“L’assoluzione finale con la motivazione “perché il fatto non sussiste” dopo dodici anni di processi e due anni di custodia cautelare ripropone drammaticamente il tema della malagiustizia, della necessaria riforma e dell’intreccio tra toghe e Pd. Da componente del Governo, non potrò presentare atti parlamentari come è avvenuto in passato per denunciare la persecuzione giudiziaria subita dal centrodestra salernitano nel periodo in cui Roberti era procuratore della Repubblica. Lo chiederò ai parlamentari del mio gruppo”. Lo dichiara il Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, on. Edmondo Cirielli.
“Gambino – aggiunge il Vice Ministro – fu la punta dell’iceberg di una serie di inchieste intentate contro di me e il mio partito (allora il Pdl) tutte finite nel nulla, mentre De Luca era sindaco di Salerno e si preparava a conquistare la regione. Cosa che avvenne proprio grazie ai voti di Salerno, dove le inchieste giudiziarie dirette da Roberti disarticolarono il centrodestra alla guida della Provincia”.
“La storia – chiarisce Cirielli – dice che Roberti diventò prima assessore regionale della giunta De Luca e poi eurodeputato con i suoi voti, non disdegnando quelli delle “fritture di pesce”. L’allora presidente della Corte d’Appello di Salerno, Tringali, che condannò Gambino per concussione – condanna annullata in cassazione e cancellata dalla Corte d’Appello di Napoli – è ora assessore comunale nel deluchiano Comune di Salerno”.
“Servirà una commissione parlamentare d’inchiesta per verificare se dietro tutte queste coincidenze ci fu una strategia e illeciti magari compiuti grazie a forze di polizia deviate. Rimane il fatto umano e politico. Per questo Roberti, De Luca e il Pd dovrebbero iniziare a chiedere scusa ad Alberico Gambino”, conclude il Vice Ministro Cirielli.