Sarà presentata il 9 gennaio, alle ore 17,00 nel Salone Bottiglieri di Palazzo Sant’Agostino la monografia di Claudio Caserta “Reimaginarium”, edita da “Giuseppe de Nicola Editore”, sulla mostra antologica del maestro Fausto Lubelli tenutasi presso la “Pinacoteca Provinciale” di Salerno e il “Museo Archeologico Provinciale” di Salerno, dal 18 novembre 2023 al 10 gennaio 2024, a cura del professor Claudio Caserta, coordinata dalla professoressa Rosa Fiorillo, con la collaborazione dello “Studio Gianni Casella”. Dopo i saluti del Consigliere Provinciale con Delega alla Cultura Francesco Morra e del Vice Sindaco del Comune di Salerno Paky Memoli, interverranno: lo scrittore Filippo Arriva; il maestro Mariano Bauduin; il curatore della mostra antologica Claudio Caserta e l’editore Giuseppe de Nicola. Lo storico dell’arte Claudio Caserta ha spiegato che una mostra antologica di un artista è la sintesi di un percorso di emozioni: “Il Maestro Fausto Lubelli nella sua mostra ha attraversato con le sue opere i segmenti di una ricerca lunga almeno cinquant’anni nel mondo dell’archeologia industriale, delle architetture, della città storica e moderna, delle emergenze ecologiche. Le mostre antologiche, soprattutto allorquando allestite in luoghi deputati istituzionali, rappresentano il punto di ricognizione e di analisi sulla produzione artistica di un autore contemporaneo e, allo stesso tempo, indagano sulle dinamiche sociali ed ambientali dei territori attraversati e per il tempo in cui è andata svolta la vicenda. Fausto Lubelli, in oltre cinquanta anni di laboratorio creativo, nasce salernitano e diventa ben presto anche napoletano, poi, negli anni, espressione di una nuova metaculturalità. Se il ciclo sulla Stazione si avvia dalla dimensione onirica della post-adolescenza, come accadrà, in qualche modo, anche per il Cinema Dipinto, è con la scoperta del Pulcinella che trova un demiurgo – compagno di strada, con il quale attraversare le mille stanze della storia dell’arte e, con essa, della condizione umana nel contemporaneo mentre va, in essa, anche parafrasata la stagione – lezione della Commedia dell’Arte. L’invenzione del Pulcinella realizzato al caffè napoletano gli apre le porte e il cuore di Roberto De Simone, Mariano Bauduin, Peppe Barra, Luciano De Crescenzo (come dell’editore partenopeo Giuseppe de Nicola che si affianca a Pietro Perlingieri che gli aveva pubblicato un volume monografico sul Pulcinella con le napoletane Edizioni Scientifiche Italiane) e il successo della maschera nella interpretazione di Fausto Lubelli diventa vicenda globale, tanto che la Regione Campania la individua come testimone culturale negli Stati Uniti ed in Russia. I Pulcinella di Fausto Lubelli sono di casa in permanenza alla RavelloArtGallery e nella versione in scultura sono stati allestiti in mostra anche nel Museo dell’Opera del Duomo di Ravello. Napoletana è anche la vicenda del “sopralluogo” ri-estetico alle “praterie” abbandonate delle acciaierie di Bagnoli. Infatti, BagnoliFutura, ad inizio Millennio, commissiona una carrellata di paesaggi su cosa resta dei giganti industriali e nasce il volume delle Edizioni Scientifiche Italiane, curato da Claudio Caserta, con testi di Filippo Alison, Ruggero Martines e Pierre Restany. Parallelamente allo studio del reperto industriale, Lubelli inventa e reinventa architetture, quale indagine sulle condizioni dell’esistere contemporaneo, per, poi, incontrare le Città Invisibili di Italo Calvino e dar luogo alla fantasmagorica produzione della Urbanistica Fantastica. Contemporaneamente a tutto ciò, coltiva la produzione in ceramica, sia di forme vegetali, che del Pulcinella ed anche dei magnifici e possenti tori, anch’essi esposti nel Duomo di Ravello. Le Ninfee, prossime alla grafica Pop Art, rappresentano, in qualche modo, un segmento di ricerca autoreferente, tuttavia scopriamo, inoltrandoci, la loro dimensione fantastico – urbanistica. Dunque, i cinquanta anni dell’Officina Lubelli sono un parco giochi della memoria e della fantasia, della critica sociale e della reinvenzione dei paradigmi culturali, come per il Pulcinella. La monografia prova ad analizzare tutti questi percorsi insieme ed a indicare una linea di sintesi, tracciata nel testo conclusivo da Corradino Pellecchia, che, operatore visivo anch’egli dagli Anni Settanta ha vissuto, spalla a spalla, molte avventure creative del vero Peter Pan della pittura salernitana: il poliedrico Fausto Lubelli”.
Aniello Palumbo