La Fondazione Ravello, per la prima volta nella sua storia, devolve il ricavato di uno dei concerti del Ravello Festival – in particolare quello dell’Orchestre National du Capitole de Toulouse, diretto dal maestro Tugan Sokhiev e in programma a Villa Rufolo martedì 30 agosto – ad un progetto di cooperazione internazionale in Burkina Faso.
La Città di Ravello, associando il prestigio di un luogo da sempre presente nell’immaginario collettivo ad una iniziativa legata alla solidarietà partecipata e al disagio giovanile, rafforza e promuove la responsabilità sociale, diventandone con orgoglio testimone.
Donando il ricavato del concerto, infatti, la Fondazione Ravello contribuirà a costruire una casa per studentesse in Burkina Faso, aderendo all’iniziativa dell’associazione Progetto Famiglia Cooperazione, fondata da Don Silvio Longobardi, presbitero della diocesi di Nocera-Sarno, e braccio operativo della Fraternità di Emmaus, movimento ecclesiastico nato agli inizi degli anni Novanta.
Attualmente, l’associazione è presente con una propria sede e propri referenti in Burkina Faso e in Ucraina, oltre alle case di accoglienza aperte da anni nell’Agro Nocerino sarnese.
“Ringrazio la Fondazione Ravello – spiega il presidente dell’associazione Francesco De Maria – che ha sposato la nostra causa e ci aiuterà a completare i lavori. L’associazione è giunta in Burkina Faso nel 2003 ed il nostro primo impegno è stato quello di elaborare e attivare un piano di sviluppo integrale in una zona delimitata, fra i villaggi di Tampellin e Koulowoko, nei Comuni di Dialgaye e di Tensobetenga. Agli inizi del 2007 abbiamo inaugurato l’Oasis Sainte Thérèse. La scelta di costruire e abitare una casa è stata dettata dal desiderio di entrare nella cultura di quel Paese, per conoscere e condividere le gioie e gli affanni di questi nostri fratelli. La presenza in quella terra ci ha permesso di avvicinare i giovani, capire meglio le loro esigenze ed elaborare un progetto specifico. L’Oasi Sainte Thérèse è attualmente affidata a Caterina Paladino, una laica consacrata della Fraternità”.
All’interno dell’Oasi sono state realizzate una serie di opere al servizio della gioventù liceale di Koupéla. Il Centro è dedicato a Giovanni Paolo II ed è affidato alla responsabilità di Paul Kaboré, giovane burkinabè.
“Il Centro Jean Paul II richiede ancora molte opere. A gennaio abbiamo inaugurato un foyer a piano terra, cioè una casa per dare accoglienza alle studentesse liceali e favorire l’integrazione scolastica delle ragazze. Altri progetti sono in cantiere: entro il 2016 vogliamo realizzare, in primo luogo, una scuola materna per venire incontro alle esigenze di tante famiglie e per offrire ai più piccoli uno spazio che sia al tempo stesso occasione di aggregazione e formazione. Nel 2017 vogliamo dar vita ad un liceo. Sono progetti importanti – conclude De Maria – che potremo realizzare solo con l’aiuto di tanti benefattori”.
Con convinzione, il direttore artistico per la musica del Ravello Festival, Alessio Vlad, ha accolto il progetto che pone i più poveri al centro di un’esperienza di giustizia e non di carità, ristabilendo le relazioni umane attraverso il potere vivificante di una bellezza universale, quale è la musica.
La Fondazione Ravello ha firmato un protocollo d’intesa con l’associazione Progetto Famiglia Cooperazione, che ha fornito un supporto importante alle attività e all’organizzazione della 64esima edizione del Festival, nello spirito di una politica d’apertura al territorio che, mantenendo alto e internazionale il livello delle iniziative proposte, sia anche occasione di formazione e integrazione.