Riforma Madia, TAR Lazio: i Forestali possono associarsi per la difesa dei propri diritti.

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Due importanti provvedimenti, nel giro di pochi giorni, alimentano le speranze degli ex Forestali, in attesa che sulla legittimità della soppressione del Corpo Forestale dello Stato e della militarizzazione dei suoi membri, forzatamente trasferiti all’Arma dei Carabinieri, si esprima la Corte Costituzionale.

La Consulta, infatti, ha deciso che il 10 aprile 2018 dovrà essere discussa la questione del riconoscimento dei diritti e delle libertà sindacali, e di associazione di ogni militare appartenente all’Esercito, alla Marina, all’Arma dei Carabinieri o alla Guarda di Finanza.

In questo giudizio, promosso da Assodipro a tutela dei Finanzieri, i Forestali sono coinvolti in quanto, avendo patito l’accorpamento all’Arma dei Carabinieri, oggi subiscono gli stessi limiti alle libertà costituzionali previsti per chi ha liberamente scelto la professione di militare.
La decisione è attesa con grande interesse, anche perché oramai si avverte l’esigenza di allineare le leggi italiane a quelle degli altri Paesi dell’Unione Europea.
In particolare, con un riconoscimento di diritti e libertà per i militari analoghi a quelli di ogni altro cittadino dello Stato, obiettivo richiesto peraltro da diverse sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo e del Comitato europeo dei diritti sociali. E non solo.

Con la sentenza numero 11186/2017, in settimana il TAR del Lazio ha annullato il provvedimento con il quale il Ministro della Difesa aveva negato il riconoscimento di “Unforced” quale legittima associazione tra ex Forestali, che potesse operare all’interno dell’Arma dei Carabinieri per la tutela dei diritti degli associati.
A seguito della comunicazione con la quale i responsabili di Unforced, nel mese di febbraio 2017, avevano reso noto al Ministero della Difesa l’esistenza di tale associazione di ex Forestali che, tra le altre finalità, ha quella di promuovere il riconoscimento di maggiori diritti e tutele degli iscritti anche in ambito lavorativo, i vertici del Ministero e dell’Arma avevano sia disconosciuto la possibilità che l’associazione rimanesse in vita, a causa della sua presunta natura sindacale, sia provveduto ad intimare sanzioni disciplinari a carico di quanti vi avessero aderito.

“Con una decisione coraggiosa, assunta sulla base di una manifesta fondatezza del ricorso proposto per impugnare tali atti illegittimi – commenta l’Avv. Egidio Lizza, legale che assiste i Forestali dinanzi la Corte Costituzionale e che ha tutelato Unforced ed i suoi iscritti contro il Ministero della Difesa – i giudici amministrativi, dando pienamente ragione alle nostre tesi difensive, hanno annullato i provvedimenti del Ministro della Difesa e dei vertici dell’Arma, ritenendo che rientri nel campo della libera manifestazione del pensiero, fondare associazioni che si propongano come scopo anche quello di modificare l’assetto giuridico dell’ordinamento militare, per quanto attiene alle libertà sindacali e politiche, per superare un assetto istituzionale oramai ritenuto non più conforme all’evoluzione democratica raggiunta dall’ordinamento giuridico nazionale ed internazionale”.
I tempi per le restrizioni anacronistiche che subiscono i militari ai loro diritti e libertà sembrano ormai maturi per un radicale cambiamento, come d’altro canto riconosciuto di recente anche sul piano dell’esercizio dei diritti politici dalla giurisprudenza del Consiglio di Stato.