Forse tra di loro c’è l’uomo che pestò brutalmente il battipagliese Natalino Migliaro, deceduto dopo due mesi di agonia. Otto persone sono finite in manette con l’accusa di sfruttamento della prostituzione, favoreggiamento e sfruttamento, lesioni personali aggravate e tentata estorsione. Due distinti gruppi, uno di origini rumene l’altro composto esclusivamente da albanesi, controllavano la litoranea di Battipaglia.
Uomini senza scrupoli che senza alcun indugio mostrava i muscoli, e non solo, a chi si permetteva di mettere in discussione la propria egemonia (crudele l’episodio in cui addirittura taglianrono la lingua al giovane che cercava di far cambiare vita ad una prostituta) .
La maxi inchiesta nasce dalla brutale aggressione a Natale Migliaro che si era appartato in località lido Lago con la fidanzata. “Sono ancora in corso indagine per verificare se vi sia connesione tra questo episodio che purtroppo ha portato alla morte di questo giovane e l’attività criminale svolta da questi due distinti gruppi. Non è da escludere che si sia trattato di uno scambio di persona – ha riferito il procuratore generale Corrado Lembo nel corso della conferenza stampa di ieri mattina”.
Rumeni ed albanesi si avvalevano anche della collaborazione di alcuni italiani per alcune attività logistiche (in particolari i trasferimenti e le eventuali segnalazioni di pattugliamenti). Le giovani donne erano completamente assoggettate al gruppo e, nel corso degli interrogatori, in poche hanno fattivamente collaborato con gli inquirenti. In carcere sono finiti: Carol Adam, Catalin Iosub, Maniache Lucian, Mihai Gheorge, Milan Alin, Sulejmani Kristjan, Sulejmani Vilson, Tranca Adrian. Ai domiciliari è finito l’italiano Augusto Longo.
Giuseppe D’Alto.