Arte: quella in movimento, che in otto battute disegna il pensiero coreografico, e quella di un patrimonio storico che nella sua immobilità racconta la bellezza di un territorio. Nel segno dell’interazione tra il codice universale dell’ars coreutica e quello dei luoghi magici della Campania si dipana l’edizione 2021 di Salerno Danza Festival.
L’evento ideato dal CDTM – Circuito Campano della Danza, con il sostegno di Regione Campania, il patrocinio dei Comuni di Ascea e di Gioi e la collaborazione di Sistema Med e dell’Associazione Cilentomania, che da sempre mette in relazione le compagnie italiane e estere lasciando che sia il linguaggio della danza a parlare, questa volta fa della cultura, intesa in tutte le sue direzione, il suo vademecum.
«Con questa edizione, allo scopo di riavvicinare il pubblico allo spettacolo dal vivo dopo l’emergenza sanitaria e di promuovere la danza di qualità a un pubblico sempre più vasto e popolare, abbiamo pensato di programmare Salerno Danza nel periodo estivo sì ma all’interno di parchi, ville storiche, location naturali e suggestive di Salerno e provincia. Un modo per sostenere ed implementare il rapporto tra turismo e spettacolo live. In generale, il progetto punta alla ricerca di un nuovo pubblico che può ritrovare nel patrimonio culturale degli elementi di appartenenza, un elemento unificante che definisce il senso di identità, nazionale ed europeo, delle comunità», sottolinea Mario Crasto De Stefano, direttore del CDTM Circuito Campano della Danza.
In particolare, la programmazione si articola tra Salerno e il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni per incontrare non solo la comunità che vive questi luoghi ma anche le persone che li popolano nel periodo estivo. Da qui l’idea di trasformare in palcoscenico della danza i meravigliosi giardini di Villa Matarazzo di Santa Maria di Castellabate, il Convento di San Francesco a Gioi, Palazzo Ricci ad Ascea e l’atrio del Duomo di Salerno.
IL PROGRAMMA Il primo appuntamento con l’edizione 2021 è fissato per martedì 22 giugno (alle 22.30) con “Piramo e Tisbe”: nell’atrio del Duomo di Salerno danza la Compagnia Borderlinedanza. Lo spettacolo, le coreografie sono di Claudio Malangone, è una traduzione in un flusso dinamico di energie ed emozioni della commovente storia d’amore raccontata da Ovidio nelle sue Metamorfosi e divenuta, più in là negli anni, ispirazione per lo sciagurato amore shakespeariano di Romeo e Giulietta.
A seguire, ci si sposterà a Gioi Cilento, nel Convento di San Francesco. Qui, il 27 (alle 21.00) tocca all’ARB Dance Company in “Divine”. Si tratta di un debutto per l’ensemble diretto da Annamaria Di Maio. In scena un viaggio al femminile che, attraverso uno studio approfondito dei versi della Divina Commedia recitati e declinati in danza, farà riflettere sulla condizione femminile, sulla discriminazione e parità di genere, uno degli obiettivi significativi dell’Agenda 2030. Le coreografie sono di Roberta De Rosa.
Il 30 (alle 19) sempre a Gioi il palcoscenico cede il passo alla Compagnia Giardino Chiuso in “Bianchi Sentieri”. La performance, che traduce in movimento i temi della conservazione e della trasmissione della memoria del nostro patrimonio culturale, muta a seconda dei luoghi da cui trae ispirazione e che suggeriscono, di volta in volta, nuove partiture coreografiche a firma di Patrizia de Bari, laddove l’artista Andrea Montagnani crea, a seconda degli allestimenti, la parte video. Lo spettacolo sarà replicato il primo luglio (alle 19) a Palazzo Ricci di Ascea.
Palazzo Ricci di Ascea sarà palcoscenico anche della Compagnia Artgarage, che interpreterà giorno 2 luglio (alle 21) “Scappa Napoli”, un urlo di denuncia tradotto in danza. La coreografia, di Marcella Martuscello, esprime tutta l’energia che esplode come lava e diventa voglia di riscatto in nome di quell’antico orgoglio partenopeo che lega indissolubilmente gli abitanti di Napoli alla propria terra.
