Roccadaspide, continua la polemica Sindaco-opposizione.

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roccadaspidedai consiglieri comunali di Roccadaspide Paolo Antico e Fernando Morra del Gruppo Consiliare “Mi Piace Roccadaspide”riceviamo e pubblichiamo

Sindaco Auricchio, non si esordisce in un manifesto pubblico offendendo la dignità e l’onesta intellettuale di Consiglieri Comunali (di opposizione). È un vezzo offensivo che, travalicando ogni misura politica e trascendendo sul personale, è solo il segno della solitudine e debolezza del personaggio, abbandonato ormai anche dai suoi veterani, nonché dell’usura che l’abbuffata del potere ha fatto dell’uomo politico.

Questa consuetudine sgradevole di oltraggiare l’avversario che, per fortuna, non ci appartiene, è ancora più indegna e vergognosa perché usata dal Primo Cittadino nell’esercizio delle sue funzioni, avendo adoperato, nella redazione del manifesto, il simbolo ed il nome della Città di Roccadaspide e del Sindaco.

Il Sindaco, però, dovrebbe essere esempio, per l’intera comunità, di rettitudine e comunione sociale e non di mera e vuota autocelebrazione di sé stesso.

Bontà sua che non si accorge di non rappresentare più questa Comunità forse perché pervaso da un delirio di onnipotenza così invasivo da impedirgli di avvedersi che si trova al capolinea di un presunto regno di provincia.

Ricordiamo al quasi ex Sindaco ossessionato dal “quasi ex” ed al suo fido Scrivano Signor Sic!, i quali non sono stati capaci neanche di copiare ciò che avevano sottratto con destrezza ai legittimi titolari, che quel “giocattolo” è frutto della volontà popolare che ci ha permesso di conquistarlo con le nostre sole forze (oltre 400 preferenze insieme alle scorse elezioni) e quella “bicicletta” (Le Notti dell’Aspide) è stata ideata e costruita, unitamente al contributo determinante di tanti giovani e volontari, anche con la nostra testa, le nostre mani e le nostre capacità. Peccato che il Sindaco si sia impegnato a distruggerla.

Quanto al fatto specifico “Sala Polifunzionale”, ricordiamo che Roccadaspide avrebbe dovuto avere, già dal 2011, una cinema – teatro e, oggi, nel 2015, ancora non ce l’ha!

Basterebbe far presente alla Cittadinanza che l’opera pubblica del cinema – teatro (sogno della Comunità Rocchese) sarebbe dovuta essere consegnata al Comune già il 27 maggio 2011, ossia 24 mesi dopo il contratto stipulato il 27 maggio 2009, mentre, nella primavera del 2014 quando è avvenuto il sequestro giudiziario, erano già trascorsi 3 anni senza la consegna.

Sequestro dovuto ai vizi di costruzione ed altro e non certo alle magie di cittadini o di Consiglieri Comunali come vorrebbe far credere.

La mancata ultimazione del cinema teatro non dipende, a sua volta, dal sequestro.

A ripensarci, comunque, i lavori non proseguivano a rilento ma erano proprio fermi, e ciò ce lo dice il Consulente Tecnico del Tribunale di Salerno nella sua perizia.

Ci meraviglia che il Sindaco, tanto attento alle opere pubbliche ed ai suoi sviluppi, si sia dimenticato di controllare lo svolgimento della realizzazione della Sala Polifunzionale e non si sia accorto dei ritardi di esecuzione della stessa.

Perché non ha sollecitato e non sollecita l’impresa Opsa e l’impresa Infrater a concludere il cinema teatro?

Perché non ha chiesto e non chiede i danni, nell’interesse della Comunità di Roccadaspide danneggiata, all’impresa Opsa e all’impresa Infrater o ad altri soggetti responsabili?

Il Sindaco, poi, inspiegabilmente continua ad insistere nel voler coinvolgere altri dipendenti e Dirigenti che noi mai abbiamo nominato. Sorge il sospetto che lo faccia nell’esercizio del suo potere gerarchico per indurli a discolparlo.

Lungi dal dare giudizi sommari e giudiziari che concernono esclusivamente la Magistratura, la realtà è che conosciamo tutti le responsabilità politiche e morali del nostro Sindaco sulla vicenda ed alle quali soltanto ci riferiamo. Se non ci fosse stato il suo avvento, crediamo non ci sarebbero stati subappalti e neanche il coinvolgimento di altri dipendenti nella vicenda giudiziaria e, soprattutto, l’opera pubblica sarebbe stata portata a compimento e consegnata ai cittadini di Roccadaspide nei tempi previsti.

Ed, inoltre, è vero che ci sono arrivate due querele: una di Girolamo Auricchio ed una di Guido Bamonte dell’Infrater. Evidentemente queste due persone seguono percorsi comuni.

In ogni caso, non interessa chi siano gli imputati e le ipotesi di reato loro ascritte (se per falso materiale e falso ideologico come per il Sindaco o altre per gli altri 10 imputati), anche perché il processo farà il suo corso senza interferenza alcuna.

Anzi, auguriamo a tutti loro di chiarire presto, e positivamente, la loro posizione. Il mero giustizialismo non ci appartiene.

Ciò che interessa è il danno prodotto alla Comunità.

Il Comune ha (già) trasferito all’impresa il terreno con atto pubblico del 2009, mentre l’impresa esecutrice dovrà trasferire il cinema – teatro (i piani sottostanti il piano stradale) ed alcuni parcheggi al Comune alla fine dei lavori.

Il Comune si è già privato del terreno del valore di € 2.000.000,00 (due milioni di euro) e in cambio non ha ancora ricevuto nulla e, comunque, riceverà il cinema teatro ed i parcheggi con notevole ritardo rispetto ai patti.

Il danno consiste proprio nel trasferimento del terreno (non più nel patrimonio del Comune) del valore di due milioni di euro senza ad oggi aver ricevuto nulla in cambio perché tutto è nel patrimonio dell’impresa.

Il danno è proprio lì; è sotto gli occhi di tutti.

Forse siamo vicini all’articolo quinto, quello del chi ten’ mmanu è vint!!!

E allora il Sindaco che fa? Fa finta di nulla e ritiene che il Comune non debba costituirsi parte civile nel processo.

Perché? Forse perché lui è imputato nello stesso processo?

Allo stesso tempo, però, il Sindaco, autopromuovendosi a “Giudice” (di Cassazione?), autoassolve sé stesso prima dei processi e giudica la sua opposizione consiliare, noi compresi, quale peggiore espressione della politica degli ultimi 50 anni.

Probabilmente dimentica che i ricorsi su tutto e tutti rappresentano la storia degli ultimi 50 anni, di cui lui è stato un protagonista indiscusso.

Sindaco, ci consenta.

Se ne faccia una ragione.

È ora di dire basta.

Stiamo arrivando …