Quota 96: ma quale giustizia? La sentenza del Giudice del Lavoro di Salerno accentua la disparità di trattamento.

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quota96di Gerardo Sano

La sentenza del giudice del del lavoro del Tribunale di Salerno, Ippolita Laudati, che ha riconosciuto il diritto al pensionamento per 42 docenti salernitani in Quota 96, riapre il dibattito intorno alla necessità di porre rimedio all’errore contenuto nella legge Fornero che ha impedito a tanti docenti e non docenti della scuola di fruire del loro sacrosanto diritto di andare in pensione.

Nello stesso momento in cui il giudice del lavoro del Tribunale di Salerno, Ippolita Laudati, ha riconosciuto il diritto al pensionamento di 42 docenti salernitani in Quota 96, si è ufficialmente aperto un nuovo capitolo di disparità fra le migliaia di persone che attendono di veder riconosciuto il loro diritto.

Come afferma l’avv. Domenico Naso “in pochi hanno il coraggio di affermare che a una ingiustizia va posto rimedio o con una legge o con una sacrosanta sentenza”, ed e proprio a quelle giuste sentenze, che lo stesso Giudice di Salerno richiama, alle quali ci appelliamo e per le quali chiediamo giustizia”.

Le sentenze precedenti di altri giudici sono bloccate da decisioni successive di incompetenza, perché afferma sempre l’avv. Naso “ci hanno detto che il Giudice del Lavoro non era competente e che dovevamo rivolgerci altrove: alla Corte dei Conti”.

Oggi un Giudice ha affermato questo diritto che deve valere per tutti e non per pochi. Continua l’avv. Naso: “ come avvocato e ancora più come cittadino di un Paese che ha dolorosamente perso il sacro riferimento all’imparzialità del giudizio e all’uguaglianza costituzionale di ogni individuo davanti alla legge, vacillo di fronte a questa sentenza”.

Come mai si chiede ancora l’avv. Naso: “per 42 persone che si trovano nella stessa, speculare situazione economica, giuridica, fiscale, professionale nonché umana, di altre migliaia, sono state messe in condizione di godere di quel diritto mentre ad altre è stato insistentemente e forzatamente negato?” Perché per loro si è potuto derogare alla cogenza della legge Fornero e non si può per tutte le altre migliaia di lavoratori? Perché il Ministero ha ravvisato l’opinabile opportunità di essere contumace in questo giudizio? Certo lascia perplessi la decisione di non assumere alcuna difesa, così come è avvenuto in un altro processo presso il Tribunale di Roma grazie al quale due insegnanti godono ormai da due anni della meritata pensione. Non si tratta di mettere in discussione il sacrosanto diritto dei docenti che hanno avuto la fortuna di una sentenza favorevole, ma di riaffermare la certezza del diritto e l’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge.

Come sostiene ancora l’avv. Naso: “ il personale della scuola, vessato e danneggiato, da una legge ottusa che non è stata in grado di discernere, biblicamente, “la biada dal loglio “, ha il diritto di sapere chi e cosa ha fatto sì che a queste 42 persone ora e altre 2 persone prima, sia stato deciso di omaggiare un percorso preferenziale che decreta un diritto ad altri negato”.