Salerno Classica, propone a partire da venerdì 12 luglio nell’incantevole cornice di Villa Salati, tre appuntamenti che impreziosiranno l’estate del comune di Capaccio Paestum.
E’ questo un mini-cartellone che porterà la grande musica tra i templi, lanciando un vero e proprio ponte tra la solennità storica delle antiche pietre e il futuro, a partire proprio da questo primo appuntamento che proporrà un tributo ad Ennio Morricone con il soprano beneventano Daniela Del Monaco con l’Orchestra del Teatro Goldoni di Livorno, diretta da Francesco D’Arcangelo, che è anche il direttore artistico della Associazione Gestione Musica, promotrice insieme al comune di Capaccio Paestum, guidato da Franco Alfieri, una rassegna che gode del patrocinio del Ministero della Cultura, della Regione Campania, nonché il sostegno della Bcc Capaccio Paestum Serino e della Fondazione della Comunità Salernitana, spaziare tra i diversi generi musicali e prestigiosi ospiti, puntando a recuperare i valori della musica in un’ottica di dinamicità, innovazione, esperienza e dialogo.
Infatti, il 12 luglio, grazie ad un led wall, i musicisti potranno interagire con l’intelligenza artificiale, che ricreerà personaggi e luoghi dei film dei quali si è scelto di eseguire le colonne sonore. Prima soundtrack, la romanticissima Le Vent, Le Cri, poche note, evocative, nate nel 1982 per il film poliziesco “Le Professionnel,” diretto da Georges Lautner con un indimenticabile Jean-Paul Belmondo. Quindi, si passerà a quel Morricone che tutti conosciamo. Ci accorgeremo in questi pezzi, degli Oscar negati, dell’incessante ricerca del suono puro, che costituisce la costante morriconiana per eccellenza, quasi fosse essa stessa pedale, bordone, soggiacente l’azione e la vita dell’artista, trait’ d’union delle sue formule espressive e delle sue necessità, dall’attenzione all’orchestrazione, raffinatissimo apparato idiomatico-linguistico, alla libera esplorazione di generi e soluzioni musicali apparentemente in contrasto. Dietro quelle colonne sonore che tutti conosciamo, c’è l’uso elegante di tecniche modernissime, come il serialismo e la musica concreta, combinate con elementi di popular music, influssi folk, canti celtici, canto gregoriano, trombe mariachi e un complesso di esecutori della taglia di un’orchestra sinfonica. In “Il buono, il brutto, il cattivo”, Morricone usa una melodia convenzionale, suonata da una chitarra elettrica, un’ocarina, e un’armonica, accanto a strumentazioni di tipo ancora meno convenzionale che includono il fischio, jodel, grugniti, vocalizzazioni talvolta irriconoscibili come umane, schiocchi di frusta e fucilate, come in “Giù la testa”. Ricercatezze molto preziose, e naturalmente c’è il godimento puro di ascoltare temi che conosciamo benissimo come Metti una sera a cena, swingante e ironica, oppure Il buono il brutto e il cattivo che si rivela come un duello con quel breve spunto di note che all’origine fu ispirato dal verso del coyote, prima di sciogliersi nell’emozione purissima del Tema di Deborah di C’era una volta in America, il film che si ricorda anche per Amapola, che è una delle più belle invenzioni di Morricone, alla quale teneva moltissimo perché esprimeva molto bene il suo ideale di melodia scritta con un esiguo numero di note col massimo risultato. E ancora l’uso dell’ostinato e ancora, e il leitmotiv di “Nuovo cinema Paradiso”, un film in cui Tornatore e Morricone hanno sposato le loro arti a meraviglia, creando film e musica uno per l’altro, e ancora Mission, da cui ascolteremo un medley con quel Gabriel’ oboe, che esprime la resurrezione di speranza e gioia e l’inversione del tempo che è alla base di questa pagina. Musiche, come Mille Echi che è il tema principale della serie La Piovra, che hanno la capacità di entrare, e soprattutto rimanere, nel cuore di chi ascolta. E questo “rimanere” è sempre la spia di un compositore che scava nel profondo, e deposita nei nostri ricordi note, accordi ed effetti che resistono al tempo, con l’ampiezza della sua linea melodica, il colore delle armonie e uno sviluppo che può richiamare alla memoria certa produzione romantica del secondo Ottocento, e giungere vincitore fino alla fine dei tempi.
Evento clou della manifestazione venerdì 19 luglio Antonella Ruggiero in Concerto Versatile sostenuta dall’Ensemble Salerno Classica diretto da Valter Sivilotti, un viaggio in tutti i Sud del mondo, tra nuove culture, nuovi suoni e ritmi che negli anni si sono rivelati vincenti prima con i mitici Matia Bazar, e oggi con nuove contaminazioni popolari tra titoli quali “Balada do Sino” della tradizione portoghese, “Kirie” da una messa Luba africana, la sarda “Non potho reposare” e la friulana “Oh tu stele” e tante altre sorprese fino alla “Guantanamera” cubana. Finale giovedì 5 settembre con un omaggio a Domenico Modugno, “Volare”, con Peppe Voltarelli protagonista e l’orchestra Sinfonica di Sanremo diretta da Giancarlo de Lorenzo. Un tributo a Domenico Modugno, attore, autore e cantante di successo, uomo del sud ma soprattutto artista a tutto campo, innovatore della canzone italiana e raffinato performer autore di brani memorabili capace di spaziare dalla canzone moderna esistenzialista e socialmente impegnata al canto in dialetto ripercorrendo i sentieri della tradizione popolare esaltando i valori della civiltà contadina e l’amore per la natura. Il repertorio di Domenico Modugno, illustre rappresentante di questa tradizione , che con il suo talento seppe creare le basi per una innovativa poetica culturale, restituendo dignità all’uso del dialetto, diventa per Voltarelli il pretesto per una riflessione autobiografica sul viaggio e sul senso di sradicamento e precarietà di ogni emigrante.