” Ricerca e innovazione sono le parole d’ordine che dovranno guidare gli imprenditori, soprattutto i più giovani, se vorranno superare gli effetti negativi generati dalla diffusione del Covid – 19 in un momento così delicato per l’economia del nostro Paese”. A spiegare quale sarà il futuro per il mondo delle imprese, è stato il Professor, Avvocato Rodolfo Vitolo, Ordinario del Dipartimento di Scienze Aziendali – Management & Innovation Systems dell’Università di Salerno, socio del “Rotary Club Salerno Est”, presieduto dal dottor Dino Bruno, che è stato protagonista dell’interessante incontro tenutosi presso il “Saint Joseph Resort” di Via Allende. Dopo essere stato introdotto dai soci del Club : Antonio Vairo e Generoso Andria, il professor Vitolo ha spiegato che :”La pandemia ha comportato una vera e propria «fibrillazione» del sistema delle imprese , già messo a dura prova dalla globalizzazione: dalla competizione a livello mondiale sui mercati” e che il fabbisogno finanziario occorrente al sostegno ed allo sviluppo delle PMI per l’emergenza Covid-19 passa per gli Istituti di credito:” La legislazione prodotta a seguito del lockdown prevede una serie di interventi a sostegno delle imprese, che però non si sono ancora concretizzati. Le banche però non possono erogare finanziamenti solo perché lo dice il Governo che ha fatto e disfatto i decreti senza prevedere per gli istituti bancari processi esecutivi definiti”.
Il professor Vitolo è favorevole al Mes:” Si stanno facendo soltanto inutili discussioni per portare avanti battaglie politiche senza capire che i benefici che ci può dare l’Europa sono enormi: è il caso di utilizzare tutti gli strumenti d’implementazione del sistema che generano PIL ”. L’utilizzo del remoto ha aperto scenari impensabili fino a sette mesi fa :” Sicuramente l’esperienza del lockdown è servita comunque a farci comprendere che il mondo dei rapporti economici si è trasformato e che lo smartworking rappresenta il prossimo futuro anche se però incide sulle relazioni familiari e parentali: in questo periodo c’è stato un aumento esponenziale di separazioni e divorzi, anche a Salerno, perché lavorando a casa si crea il problema della conflittualità latente”. Ma fino a che punto lo smartworking può entrare nella cultura del nostro Paese? “ Non tutte le prestazioni possono essere svolte a distanza. Conterà anche la cultura dei singoli capitani d’industria: i tradizionalisti non amano lo smartworking”. (Pubblicato su “Il Quotidiano del Sud” edizione di Salerno).
Aniello Palumbo