Gli avvisi di garanzia per peculato e falso alla quasi totalità dei consiglieri regionali della Campania, riporta d’attualità il ruolo e l’utilità della pletora di eletti nei consessi regionali.
L’accusa di aver utilizzato in modo maldestro ed improprio i rimborsi ai gruppi consiliari, è l’ennesima dimostrazione di una visione particolaristica ed affaristica della cosa pubblica.
I rimborsi già di per se un’anomalia, visto la corposa indennità percepita dai consiglieri regionali, sono stati utilizzati non per svolgere al meglio il ruolo elettivo ed il rapporto con il cittadino, ma solo ed esclusivamente per la soddisfazione di sfizi e bisogni che la maggior parte degli altri comuni mortali o non riescono a soddisfare o quando ci riescono lo fanno con la propria tasca.
In una regione, quale è la Campania, dove, grazie all’insipienza ed incapacità delle classi dirigenti si è costretti a pagare la tassa di circolazione più alta d’Italia, dove l’addizionale Irpef è ai massimi, dove, un povero cittadino che guadagna qualcosa più di mille euro deve pagare ticket sanitari salatissimi, i rappresentanti del popolo se la spassano con i soldi pubblici, utilizzandoli per le loro cene dei weekend estivi nelle località turistiche, o per comprarsi cravatte ed altri oggetti per migliaia di euro, per fare solo qualche esempio.
Come è pensabile arginare il sentimento di rigetto dei cittadini nei confronti della classe politica, quando la maggioranza degli attuali eletti continua ad avere comportamenti che, definire irrispettosi è dir poco, nei confronti degli italiani che subiscono i disagi di una crisi economica senza precedenti .
Mentre continua lo sperpero del pubblico danaro ed emergono ogni giorno casi di corruzioni e di illeciti arricchimenti di rappresentanti dei cittadini a tutti i livelli, l’erogazione dei servizi della Pubblica Amministrazione diventa sempre più deficitaria. Quale è l’utilità di una regione che ha fronte di costi di apparato stratosferici non riesce a garantire l’erogazione di un trasporto pubblico accettabile, di un servizio sanitari efficiente, celere e diffuso sul territorio, di una viabilità degna di un paese civile.
E’ arrivato il tempo di rivedere e rivisitare l’assetto istituzionale, non provvedendo ad abolire solo le elezioni come nel caso delle province e del Senato, ma ripensando per davvero ruoli e funzioni dell’istituto regionale, e se del caso provvedere anche ad una loro eliminazione.
Gerardo Sano