Giovedì 5 gennaio anche in Campania partono i saldi 2017, che proseguiranno sino al 2 marzo. Lo studio di Confesercenti rileva che i saldi, in base alle intenzioni di acquisto degli italiani, possono valere potenzialmente oltre 4,9 miliardi di euro di consumi, per una spesa media di circa 330 euro a famiglia. Con riferimento alla Campania si parla di una stima di 250 milioni di euro di spesa, una grande opportunità per dare ossigeno alle aziende in perenne crisi economica.
«L’invito che lanciamo ai consumatori – spiega Vincenzo Schiavo, presidente di Confesercenti Napoli e Campania – è di spendere nelle attività commerciali sotto casa, in modo da evitare un tracollo già in atto. Ogni giorno chiudono 16 attività commerciali, 25496 in tutta Italia nel 2016: un dato tragico che avrebbe come conseguenza accessoria anche un progressivo svuotamento dei centri storici. Senza negozi e attività commerciali i Comuni incasserebbero meno tasse e questo porterebbe a non poter garantire sicurezza, pulizia e servizi nei quartieri cittadini. Una serie di effetti a catena che bisogna evitare tornando a spendere nei negozi sotto casa, a partire dai saldi. Diversamente da qui a 10 anni non avremo più attività commerciali nei centri abitati che saranno desolatamente svuotati. Ci sono nuove start up che tendono tuttavia a chiudere nel giro di tre anni. Si spenda nei negozi storici sotto casa, quelli che assicurano, conseguentemente, anche pulizia e sicurezza nelle strade».
I saldi, dunque, come occasione per fermare questa emorragia di imprese tendenti al fallimento. «Una grande opportunità, se si considera che dal 2011 ad oggi nel commercio in Italia ci sono stati 26 miliardi di euro di fatturato in meno. Le nostre imprese – sottolinea Schiavo – vanno avanti incassando di meno e nonostante un aumento negli ultimi 5 anni, da un 10% sino al 38%, dei costi dei fitti, del costo della forza-lavoro, del Fisco, dei tributi locali e di gestione con utenze rincari più alti d’Europa».
Intanto qualche segnale positivo c’è: i dati che emergono dal Cenone di Capodanno in Campania sono confortanti. Dopo Lombardia e Lazio la nostra regione è la terza in quanto a spese per l’ultimo giorno del 2016, con una crescita per famiglia salita del 13% (nel resto d’Italia del 9%), dagli 87 euro del 2015 ai 101 attuali. «Sotto questo punti di vista c’è fiducia e una ventata di ottimismo – sottolinea Vincenzo Schiavo – non solo per l’aumento della spesa ma per come si è speso. Salmone a parte gli italiani, e i campani in particolare, hanno acquistato molto di più prodotti artigianali a denominazione d’origine controllata, i vini nostrani e le altre produzioni locali. Sette italiani su dieci, campani compresi, hanno deciso di restare in Italia, con il 3% restante che ha scelto Austria e Spagna come mete estere. Il 13% dei napoletani ha passato il Cenone in ristoranti in città, con un flusso economico che, dunque, è rimasto sul territorio, tra la spesa nei prodotti tipici e nei ristoranti cittadini».