“Tra poco più di 2 settimane inizierà la stagione estiva, ma 30.000 imprese balneari e 100.000 addetti diretti vivono sulla propria pelle l’incertezza per il futuro – ha dichiarato Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a FIPE/Confcommercio. Per questo motivo abbiamo chiamato a raccolta, oggi, oltre 5.000 imprenditori a Roma.
Non intendiamo manifestare contro il governo, ma sollecitare le Istituzioni nazionali a legiferare con urgenza. E’ assolutamente necessario ed improrogabile superare il caos amministrativo per mettere in sicurezza un importante settore economico del Paese, composto, prevalentemente, da piccole e medie imprese a conduzione familiare che il mondo ci invidia”.
La deadline per le concessioni demaniali marittime è fissata per il 31 dicembre 2024 e, in assenza di nuovi provvedimenti, i comuni stanno organizzando bandi per la riassegnazione delle spiagge, uno difforme dall’altro. In questo clima di attesa l’unica certezza è data dalla mappatura ufficiale delle coste italiane: il Governo ha stabilito che solo il 33% dei nostri litorali sia occupato da concessioni.
“Se non avremo certezze in tempi brevi siamo pronti a mettere in campo ulteriori forme di protesta eclatanti a partire dal prossimo 2 giugno, Festa della Repubblica – ha minacciato Capacchione. Vogliamo difendere a tutti i costi il diritto al lavoro sancito dalla nostra Costituzione. Il comparto, poi, è fermo con gravi danni all’indotto: in questa situazione è da pazzi pensare di programmare degli investimenti per migliorare l’offerta dei servizi di spiaggia.
Ne risulterà danneggiato l’intero settore turistico. In un momento nel quale il nostro Paese sta risalendo le posizioni in ambito internazionale e l’offerta balneare potrebbe fare la differenza per tornare ai vertici del settore”.
Proprio l’ultimo we di sole ha dimostrato – se ce ne fosse stato bisogno – quanto gli italiani, e non solo, amano il mare e i nostri litorali: lunghe file di auto per raggiungere le spiagge e ristoranti al completo.
Il problema è nato dall’errata e confusa applicazione della Direttiva Bolkestein, la quale impone la messa a gara delle concessioni demaniali marittime alla scadenza, una questione annosa, mai affrontata da tutti i Governi che si sono susseguiti negli ultimi 15 anni, i quali hanno preferito non risolvere il problema ma concedere diverse proroghe, poi regolarmente annullate dalla giurisprudenza amministrativa italiana.
Manca, quindi, una legge nazionale per un corretto recepimento della Direttiva Bolkestein che superi quella emanata dal Governo Draghi, (art. 3 e 4 della legge nr. 118 del 5 agosto 2022), che, tra l’altro, è inapplicabile per la mancata emanazione dei decreti attuativi.
Il tavolo tecnico convocato ieri sera non ha fornito sufficienti assicurazioni, si è trattato, infatti, di un mero resoconto della riunione di 20 giorni fa nella quale si era registrata la contrarietà dell’ufficio del mercato interno della Commissione europea sulla mappatura.
“Siamo stati costretti ad indire questa manifestazione – ha concluso il presidente del Sindacato – proprio per la mancata emanazione, da parte dello Stato nazionale, di un atto normativo chiarificatore sulla durata delle concessioni demaniali marittime vigenti. Ma attenzione, non sono coinvolte solo le imprese balneari, anche ristoranti, chioschi, campeggi, spiagge ecc. tutte quelle strutture, cioè, che insistono sul demanio sia marittimo che lacuale o fluviale.
Mi preme sottolineare, poi, che esiste il forte e concreto rischio di inevitabili contenziosi che gli imprenditori sarebbero costretti ad intraprendere presso le Autorità giudiziarie competenti, ingolfando, di fatto, i tribunali italiani.
La situazione è gravissima, è in gioco il futuro di centinaia di migliaia di famiglie, onesti lavoratori che con passione, competenza e professionalità portano avanti da oltre due secoli una tradizione che, ogni anno, attira sui nostri litorali milioni di turisti. Definiti ‘le sentinelle del mare’, gli imprenditori balneari, grazie anche all’esperienza e al rispetto dell’ambiente con cui lavorano, sono il ‘fiore all’occhiello’ della nostra offerta turistica, vorrebbero continuare ad esserlo, chiedono troppo?”.