Sabato 5 dicembre 2020, saremo in presidio sotto l’Ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona.
La mobilitazione permanente partita da Cittadinanza Attiva, Tribunale dei diritti del Malato e comitato “Salerno in piazza” di cittadini e associazioni, si è ormai estesa a tante altre realtà che stanno aderendo e che domani saranno presenti di fronte l’ingresso dell’ospedale di Salerno.
La prima vittoria ottenuta, riguardante il prolungamento del servizio per le analisi del sangue presso il poliambulatorio del quartiere Pastena di Salerno, non può farci fermare, perché le criticità sono ancora tante e i ritardi organizzativi ormai imperdonabili, viste le “tempistiche” imbarazzanti dimostrate a diversi livelli amministrativi nella nostra regione.
La prossima tappa della mobilitazione è il presidio di oggi, con il quale ribadiamo le nostre richieste già dimostrate all’ASL Salerno, ma che estendiamo a tutti i livelli amministrativi della Regione Campania.
Chiediamo la riapertura dei reparti e del laboratorio di analisi presso l’ospedale di Salerno, interrotti prima da aprile a luglio 2020 e poi di nuovo dal mese di ottobre, dopo tanti mesi in cui poter riorganizzare il servizio sanitario, o quanto meno potenziarlo.
Tanti, troppi cittadini aspettano ancora con Noi il potenziamento delle USCA, le Unità Speciali di Continuità Assistenziale, che dovrebbero assicurare a tutte e tutti l’assistenza domiciliare per l’emergenza sanitaria Covid. Sono ancora tantissimi i cittadini abbandonati in casa senza sapere cosa fare né a chi rivolgersi.
Vogliamo assoluta trasparenza sui dati riguardanti lo stato del contagio tra il personale medico sanitario e nella scuola, sia per quanto riguarda i lavoratori che gli studenti e le loro famiglie. Chiediamo quindi un’informativa sui dati che ASL e istituzioni devono (o dovrebbero avere).
Il motivo per cui abbiamo scelto di essere presenti di fronte l’ospedale, è anche per esprimere vicinanza a tutti gli operatori sanitari, ormai allo stremo, tanti dei quali continuano a vivere e lavorare in uno stato di precarietà e al limite delle misure di sicurezza. Chiediamo quindi tutele contrattuali e sicurezza sul lavoro per tutti gli operatori medico-sanitari.