Si torna a parlare del connubio tecnologia-medicina, cardine degli investimenti operati negli ultimi anni dalla proprietà del Renzullo Centro di Riabilitazione in Sarno al fine di venire incontro alle esigenze dei tanti pazienti che quotidianamente scelgono la struttura campana per il loro iter terapeutico.
In tal senso, è proprio l’Area Robotica del Centro sito in Via Beveraturo a catturare l’attenzione di tutti, al netto di una offerta specialistica di primissimo piano che, nel corso degli anni, ha consegnato un ampliamento costante del parco strumenti esplicabile nell’utilizzo di robot ed apparecchiature elettromedicali che consentono a pazienti con gravi problemi di disabilità di conquistare una qualità di vita migliore.
Grazie al contributo del dottor Gianluca Sepe, direttore tecnico, medico fisiatra del Renzullo Centro di Riabilitazione, abbiamo approfondito nel dettaglio gli aspetti tecnici più rilevanti di quelle apparecchiature che, di concerto con la professionalità e le competenze dello staff medico, oggi come non mai rendono la struttura medica sarnese estremamente all’avanguardia su scala nazionale, anche e soprattutto al netto delle linee programmatiche del futuro ormai prossimo che vedranno il Renzullo Centro di Riabilitazione continuare a sostenere il progresso medico-tecnologico con nuove strumentazioni pronte ad arricchire ulteriormente l’Area Robotica.
L’intervista
- Iniziamo con una panoramica sulle potenzialità di un’offerta sanitaria di primissimo livello in virtù della quale i tanti pazienti del Renzullo Centro di Riabilitazione in Sarno hanno la possibilità di sfruttare a pieno i benefici della tecnologia applicata all’espletamento di un iter terapeutico che – negli anni – si è costantemente trasformato divenendo sempre più efficace e specifico
“E’ ormai da qualche anno che è stato istituito all’interno del Centro questo reparto di
riabilitazione tecnologico-robotica, frutto di un grosso investimento da parte della
proprietà che ha favorito di riflesso un notevole innalzamento qualitativo per quanto
concerne l’offerta messa a disposizione dei nostri pazienti che possono oggi beneficiare di
una strumentazione estremamente all’avanguardia. Il fiore all’occhiello di questa Area è,
senza dubbio alcuno, il Lokomat, coadiuvato nel trattamento da tante altre
apparecchiature tra cui Andago, Vibra 3.0, Biodex Gait, Biodex Balance, Biodex NxStep e
l’RT 200/300”.
- Un parco strumenti estremamente ricco nel solco di uno sviluppo tecnologico che rende
l’iter riabilitativo molto diverso rispetto a quanto avveniva in passato…
“Assolutamente sì, la tecnologia ha modificato sensibilmente il percorso riabilitativo a cui
tanti pazienti si sottopongono quotidianamente e, come detto, gli importanti investimenti
voluti dalla proprietà oggi ci consentono di essere al passo con un processo evolutivo che,
in questo ambito come non mai, procede a ritmi davvero serrati. Da precisare, tuttavia,
che la tecnologia è sempre e comunque complementare e ad integrazione del trattamento
di rieducazione locomotoria praticato dal fisioterapista. E’ parimenti vero che oggi,
grazie alla presenza del Lokomat, ci troviamo dinnanzi a persone costrette a rimanere
sulla sedia per anni che hanno finalmente la possibilità di guadagnare la posizione
verticale. Un autentico miracolo”.
- Procediamo, dunque, ad un focus relativo alle varie apparecchiature presenti nell’Area Robotica partendo dal Lokomat. A cosa serve e per chi è particolarmente consigliato?
