Quale futuro per Internet?

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In termini di velocità, qual è il futuro per Internet? La risposta è semplice in quanto in futuro Internet sarà sempre più veloce, e lo sarà ancor di più rispetto al 5G che in Italia, a livello commerciale, è stato lanciato da poco da parte dei principali operatori di servizi di telecomunicazioni. E tenderà ad espandersi a macchia d’olio non solo in grandi città del Nord come Milano e come Torino, ma anche nei territori del Sud Italia, dalla provincia di Salerno a quella di Palermo, e passando per Napoli e per Reggio Calabria. Mentre il 5G prende piede, in realtà la ricerca nel settore delle telecomunicazioni è già proiettata verso la prossima generazione di reti mobili con il 6G che, ad oggi, si stima che possa debuttare già nel 2030.

Piano d’azione 6G, per le reti mobili si guarda già al futuro

Dai casino online alle app per il fitness, e passando per l’accesso online ai servizi in streaming, con il 6G le connessioni mobili potrebbero raggiungere velocità ragguardevoli e, in particolare, fino a ben 8.000 volte più veloci rispetto all’attuale 5G. Paesi come la Cina ed il Giappone hanno già istituito dei gruppi di lavoro proprio per la futura creazione delle reti 6G. Si tratta, nello specifico, di esperti riconducibili a società tecnologiche, ma anche le migliori menti del mondo universitario e di quello degli istituti di ricerca. Basandosi su calcoli prettamente teorici, sulle reti mobili della prossima generazione, proprio con il 6G, i dati potrebbero viaggiare ad una velocità fino a 1 TeraByte al secondo. Una velocità che, per rendere l’idea, permetterebbe di scaricare circa 150 film in alta definizione in un solo secondo.

Il 6G aprirà le porte allo sviluppo delle neurotecnologie

Il nuovo standard, per ora solo sulla carta, apre nuovi scenari per le cosiddette neurotecnologie. Ovverosia per la creazione di interfacce tra il cervello ed i computer. La velocità del 6G, nello specifico, apre in teoria le porte al cosiddetto upload della mente umana. Ovverosia alla creazione, in tutto e per tutto, di una copia non solo esatta, ma anche speculare della persona biologica attraverso la cosiddetta coscienza emulata. Da questo punto di vista imprenditori visionari come Elon Musk sono già più di un passo in avanti.

Nel 2016, infatti, l’imprenditore sudafricano con cittadinanza canadese, e naturalizzato statunitense, ha fondato la società Neuralink Corporation che è specializzata proprio nel futuristico settore delle neurotecnologie. L’obiettivo primario dell’azienda, che ha il quartier generale a San Francisco, è quello di sviluppare interfacce neurali impiantabili. Attualmente, in particolare, la società Neuralink con i suoi test e sperimentazioni è impegnata a realizzare dei prototipi che siano in grado di sostituire le funzioni cerebrali compromesse.

E questo per curare, proprio grazie all’alta tecnologia, quelle persone che hanno subito traumi a livello cerebrale, o affette da malattie neurodegenerative. Tecnicamente si tratta di neuroprotesi che, grazie alle elevatissime velocità di comunicazione tra uomo e macchina, a regime garantiranno la perfetta simbiosi degli esseri umani con l’intelligenza artificiale.