La prima partita della Salernitana vista dal filosofo Peppino Cacciatore, già Professore Ordinario di Storia della Filosofia all’Università Federico II di Napoli, è stata Salernitana – Modena, nel Campionato di Serie B 1955-1956:” Ricordare quegli anni per me è un po’ risalire alla preistoria. Avevo 11 anni e ricordo che vinse il Modena per 3 -0 con due gol di Barbolini e un autogol di Galletti. I giocatori del Modena indossavano la maglia gialla. Li chiamavamo: ”I canarini”. Quella partita non la vidi però allo Stadio Vestuti, ma dalla finestra, stretta e lunga, del bagno di casa di mio zio, che abitava nelle Palazzine dei Ferrovieri, proprio dietro la mitica Curva Nord. All’epoca tutti i balconi e i terrazzi dei palazzi attorno allo Stadio erano gremiti di tifosi. Con i miei cugini facevamo a turno a metterci nella posizione migliore. Stavamo uno addosso all’altro. Vedevamo tutto il campo tranne la parte, lato tribuna, dove era situata la bandierina del calcio d’angolo. Rimanemmo delusi dal risultato di quella partita, fin quasi alle lacrime”. Cacciatore ha ricordato che in quella squadra giocavano il centrocampista Gigi Gigante, che poi allenò la Salernitana in C1, e Lidio Massagrande: ”Era un attaccante molto forte. Purtroppo in quel campionato la Salernitana finì all’ultimo posto e retrocesse in Serie C insieme al Livorno ”. Il professor Cacciatore continuò a vedere le partite della Salernitana da casa dello zio. Solo ai tempi del liceo, verso i 16 – 17 anni, cominciò a vederle allo Stadio Vestuti. Però per non cambiare troppo il punto di osservazione, al quale era ormai abituato, ma soprattutto per vivere il calore e la passione dei tifosi, il professor Cacciatore preferì andare in Curva Nord. “Da quella curva vidi anche la Salernitana di Tom Rosati che nel Campionato di Serie C 1965-66, grazie a calciatori come Piccoli, Scarnicci, Cignani, Corbellini e Prati, riuscì a ritornare in Serie B”. Cacciatore all’epoca, per motivi di studio, non riuscì a vedere tutte le partite:” Ero iscritto alla Facoltà di Filosofia all’Università “La Sapienza” di Roma dove mi sono laureato nel 1968 e non riuscivo a tornare spesso a Salerno. Ricordo però che quando la Salernitana andò a giocare a Chieti decisi di andare a vedere la partita insieme ad un mio amico pugliese che studiava con me. All’epoca avevo una Fiat 500 a bordo della quale, dopo varie peripezie, raggiungemmo Chieti: per strada trovammo anche la neve e, come se non bastasse, bucammo anche una ruota che cambiai gelandomi le mani. Valse la pena andare , sia perché incontrai mio fratello Diego che stava nella dirigenza della Salernitana, sia perché la Salernitana vinse 2 -1 con due bei gol di Cignani e Corbellini”. Cacciatore andò anche a Torre Annunziata a vedere Savoia – Salernitana: ”Finì 2 – 2 con un gol di Prati, che subì un brutto infortunio che gli causò la rottura di tibia e perone, e Minto. Ci furono anche degli scontri tra i tifosi dentro e fuori dallo stadio”. Cacciatore ha anche ricordato l’ultima partita di Campionato che si giocò in trasferta contro l’Aquila. ” Era una partita importante per la promozione in Serie B. La Salernitana conduceva 1 – 0 e per un‘invasione di campo di un tifoso aquilano la partita fu sospesa. Tutti erano convinti che sarebbe stata data la vittoria a tavolino alla Salernitana, ma così non fu e il mercoledì successivo si diffuse la notizia che la partita doveva essere ripetuta. Ci fu un corteo di tifosi arrabbiati che si radunò sul Corso, sotto la redazione del Mattino, per avere notizie precise. Contemporaneamente un altro corteo, organizzato dai partiti di sinistra che protestavano contro un convegno organizzato dal Movimento Sociale al Teatro Augusteo era partito da Corso Vittorio Emanuele per arrivare all’Augusteo. All’altezza di Piazza Portanova i celerini