“Il Lokomat è un esoscheletro robotizzato gestito da un software che consente al paziente
di poter camminare su un tappeto mobile. Grazie alla tecnologia 3D, lo stesso paziente è
personificato da un avatar che si muove in video dinnanzi a lui. Il tutto si svolge in
massima sicurezza e al Lokomat può accedere tanto il paziente che deambula quanto
quello che non deambula. Ciò avviene grazie ad un sistema di carrucola e di imbraco a
cui si aggiungono delle ortesi che vengono applicate direttamente sugli arti inferiori del
soggetto che beneficia del trattamento robotico. Lo strumento è presente in sede da circa
tre anni e va precisato che il nostro modello è tra i pochi presenti al mondo: un sistema di
ultima generazione dotato anche del modulo pediatrico. Venendo alle categorie di
patologia per cui il ricorso al Lokomat viene consigliato, in primis, abbiamo le patologie
traumatiche, ad esempio traumi cranici encefalici, e le lesioni vertebro-midollari
mieliche. A queste si aggiungono accidenti cerebro-vascolari, sia ischemici che
emorragici, e patologie neurodegenerative, come sclerosi multipla, Parkinson o SLA in
fase soprattutto iniziale”.
- Tra gli altri strumenti presenti all’interno dell’Area Robotica abbiamo, poi, il sistema Vibra 3.0. Di cosa si tratta e a chi è destinato?
“Precisamente. Vibra 3.0 è un’apparecchiatura di ultima generazione che sfrutta
di fatto il principio dell’aria. Grazie alla tecnologia, essa può fuoriuscire con delle
frequenze diverse e – in base a tale diversità – l’effetto terapeutico tende a variare. Ci sono,
dunque, differenti programmi, quello per decongestionare, per potenziare e per inibire la
spasticità. Quest’ultimo programma si ricollega spesso all’utilizzo del Lokomat. Vibra 3.0,
dal canto suo, svolge un ruolo importante al fine di risolvere la spasticità: oltre all’aspetto
fisioterapico l’impiego di Vibra 3.0 ci consente, con la frequenza giusta, di rilassare la
muscolatura. Vibra 3.0, inoltre, è consigliato sia in ambito ortopedico-sportivo che
neurologico: nello sport è utile per defaticare, potenziare e drenare ove mai dovesse esserci
un trauma muscolare”.
- Altra importante apparecchiatura è Andago. Quali le specifiche di questo dispositivo medico?
“Andago è un ulteriore strumento utile per la deambulazione: anche con esso il paziente può
muoversi con massima sicurezza e la sua particolarità è data dal fatto che, nel ricorso ad
esso, possiamo stabilire quanto distribuire il carico su una gamba e sull’altra settando le
impostazioni in maniera oggettiva. Ovviamente, si tratta di uno strumento a cui può
accedere il paziente che riesce a deambulare e. dal punto di vista patologico, spaziamo dal
versante ortopedico a quello neurologico ed anche, volendo, reumatologico”.
- Concludiamo questo focus relativo all’Area Robotica con le altre apparecchiature disponibili, anch’esse importanti nella definizione di un processo riabilitativo efficace…
“Si tratta di altri strumenti importanti, si pensi all’RT 200/300: parliamo di
elettrostimolazioni funzionali che permettono al paziente, sia attivamente che
passivamente, di mobilizzare gli arti trattati. Biodex, poi, ci consente non solo di
effettuare un semplice training deambulatorio, ma anche di settare il ritmo del passo del
paziente, aspetto molto rilevante in casi di atassia o morbo di Parkinson”.
- Al netto di un’offerta così capillare per quanto concerne l’iter riabilitativo qual’è stata, negli ultimi anni, la risposta da parte dei pazienti?
“Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una risposta davvero ottimale, dal punto di vista qualitativo e quantitativo. Qualità del risultato ottenuto e tempi di recupero – tanto nel paziente ortopedico quanto in quello neurologico, procedono di pari passo e questo innalzamento della performance non può che soddisfarci”.
- Soddisfazione e voglia di guardare sempre avanti con l’arrivo, a breve, di una nuova apparecchiatura…
“In effetti è ormai imminente l’arrivo di un nuovo robot specifico per l’arto superiore che potrà essere messo a disposizione dei pazienti ed innalzare ulteriormente la qualità di un’offerta medico-tecnologica attenta alle continue innovazioni . Una sorta di gemello del Lokomat che, a differenza di questa nuova apparecchiatura, agisce sugli arti inferiori. Insomma, un connubio quello tra tecnologia e medicina su cui abbiamo voglia di continuare ad investire anche in futuro”.
Per ulteriori informazioni sull’offerta del Renzullo Centro di Riabilitazione e per il Tour Virtuale della struttura visita il nostro sito internet:
www.renzulloriabilitazione.com