Di recente la Provincia di Salerno ha adottato in Consiglio Provinciale la delibera avente per oggetto “Individuazione delle aree non idonee alla localizzazione di impianti di trattamento dei rifiuti per effetto del raggiungimento del livello di saturazione. Relazione per la determinazione dei criteri. Classificazione territori saturi.” sulla quale è opportuno fare alcune precisazioni.
“In questi giorni – dichiara il Presidente della Provincia Michele Strianese – sono state diffuse osservazioni al lavoro svolto dal Settore Ambiente dell’Ente che, in assenza di criteri individuabili sia in normativa che in letteratura specifica, ha proceduto a classificare saturi alcuni territori nell’ambito provinciale relativamente alla presenza di impianti trattanti rifiuti odorigeni. Un compito quindi non facile, che comunque ha portato a risultati tangibili in una situazione di grande criticità.
Eppure qualcuno ha sollevato questioni relative, non al risultato ottenuto inattaccabile, bensì al calcolo utilizzato che sembrerebbe non esatto. Ora il settore Ambiente, diretto da Angelo Cavaliere, ha voluto precisare che basterebbe una rapida ripetizione dei calcoli per verificare che le tre operazioni ricorrenti nel lavoro, somma, sottrazione e divisione, sono state correttamente svolte.
Altra questione invece è il ricorso ad un criterio per la determinazione dei coefficienti e dei fattori. Come più volte sottolineato, in assenza di casi precedenti in materia (salvo un analogo esperimento relativo a discariche di rifiuti urbani ed inerti in Lombardia, mai attivato) oltre che di normativa di riferimento, nel corso dello studio, sicuramente perfettibile, è stato necessario individuare vari criteri.
Per esempio con quale valore ragguagliare una tonnellata di rifiuto umido urbano ad una tonnellata di vetro, di fanghi, di rifiuti da autodemolizioni, di imballaggi. Per cui è stato adottato un metodo di ragguaglio delle migliaia di codici CER autorizzati.
Analogamente è stato necessario individuare un ulteriore criterio per determinare una media quanto più credibile dei valori assoluti decidendo di eliminare i valori massimi e minimi degli apporti, e dividendo il valore conclusivo comunque per il numero di tutti i territori concorrenti. Un metodo appunto.
E infine: quale coefficiente utilizzare per determinare l’asticella da superare per classificare saturi o non saturi i territori? Un altro metodo.
In conclusione, confermo che il lavoro in questione è frutto di attento e scrupoloso attingimento di dati, di puntuale analisi e di confronto esaustivo, non solo interno al settore ratione materiae, poi sulla questione dei criteri e delle individuazioni di metodi si potrebbe discutere all’infinito. Di fatto, andremmo a ricadere comunque e sempre nell’ambito di una discrezionalità di tipo tecnico, difficilmente oppugnabile, mentre ovviamente addizioni, divisioni e moltiplicazioni effettuate sono esatte.”