I “RACCONTI” DI SERGIO MARI AL “TE’ LETTERARIO” DI VIETRI SUL MARE

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Sono racconti brevi, leggeri, delicati, come i “Pavesini” che si sciolgono in bocca e che sono raffigurati sulla copertina del nuovo libro di Sergio Mari:” Racconti”, edito da “Gutenberg Edizioni”, che è stato presentato a Vietri sul Mare, nella sede dell’associazione ”Fabrica” di Daniela Scalese ed Elisa D’Arienzo , nell’ambito della seconda edizione della rassegna “Vetrina de” La Congrega Letteraria – Tè Letterario” organizzata dai direttori artistici de “La Congrega Letteraria”, Antonio Gazia e Alfonso Mauro, con la collaborazione di Francesco Citarella , Mariangela Stanzione, Daniela Scalese, Elisa D’Arienzo, Edoardo Colace, Rossella Nicolò, Francesco Barbato e con il patrocinio del Comune di Vietri sul Mare nella persona dell’Assessore alla Cultura, il dottor Giovanni De Simone, che ha consegnato un riconoscimento a Sergio Mari e, per la fattiva collaborazione data alle iniziative de “La Congrega Letteraria”, insieme a Daniela Scalese a ad Elisa D’Arienzo, al Responsabile del Centro InformaGiovani 52° Distretto Cava – Vietri, Carmine Santoriello, e all’Assessore alle Politiche Giovanili del Comune di Cava Dè Tirreni, Ida Damiani.

Sergio Mari, molto conosciuto a Salerno per i suoi trascorsi da calciatore, ha giocato in tante squadre, sempre nel ruolo di mediano: ” Per undici anni, non consecutivi, nella Cavese, anche quando stava in Serie B; poi con la Centese in Emilia Romagna; con l’Akragas ad Agrigento, in Sicilia; a Fasano in Puglia; all’Aquila”. Mari ha avuto come allenatori Ventura, Benetti, Scoglio, Viciani e don Nicola Gregorio a Vietri. Proprio al mitico don Nicola lo scrittore Mari ha dedicato uno dei suoi racconti:” Don Nicò era l’allenatore del Vietriraito. Ci allenava sul campo di Marina di Vietri, anche per fare il provino con la Juve. Ha allenato anche Galderisi e Pecoraro che hanno giocato nella Nazionale. Aveva il nome di un Papa e i suoi consigli erano la nostra fede. Ci raccomandava di dare l’anima in tutte le cose che facevamo “Solo così vi sarà ridato tutto” – ci diceva – “Questa è la matematica della vita. Solo dando l’anima avrete la speranza di vincere”. Mari è conosciuto anche per le sue poliedriche qualità artistiche come ha ricordato il conduttore del programma “EvvivaSalerno Show” su Tv Oggi, Alfonso Guasco:” Mari è scrittore , amante dell’arte a trecentosessanta gradi: quando ha smesso di giocare a calcio, ha anche aperto una galleria d’arte nel Centro Storico, in Via Masuccio Salernitano, per circa 12 anni. Fa il Capo Animatore d’estate all’Hotel Cerere di Paestum e da qualche anno si dedica al teatro e alla diffusione delle nostre tradizioni popolari, soprattutto attraverso danze come la “Tammurriata” e la “Pizzica”. Suona la tammorra e le tradizionali castagnette. Da qualche tempo fa il burattinaio e teatro scuola. Il filo conduttore della sua vita è l’umiltà. Ha una forza interiore straordinaria che riesce a trasmettere agli altri”. Prima di “Racconti” , Sergio Mari ha scritto:” Quando la palla usciva fuori” e “L’odore del Borotalco” : ”Sono i tre gol più importanti della mia vita”, ha raccontato Mari che nel suo nuovo libro ha raccontato 20 storie che sono pura poesia:” Perché anche nel calcio si può trovare la poesia” ha spiegato Mari che ha raccontato anche del suo incontro con Lucio Dalla, a Bologna; di Teo, il suo compagno di banco appassionato di musica al quale piacevano i Pavesini che non bisogna masticare:” Vanno rosicchiati lentamente, sciogliendoli in bocca. E’ un delitto masticarli. Sono il simbolo della fragilità, della delicatezza”. Attraverso le pagine del suo libro Sergio Mari ha aperto le ante di mogano del suo armadio, lì dove aveva riposto i ricordi della sua vita, e quelli, i ricordi, come per magia hanno cominciato a raccontarsi: il ricordo del suo esordio in prima squadra, a 16 anni, con la Cavese; quello di quando il suo cartellino fu pagato200 milioni di lire dalla Centese e i giornali di Cento lo definirono “Il Nuovo Maradona”; l’incontro con Ferruccio Valcareggi a Coverciano e quello con Corrado Viciani “Signore d’altri tempi che mi ha insegnato il gioco corto”; di quando durante una partita convinse un arbitro, con un simpatico stratagemma, a prolungare la partita di dieci minuti ; di quando convinse un altro arbitro a dedicare un minuto di raccoglimento per il suo cane Book, prima della partita tra Pregiato e Interclub, facendogli credere che fosse un vecchio dirigente della sua squadra ; di quando, in una partita del campionato di C1, si spaccò il perone:” Da quel momento capii che non potevo più continuare a correre sui campi. Appesi le scarpe al chiodo ed entra i in un altro mondo. In questo mondo: un campo senza linee dove non si sa dove far gol”.

Aniello Palumbo