Le parole della cultura, da Ravello Lab una proposta di approfondimento, ascolto e conoscenza che mette la parola e le relazioni al centro della sua missione. Partire dalle parole per declinare cultura e sapere, individuare nuovi spunti e visioni, favorire lo scambio di relazioni per seguire con attenzione la metamorfosi del lessico e trovare quella percezione perfetta di valore assoluto in cui la parola è la costruzione finita, ma anche d’origine, di cultura.
Al via i lavori della 18esima edizione del forum europeo promosso da Federculture, dal Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali e dalla Fondazione Scuola Beni e Attività Culturali che fino a sabato 21 ottobre nell’Auditorium Oscar Niemeyer raccoglierà e accoglierà come di consueto spunti di riflessione e proposte in grado di costituire l’oggetto delle Raccomandazioni poi prodotte e pubblicamente presentate.
Le intenzioni di Ravello Lab si confermano sempre più attuali, e anche quest’anno il tema che sostiene la parola e la cultura si impone come scenario sempre più necessario: “Ci siamo interrogati da sempre sui piccoli e grandi conflitti, sulle conseguenze che questi generano – ha spiegato Alfonso Andria, Presidente del Centro Europeo -. Non pensavamo che anche questa edizione potesse essere condizionata così tanto da questi momenti così drammatici che stanno attraversando l’Europa. Il nostro vivere quotidiano si alimenta di ansie, preoccupazioni, paure, credo ci sia una sola parola in grado di sintetizzare e ribaltare l’atrocità e la mostruosità di quello che sta accadendo ed è la parola pace. Un concetto apparentemente semplice che va bene per tutti, anche e soprattutto per la cultura. È l’unica azione che può restituire ai bambini un pezzo di speranza e allora oggi vogliamo accompagnare questa edizione così, con la parola pace”.
A fare gli onori di casa il vicesindaco di Ravello, Gianluca Mansi: “Siamo entusiasti, la cultura è sempre stata tra i valori fondanti della nostra Città. È esaltante percepire come in questi giorni attraverso lo scambio di visioni, riflessioni e parole avvengano realmente dei cambiamenti, delle cose in grado di trasformare il patrimonio culturale. Ravello Lab compie diciotto anni ed è pioniere di quel turismo congressuale in cui crediamo da sempre, da qualche anno è ripartito in maniera determinante questo settore che porterà nei prossimi mesi a Ravello convegni di richiamo internazionale. Prendiamo spunto dal tema di questa edizione, parliamo di più, confrontiamoci di più e generiamo cultura”.
E il Presidente di Fondazione Ravello, Diomede Falconio: “Viviamo una mancanza di cultura e di cultura della parola. Quello di cui ha bisogno la nostra società sono iniezioni di umanesimo e parole per superare il dramma del conflitto armato che genera morte e sacrifica anime innocenti. Cultura è scambio, possibilità di conoscersi e arricchirsi tra diversi, facendo un passaggio dall’uno all’altro per trasformare visioni e Ravello Lab è tutto questo, da sempre”.
Tre giorni di tavoli di lavoro per contribuire con proposte concrete a definire una nuova agenda delle politiche pubbliche di sviluppo, centrate sulla cultura e sulle industrie creative. Perché, come ha sottolineato il Presidente di Federculture nella sessione di apertura, Andrea Cancellato, “la formazione va sostenuta, stimolata e custodita”. Accanto a lui, nella giornata inaugurale, Debora Miccio dell’Istituto per il Credito Sportivo che ha sottolineato l’importanza della valorizzazione del patrimonio culturale attraverso finanziamenti e investimenti.
Particolarmente significativa e attuale la lectio magistralis del critico letterario Piero Dorfles, Le parole della cultura non sono mai ostili: “È importante rendersi conto che quando usiamo le nostre parole senza badare che possono diventare ostili stiamo commettendo un grave errore. Le parole producono azioni, la cultura quanto strumento di conoscenza e diffusione del sapere è una cosa sacra, assoluta. Quando le nostre parole sono incolte, superficiali, poco ragionate, diventano ostili e producono violenza e intolleranza, favoriscono scontro e distruzione: dalle parole nasce ogni cosa”.
Un focus dettagliato quello che parte da Ravello Lab e da Dorfles, all’azione corrisponde una reazione, ed è esattamente con le parole che è possibile costruire quella cultura capace di ribaltare l’esito delle cose, trasformandole in opportunità, scongiurando qualsiasi tipo di conflitto ostile e violento.
Infine, spazio a Pesaro capitale italiana della cultura 2024, in collegamento il sindaco Matteo Ricci che ha portato la sua testimonianza e quella di una Città che è pronta a difendere la sua natura:
“Sarei voluto essere lì, ma i miei impegni di sindaco mi tengono lontani da questo evento così prestigioso quanto importante per la cultura. Il nostro dossier si intitola la natura della cultura e mette al centro della sfida culturale la transizione ecologica come se fossero due facce della stessa medaglia. Il binomio cultura-natura è diventato la sfera della vita, il territorio marchigiano è stupendo e pieno di bellezze culturali e ambientali. Tutto ruoterà intorno ai principali player storici, da Rossini a Raffaello. Pesaro è città della musica e comune UNESCO, vogliamo suonare una musica di rinascita, vogliamo raccontare la cultura del fare. Inizieremo col capodanno straordinario e poi l’inaugurazione di Pesaro Capotale della Cultura il 20 gennaio con il presidente Mattarella”.