Un epilogo già scritto. Giovanni Martusciello paga per tutti e al suo posto, manca solo l’ufficialità, arriva Stefano Colantuono. Una scelta deprimente che, se possibile, affossa ancora di più l’umore di una tifoseria ormai rassegnata al peggio. Perché, dopo aver visto cosa è stata capace di combinare questa società l’anno scorso, nessuno crede anche solo per un impeto di follia che la stagione attuale possa produrre risultati migliori. Il proprietario, in fuga da oltre un anno, non ha soldi da investire e il cosiddetto top management si contraddistingue ormai solo per la capacità di fare chiacchiere a vuoto. Aggiungiamoci la pittoresca presenza del presidente Roberto Busso, uno che conta meno del segretario e che però viene pagato lautamente solo per andare a vedere le partite e parlare, anche lui come Maurizio Milan, a sproposito ogni volta che viene intervistato. Con questa gente non si va da nessuna parte e i risultati, un anno fa come oggi, sono lì a testimoniarlo. Dopo l’addio di Sottil, una fortuna visti i disastri che sta combinando a Genova, c’era spazio per una scelta davvero oculata invece una vocina romana ha consigliato di prendere Giovanni Martusciello. Persona rispettabile ma assolutamente inadatto, come allenatore, a gestire una rosa con pochi calciatori di gamba, tanti cavalli zoppi e qualche bidone lasciato in eredità dalle passate gestioni tecniche. Serviva un allenatore di esperienza e carisma, è invece arrivato un giochista che fa parte di quella categoria chic dei tecnici che fanno giocare bene le squadre, danno lavoro ai match analyst e non vincono mai niente. Salvo rare eccezioni. E infatti la Salernitana, pur primeggiando in quelle statistiche inutili tipo la presenza nella metà campo avversaria e il possesso palla, ha preso schiaffi ovunque. In questo scenario una società degna di questo nome, tipo il Cagliari di 2 anni fa che licenziò Liverani per prendere Ranieri, avrebbe impresso una reale svolta tecnica. Invece torna per l’ennesima volta Colantuono e lo fa con il più deprimente e penoso degli accordi: prolungamento del contratto in caso di salvezza. Sembra di rivivere il cammino horror dell’ultima serie A. Con l’aggravante di una piazza che non ha nemmeno la capacità di contestare. Civilmente ma con durezza.