Partiamo da ciò che dovrebbe succedere nelle prossime ore. Via Giovanni Martusciello e dentro, salvo sorprese, l’ormai consolidato Stefano Colantuono. Una soluzione buona per chi, come il proprietario della Salernitana, non ha soldi e deve arrangiare con quello che c’è già in casa. La gente è scontenta, delusa, arrabbiata. Ma possiamo dire, senza paura di essere smentiti, che le colpe di questo disastro non sono solo dell’allenatore. Cosa ci si poteva aspettare da una squadra costruita alla meno peggio, senza soldi e con l’immancabile cornice di confusione e sciatteria che caratterizza questa società. Un club con un proprietario in fuga da un anno e mezzo, con l’improvvisazione come regola di base e una disorganizzazione come poche volte si è visto nel calcio. Francamente non si capisce cosa potrebbe fare un altro allenatore in questo contesto. Quindi tanto vale prendere Colantuono per dare, come già accaduto in passato, l’idea che si stia facendo qualcosa per raddrizzare la rotta di questa cianciola. La sconfitta con il Bari, intanto, manda i granata all’inferno, con la prospettiva del doppio salto all’indietro ormai concreta. Il grande piano di rilancio di Maurizio Milan evidentemente non ha tenuto conto del fatto che nel calcio i conti devono andare di pari passo con i risultati. Altrimenti va comunque tutto a rotoli.