“Raffaello è la sintesi del genio. E’ il pittore della sintesi della complessità: è colui che, partendo dalla complessità, arriva ad una finta armonia e semplicità che è però una semplicità densa di difficoltà”. A evidenziare la grande capacità di Raffaello di rendere semplice la complessità è stata la professoressa napoletana Francesca Amirante, storica dell’arte, presidente dell’associazione “Progetto Museo Napoli”, durante l’incontro “Raffaello, il pittore senza simboli” organizzato dalle associazioni “Hortus Magnus” e “Parco Storico Sichelgaita” presiedute dalla professoressa Clotilde Baccari Cioffi che ha voluto ricordare il grande artista, pittore e architetto italiano, tra i più celebri del Rinascimento, a 500 dalla morte.
“Raffaello è stato ed è un modello imprescindibile per tantissimi artisti” – ha spiegato la professoressa Amirante – “Anche se per certi aspetti è stato considerato meno geniale rispetto a Leonardo e Michelangelo con cui ha avuto dei grandi contrasti: con quest’ultimo si contende la grande scena di Roma nei primi anni del ‘500: mentre Michelangelo realizzava la Cappella Sistina, Raffaello realizzava le Stanze Vaticane. Raffaello è l’artista più importante della storia della pittura del 500 a Roma”. La professoressa Amirante attraverso delle slide ha presentato alcune delle opere più importanti di Raffaello:” La “Scuola di Atene”, “ Lo Sposalizio della Vergine”, “La Madonna della Seggiola”, “ La Madonna del Cardellino”, “La Madonna del Prato”, “La Madonna Sistina”, con i meravigliosi angioletti che nella loro semplicità sono straordinari: le madonne con bambino di Raffaello sono delle vere icone”. Raffaello era anche un grande disegnatore e amava l’antichità:” Per questo riceverà da papa Leone X l’incarico di sovrintendente alle antichità: grazie a lui i monumenti antichi di Roma non saranno più distrutti, ma salvaguardati”. La professoressa Amirante ha anche sottolineato l’attualità di Raffaello:” Sia come uomo, sia come artista, è colui che tende al minimalismo , ad una sintesi, alla semplificazione delle linee. Raffaello, nato a Urbino nel 1483, muore il 6 aprile del 1520 dopo 15 giorni di forti febbri causate da eccessivo strapazzo amoroso, un modo velato per non parlare, probabilmente, di sifilide”.
Aniello Palumbo