“Il futuro del cinema è molto prossimo, poiché il cinema avvince tutte le classi sociali, come l’arte primitiva d’un mondo che è da venire”. Così scrive Rocco Scotellaro, il poeta del mondo contadino, il poeta sindacalista, nato a Tricarico, in provincia di Matera, il 19 aprile del 1923 che, negli anni 1951/52 lavora ad un progetto di film che doveva essere intitolato “I fuochi di San Pancrazio”. Per la realizzazione della sceneggiatura Scotellaro si confronta con: Carlo Levi, Linuccia Saba, Gerardo Guerrieri e con il regista Duilio Coletti. A raccogliere tuti i materiali superstiti di questo progetto cinematografico, recuperato in vari archivi pubblici e privati, è stato il professor Sebastiano Martelli, già docente di Letteratura Italiana presso l’Università di Salerno dove è stato anche Direttore del Dipartimento di Studi Umanistici, che li ha pubblicati, per la prima volta, in un libro intitolato “I fuochi di San Pancrazio”, edito da “Quodilibet”, da lui curato e nel quale ha anche scritto un saggio critico – filosofico. “Scotellaro attraverso la sceneggiatura del suo film, che però non è mai diventato un film, vuole rappresentare un pezzo di mondo della civiltà contadina meridionale degli anni Trenta-Quaranta del Novecento, utilizzando tutte le tecniche del cinema popolare e melò, come quelle usate per realizzare film di grande successo come “ Catene” o “I figli di nessuno” diretti nel 1949 e nel 1951 da Raffaello Matarazzo, con protagonisti Amedeo Nazzari e Yvonne Sanson” – ha spiegato il professor Martelli durante la conviviale rotariana, a lui dedicata, organizzata presso il “Circolo Canottieri “ di Salerno dal “Rotary Club Salerno Duomo” presieduto dall’ingegnere Sabato Cuozzo.
Il professor Martelli, Socio Onorario del Club, ha raccontato che Scotellaro nel 1950 si era dimesso da Sindaco di Tricarico, il suo paese natale, dove fu eletto, nel 1946, a soli 23 anni:” Fu il più giovane Sindaco d’Italia. Venne poi ingiustamente accusato di concussione: fu arrestato e poi liberato. Morì d’infarto, a soli 30 anni, a Portici, il 15 dicembre del 1953”. Il professor Martelli, ha raccontato che il padre di Scotellaro era un calzolaio – contadino che per far andare il figlio a scuola si trasferì con tutta la famiglia a Sicignano degli Alburni dove, in un convento, Scotellaro frequentò le scuole elementari. ” Poi studiò a Cava De’ Tirreni e a Trento, dove abitava la sorella. La madre, sarta – casalinga, che scriveva lettere per gli emigranti, ebbe una grande importanza nella vita di Scotellaro: a lei dedicò anche una sua poesia” ha spiegato Martelli che ha anche ricordato che Scotellaro, da Sindaco, fece costruire a Tricarico il terzo ospedale della Lucania e che lo scrittore lucano era molto amico di Carlo Levi e di Manlio Rossi-Doria che nel 1950 lo invitò a trasferirsi a Portici e a lavorare presso l’istituto dell’Osservatorio di Economia Agraria di Portici da lui diretto:” Lì Scotellaro concepì l’ambiziosa ricerca antropologica “Contadini del Sud” che sarebbe stata pubblicata postuma con prefazione di Manlio Rossi-Doria”. Martelli ha ricordato anche l’altro libro scritto da Rocco Scotellaro e pubblicato, incompiuto, dopo la sua morte:” L’uva puttanella”: la sua autobiografia, scritta durante il suo periodo di prigionia a Matera, che durò quaranta giorni, nel quale parla della “Buia Lucania”. Il professor Martelli ha fatto parte del Comitato scientifico istituito dalla Regione Basilicata per celebrare, nel 2023, il Centenario della nascita di Scotellaro:”Il Comitato ha elaborato un progetto scientifico che ha portato alla pubblicazione di alcuni testi sulle opere di Scotellaro. Sono stati pubblicati degli scritti inediti dello scrittore, in particolare i Taccuini, a cura di Franco Vitelli e Giulia Dell’Aquila, e gli “Scritti cinematografici”, curato da me e da Goffredo Fofi; due consistenti volumi, di oltre trecento pagine ciascuno, editi dall’editore Quodlibet” – ha spiegato il professor Martelli che ritiene Scotellaro un autore quanto mai attuale:” Sebbene Scotellaro possa apparire un personaggio di un mondo che non interessa più a nessuno, è invece un autore che interessa ancora: lui era un mito in quel momento storico, un personaggio che era espressione di un mondo, ma con delle caratteristiche intellettuali di una grande modernità. Scotellaro e la letteratura in generale ci aiutano a capire il passato, la Storia”. Le conclusioni sono state affidate al Cavaliere Tony Ardito, Assistente del Governatore del “Distretto Rotary 2101”, il dottor Ugo Oliviero. Presente alla serata, salutato dal Prefetto Alfonso Giordano, il socio rotariano americano Charles Chuck Pepka del “Rotary Club Renton”, una città che fa parte del circondario di Seattle, nello stato di Washington, che dopo aver raccontato la sua esperienza di oltre cinquant’anni nel Rotary ha consegnato una “Paul Harris”, il più ambito riconoscimento del Rotary, al presidente e amico da quarant’anni, Sabato Cuozzo.
Aniello Palumbo