Salernes, la Salerno provenzale abitata dai Salernois.

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da Massimo La Rocca riceviamo e pubblichiamo

E’ giunta l’ora di staccare la spina, di cambiare aria, di andare in vacanza. L’aereo si solleva fiero dalla pista dell’Aeroporto di Salerno, diretto verso Marsiglia.

Con l’auto presa a noleggio, viaggio senza meta per le tortuose strade di montagna del sud della Francia, dove si avverte la brezza proveniente dal mare della Costa Azzurra. All’improvviso m’imbatto in un cartello, lo supero.

Sogno o son desto? Con le grosse ruote della Renegade che mordono l’asfalto polveroso, faccio retromarcia per poterlo leggere con calma. C’è scritto SALERNO! Salerno in lingua provenzale, quindi nel dialetto del luogo. Però SALERNES in lingua francese, va bè, ma chi se ne frega(pic1 fonteBastide-rose).

Scopro poi che gli abitanti hanno un nome che pronunciato in italiano sembra quello di un popolo extraterrestre: sono i SALERNOIS.

A guardare i Salernois mi metto quasi paura, sembrano facce conosciute, sembrano Salernitani, Salernitani di montagna. Ma che ci fanno dei Salernitani da queste parti?(pic2 fonteCommunes).

Nel loro stemma comunale(pic3 fonteWikipedia), per colori affine a quello della Salerno italiana, su fondo rosso campeggia il disegno di una Fortezza, che mi riporta alla mente, limitatamente alla fascia centrale verticale, il disegno presente, insieme alla scritta OPULENTA SALERNO, sulla nota moneta longobarda dell’XI secolo di Gisulfo II principe di Salerno(pic4 fonteTiscali); il mistero s’infittisce.

E’ famosa inoltre la “Tomette de Salernes”, paragonabile alla nostra “Riggiola di Salerno”, ma Salernes è conosciuta per le sue ceramiche anche nel loro significato più ampio, e il pensiero corre alla secolare ceramica salernitana e vietrese.

Allora è vero che esiste un Universo parallelo! O forse i Salernois ci spiano e ci copiano, insomma i soliti Francesi invidiosi degli Italiani! Il sindaco? Una certa Nicole Fanelli, di chiare origini italiane, in carica dal 2008, e lo sarà fino al 2020: vizi di attaccamento alla poltrona chiaramente salernitani.

Secondo lo storico salernitano Carucci, Salernes fu fondata nel IX secolo dai Saraceni reduci dall’Assedio di Salerno quando la città era retta dal principe Guaiferio: nell’871 più di 30.000 Saraceni, giunti nel Golfo di Salerno con più di 1.000 navi, assediarono la città; duramente sconfitti dai Salernitani nell’872 dopo un Assedio durato più di 1 anno, si sarebbero diretti via mare verso il sud della Francia, dove, in omaggio alla città che gli aveva resistito, avrebbero fondato Salernes. Secondo invece lo storico francese Garcin, Salernes fu fondata nel XIV secolo da famiglie italiane originarie di Salerno, che si stabilirono in territorio provenzale al seguito di Giovanna d’Angiò principessa di Salerno e contessa di Provenza.

In quest’epoca Salernes si trovava sulla Via del Sale che dalla Costa Azzurra conduceva alle Alpi, ma nella stessa cittadina esistevano Cisterne per la produzione di Sale, e anche in tal caso si può vedere un elemento in comune con Salerno, visto che, a parere di qualche studioso, la produzione di Sale era una delle principali attività svolte nella nostra città in età romana o addirittura etrusca.

Peccato che alla foce del fiume Irno il secolare Ponte a schiena d’asino, immortalato in un dipinto ottocentesco di Antoon Sminck van Pitloo(pic5 fonteUgoVolpe), non esiste più da tempo, perché ormai stare a Salernes è come stare a casa, scavalco infatti l’antico Ponte a schiena d’asino sul fiume Bresque(pic6 fonteWikipedia), e mi sembra di scavalcare l’Irno! Cordiali saluti.

Massimo La Rocca

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