ci bloccarono e siccome protestammo, ci caricarono colpendoci con i manganelli. Anch’io fui colpito. Andai in ospedale perché le mie mani, che avevo utilizzato per proteggere la testa, si erano gonfiate per i colpi ricevuti. Ci fu un processo e fummo tutti assolti anche perché molti di noi dissero che non facevano parte del corteo politico, ma di quello dei tifosi”. Il filosofo salernitano ha raccontato che nel 1971, qualche mese prima di sposarsi con la sua fidanzata ( la professoressa Paola Volpe), aveva comprato una nuova auto:” Era una Ford Escort. Con lo zio di Paola, decidemmo di andare a vedere la trasferta della Salernitana a Martinafranca. A un certo punto Mauro Pantani segnò il primo gola al 55’ ed io esultai alzando le braccia al cielo gridando gol. Eravamo in tribuna, dove c’erano anche i tifosi del Martina e del Brindisi, uno di loro che era alle mie spalle, mi poggiò la lama di un coltello dietro la schiena intimandomi, in dialetto pugliese, di non esultare più. Fortunatamente la partita fini 1 -1. Cacciatore ha ricordato di essere stato Consigliere Comunale di opposizione dal 1975 al 1993 e dal 1987 al 1988 Assessore allo Sport del Comune di Salerno:” Andai a salutare allo stadio Vestuti il nuovo allenatore Tobia e i tifosi schierati nella tribuna, vedendomi, mi chiesero, un po’ protestando, che volevano il nuovo stadio. Con Fulvio Bonavitacola, Assessore ai Lavori Pubblici, si diede maggiore impulso alla costruzione dello Stadio Arechi avviata nel 1984”. Cacciatore ha ricordato la figura del Presidente Peppino Soglia con il quale ha sempre avuto un buon rapporto:” Ci teneva molto alla Salernitana. Nel Campionato 89 – 90, dopo venticinque anni, ci riportò finalmente in Serie B grazie anche al grande fuoriclasse che era Agostino Di Bartolomei”. Cacciatore ha anche ricordato di quando la Salernitana disputò, nel 1998 -99 , il Campionato di Serie A:” La prima partita si disputò a Roma, dove andai. Segnò prima la Salernitana, al 41’ con un colpo di testa di Song. Poi segnarono Paulo Sergio , Totti e ancora Paulo Sergio e perdemmo la partita”. La soddisfazione più grande però arrivò quando la Salernitana incontrò in casa la Juve:” Vincemmo con un gran gol di Di Vaio nel primo tempo. Fu una grande gioia”. Per Cacciatore il migliore Presidente della Salernitana è stato Aliberti: ”Ci ha fatto fare dieci campionati di Serie B e un campionato di Seria A”. Il migliore allenatore Delio Rossi:” Era offensivista per mentalità. Anche se non gli ho mai perdonato il pareggio con la Fiorentina. Stavamo vincendo 1- 0 grazie al gol di Di Vaio al 75’ e invece di chiudersi in difesa continuò ad far attaccare la squadra permettendo al terzino Torricelli, all’86’, di segnare partendo da metà campo ”. Cacciatore ha poi ricordato un momento molto triste che visse non solo la squadra, ma tutta la città” Andammo a giocare a Piacenza la partita decisiva per la salvezza. Pareggiammo e tornammo in Serie B. Dopo la partita il treno che riportava i tifosi a Salerno si incendiò sotto la galleria di Nocera Inferiore. Fu una tragedia. Morirono quattro ragazzi: Ciro Alfieri, Giuseppe Diodato, Enzo Lioi e Simone Vitale”. Cacciatore ha apprezzato il lavoro fatto dal Presidente Lotito:” H preso la squadra quando nessuno la voleva più e l’ha portato in Serie B. Raggiunto questo traguardo però non ha fatto nulla per fare in modo che la Salernitana andasse in Serie A, probabilmente perché ha già la Lazio che milita in questa serie. Non ha rafforzato la squadra. La sua pretesa di vedere trentamila spettatori allo stadio è assurda. Solo quando è venuta la Juve siamo arrivati a circa quarantamila spettatori. Se ci fosse una squadra entusiasmante forse potremmo arrivare al massimo ad avere ventimila spettatori. Non deve impedire alla squadra di andare in serie A”
Aniello Palumbo