Appuntamento in Villa Matarazzo di Santa Maria di Castellabate il 3 (alle 21) dove sempre la Compagnia Artgarage sarà protagonista sì ma questa volta di “Silence” di Emma Cianchi, un processo creativo in bilico tra live-performance e installazione; a seguire la Compagnia Campania Danza in “Danza in Versi”, performance che nasce dall’incontro tra la penna della scrittrice Brunella Caputo e la danza di giovani coreografi Antonello Apicella, Ketty Lanzara, Alfonsina Beatrice, Melania Nicastro. Parola scritta, parola pronunciata ed infine parola danzata riannodano il filo del tempo.
Di nuovo a Palazzo Ricci di Ascea l’8 luglio (alle 21): protagonista la Compagnia Estemporada in “L’ospite d’onore”. Sulla scia delle avventure del grande Diabolik, leggendario personaggio dei fumetti donato dalle matite e dall’estro di Angela e Luciana Giussani, nasce uno spettacolo in cui letteratura a fumetti, musica e danza si fondono in uno spettacolo unico nel suo genere. Le coreografie sono di Livia Lepri.
Per le ultime tre date si ritorna a Santa Maria di Castellabate. Due performance nella stessa sera il 16 luglio (alle 21): prima “Pezzi Fragili” della Compagnia Naturalis Labor. Una storia di persone comuni le cui abitudini giornaliere sono intrecciate con il luogo che abitano. Secondo il disegno coreografico di Luciano Padovani lo spazio non è soggetto allo scorrere del tempo, è un luogo sacro, senza età, in cui è presente una ciclicità o una ripetizione quasi assurda.
Poi “SKIN” by Claudio Malangone, targato Borderlinedanza. Attraverso un circuito analogico digitale la performance esplora, in condivisione con lo spettatore, le possibilità del corpo umano e del movimento di trasformarsi in suoni. Curiosità, gioco e opportunità creative in un dialogo reciproco tra musica e interazione di corpi.
Doppio spettacolo anche il 23 (alle 21): “Without Color” del Gruppo e.motion, un viaggio nell’universalità dell’essere umano, nei tratti comuni che caratterizzano le razze, nell’importanza del confronto per la crescita globale del mondo. L’idea della regista e coreografia Francesca La Cava è quella di portare in scena diversi corpi, diverse razze, diverse vite per far sì che le singole esperienze diventino “virali” e portino i singoli danzatori a contaminarsi tra loro.
A seguire “Isabel” della c.ie Twain Physical Dance Theatre. Tratto dalla storia vera di Victoria Donda, prima figlia di “desaparecidos” ad essere eletta alla camera dei deputati argentina, i coreografi Yoris Petrillo e Aleksandros Memetaj privano il racconto di tutti i riferimenti temporali, a nazioni e personaggi, per dare un respiro più universale allo spettacolo e soffermarsi sulla figura della donna.
Salerno Danza Festival si conclude il 3 agosto (alle 21) con il connubio di due realtà, la Albania Dance Company e la Borderlinedanza insieme in “No Time/No Touch”. No Time (concept, regia e coreografia di Gjergi Prevazi) è una ricerca artistica basata sul tema dei cicli dei fenomeni storici e sociali. Nel perimetro di un cerchio si alternano i vincitori e i vinti, i criminali e le vittime, gli stupratori e gli stuprati, i vivi e i morti. Al centro la giusta distanza e la metafora dell’uguaglianza tra il male e il bene, tra la seduzione e la resistenza, tra l’amore e l’odio. No Tuch invece sarà realizzata attraverso una residenza creativa tra Salerno e il Cilento: il territorio campano sarà fonte di ispirazione.
INFO UTILI Per incentivare il pubblico a tornare ad applaudire la danza, il costo del biglietto per tutte le date di Salerno Danza Festival è di 3 euro. Per informazioni e prenotazioni: https://www.facebook.com/salernodanzafestival.