Due ore di musica e di tributo ad Astor Piazzolla. Il doveroso omaggio del Ravello Festival al padre del tango moderno ha portato sul Belvedere di Villa Rufolo il Quinteto Astor Piazzolla (Pablo Mainetti, bandoneón; Serdar Geldymuradov, violino; Armando De La Vega, chitarra; Daniel Falasca, contrabbasso; Barbara Varassi Pega pianoforte) assieme all’Orchestra Filarmonica Salernitana Giuseppe Verdi diretta da Andrés Juncos.
Il primo set ha visto sul palco il Quinteto, formazione preferita da Astor Piazzolla. La prima ora di concerto è stata accompagnata dal tramonto e dal sorgere di una luna splendente che ha impreziosito la serata della Città della Musica.
Le melodie di Biyuya, Caliente, Milonga loca, Thriller, Escualo, Revirado, Verano porteño, La muerte del ángel e di Invierno porteño si susseguono come il crescere di un’onda che una volta infranta sul palco lascia dietro di sé l’Orchestra diretta da Andrés Juncos che regala una seconda parte di concerto con un protagonista su tutti, il bandoneón di Pablo Mainetti che si conferma un vero e proprio “sacerdote” dello strumento. Al centro del palco, abbracciato dai maestri dell’Orchestra Salernitana, Mainetti esegue il Concerto Aconcagua che incarna il culmine creativo di Piazzolla; poi Fuga y Misterio, dagli elegiaci e stranianti paradigmi del nuevo tango, il lento, dolcissimo, a tratti struggente Oblivion, che Piazzolla scrisse nel 1984, per la colonna sonora del film Enrico IV, di Marco Bellocchio e Adiós Nonino. Finale da standing ovation con Libertango, in un arrangiamento originale per quintetto e archi, scritto per questa occasione dallo stesso Mainetti che suggella una serata da incorniciare per il Ravello Festival. Grande successo anche per la diretta streaming seguita da tantissime persone anche dall’Argentina. In tribuna anche Diomede Falconio, per la prima volta in platea da Presidente della Fondazione Ravello. (ph Pino Izzo)