“Rosso caldo”, magica serata al Rodaviva con Patrizia Rinaldi.

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rossocaldo_pubblicoUn magica serata vissuta nella calda accoglienza che il “Rodaviva” riserva sempre nei momenti di condivisione, di esperienza, di crescita.

È stata quella vissuta lo scorso sabato 1° novembre al Bar Libreria di Cava de’ Tirreni (Sa), dove si è tenuta la presentazione di “Rosso caldo”, nuovo lavoro editoriale di Patrizia Rinaldi (Edizioni E/O).

Ad accompagnare la scrittrice la voce dell’attrice-regista Brunella Caputo, che ha scandito i passi del romanzo con letture chiare, decise, che hanno fatto calare il pubblico nel testo, e la presentazione di Luca Badiali, impeccabile e preciso come sempre.

«Il “Rodaviva” racconta una storia bella di accoglienza, curiosità, gusto, interesse. E dice di progetti, di discrezione e di ospitalità – ha affermato Patrizia Rinaldi – È proprio un posto speciale dove tornare e tornare. Grazie a Luca Badiali, relatore di garbo e competenza, ed a Brunella Caputo, che “diventa” le parole che legge e le fa vivere».

badiali_rinaldi_caputo«Un grazie di cuore in primis a Patrizia, che mi onora della sua amicizia e per il modo fantastico in cui compone storie – ha aggiunto Luca Badiali – Ma anche e soprattutto a quanti sono intervenuti: in un momento difficile per la cultura è bello vedersi circondati da persone che condividono la passione della lettura. Ed un grazie particolare va in questo senso all’associazione “Fedora” ed al gruppo “Sei di Cava de’ Tirreni se…” per il loro “affetto” e per la loro partecipazione all’iniziativa».

Ed in tale contesto la scrittrice napoletana ha presentato il suo nuovo romanzo, che definirlo “giallo” sarebbe riduttivo. “Rosso caldo” ha di “giallo” certamente la trama, usata più come espediente per mettere in luce le storie dei personaggi, anche quelli “minori”, che come descrizione della scena del crimine in sé per sé. Ma “Rosso caldo” è di più: è il racconto dei personaggi del commissario Martusciello, dell’ispettore Liguori, dell’agente scelto Carità, di Ninì, di Gianni Russo, delle cugine Rosselli, che mai come questa volta assumono una voce più potente e decisa.

Una nuova avventura, la terza dopo “Blanca” e “Tre numero imperfetto”, per Patrizia Rinaldi che si riconferma scrittrice originale, profonda nello scolpire la psicologia dei suoi personaggi, con spiccata vocazione a travalicare in modo personale gli stilemi del noir classico. Nell’indagine è coinvolta anche la sovrintendente Blanca Occhiuzzi, già protagonista dei due precedenti lavori dell’autrice. Ipovedente dall’età di tredici anni, Blanca ha sviluppato un intuito eccezionale che la fa destreggiare abilmente anche nei casi più intricati.

Lo scenario dei crimini è una Napoli grigia bagnata dalla pioggia primaverile. Dagli scantinati di Palazzo de Pignatta, l’anziana Alina ode da anni rumori di spiriti che agitano ferraglie e si lamentano. Nemmeno la sua convivente, Mariarca, vuole darle credito, finché proprio nei sotterranei del Palazzo viene rinvenuto il corpo di Geronimo Sellitto, un impiegato delle poste con un’ossessione morbosa per l’arte. Dopo un po’ un secondo impiegato dello stesso ufficio postale, Oreste Bonomo, viene ucciso con tre colpi di pistola. Le indagini s’intrecciano alle vicende personali dei protagonisti: la relazione fra Blanca e Liguori entra in crisi mentre la vita di Ninì, figlia adottiva di Blanca, viene messa a repentaglio. Il padre della ragazzina, Gianni Russo – in carcere per uxoricidio – vuole mettersi in contatto con lei per usarla e portare a termine un infido proposito.

Il commissario Martusciello comincia ad accusare vuoti di memoria, mentre la noia lo assale nei momenti meno opportuni. L’agente scelto Carità è trincerato come non mai dietro la barriera del suo mutismo. I personaggi sono così intrappolati nella rete delle proprie inquietudini, rompendone le maglie solo al raggiungimento del parossismo creato dal ferimento di Martusciello. Nello squarcio sul fianco del commissario, Liguori rivede “un geyser di rosso e di caldo”.

Ancora rosso, un rosso che risveglia le menti dei protagonisti, restituendo loro la forza e lo scatto per risolvere un’inchiesta che ribalterà lo status della Napoli dei signorotti, dei segreti di famiglia, dei voyeurs e dei fanatici dell’Azionismo Viennese, col sangue che diventa pittura e traccia da inseguire per far emergere scomode verità.