo nuovo padrone si chiama Solomon, ed è una vecchia volpe piena di segreti, che vive in cima a una collina. Questi cambiamenti sconvolgeranno la vita di Archy: gli amori rubati, la crudeltà quotidiana del vivere, il tempo presente e quello passato si manifesteranno ai suoi occhi con incredibile forza. Fra terrore e meraviglia, con il passare implacabile delle stagioni e il pungolo di nuovi desideri, si schiuderanno fra le sue zampe misteri e segreti. Archy sarà sempre meno animale, un miracolo silenzioso fra le foreste, un’anomalia. A contraltare, tra le pagine di questo libro, il miracolo di una narrazione trascinante, che accompagna il lettore in una dimensione non più umana, proprio quando lo pone di fronte alle domande essenziali del nostro essere uomini e donne. I miei stupidi intenti è un romanzo ambizioso e limpido, ed è stato scritto da un ragazzo di soli venticinque anni. Come un segno di speranza, di futuro, per chi vive di libri.