Il 2012 è stato l’anno del crollo dei ricavi per l’editoria tradizionale, del sorpasso di Sky su Mediaset sul piano dei ricavi stessi e dell’aumento della pubblicità su internet, da dove però un italiano su 3 si trova ai margini. Queste in sostanza le conclusioni della relazione annuale del Presidente AGCom Cardani in Parlamento. Il 2012 è stato un anno di forte calo dei ricavi del comparto editoriale, 15.761 milioni di € (stime dell’AgCom elaborando dati aziendali) contro i 17.307 milioni del 2011.
Tutti i comparti editoriali hanno subito pesanti flessioni nei ricavi, ad eccezione dell’editoria digitale, che invece ha registrato un incremento del 20%. La stampa quotidiana accusa un calo di più di 300 milioni nel 2012 rispetto al 2011. Va peggio alla stampa periodica (2712 milioni nel 2012 contro i 3281 del 2011, un calo di 569 milioni). Male anche la televisione, soprattutto quella generalista (4.855 milioni contro i 5.513 del 2011, -658 milioni), ma è in calo anche quella a pagamento (3.369 milioni nel 2012 contro i 3491 del 2011, -122) così come la radio (678 milioni nel 2012 contro i 715 del 2011, -37).
Come detto, unico settore in crescita è internet (1.553 milioni di € di ricavi nel 2012, contro i 1408 del 2011, un incremento di 145 milioni, praticamente del 10%). In aggregato, il sistema integrato delle comunicazioni si è ridimensionato secondo AGCom del 3,7% dal 2010 al 2011. Il comparto della carta stampata ha perso oltre un miliardo di € in 2 anni. Il problema è che gli operatori dell’editoria cartacea reagiscono considerando internet come una minaccia anzichè come un’opportunità e come uno stimolo a migliorare la propria offerta, integrandola con le piattaforme digitali. Non ci si accorge che è cambiata la struttura del mercato.
L’aspetto fondamentale della relazione del presidente di AGCom è la necessità di creare le infrastrutture digitali in modo da estendere l’accesso alla rete il più possibile. Come è altrettanto importante scorporare la rete da Telecom. L’internet economy è in crescita ed il suo volano è il formato video, occorre quindi potenziare le infrastruttire digitali per permettere lo sviluppo di nuove componenti di offerta come quelli on demand, finora rimasti marginali. L’ammonimento di Cardani è che si rischia uno spread culturale oltre che economico con gli altri paesi europei.