“Roberto il Guiscardo è un personaggio scaltro che partendo dal nulla è riuscito a creare un vastissimo dominio estesosi su tutta l’Italia Meridionale. E’ una figura molto abile di “signore della guerra”. E’ stato un grande costruttore di uno Stato Una figura significativa per la storia della contemporaneità”. A illustrare la figura di Roberto il Guiscardo, importante per la memoria storica della nostra città, è stato il professor Claudio Azzara, Ordinario di Storia Medievale all’Università di Salerno, che ha tenuto una lectio magistralis sul duca normanno, durante il primo dei cinque incontri, che si terranno ogni primo martedì del mese fino al mese luglio, organizzati nella Sala San Tommaso dal parroco del Duomo di Salerno, don Michele Pecoraro, nell’ambito dell’iniziativa:” Alle radici della nostra storia di Salerno”. Don Michele, che ha fortemente voluto che si organizzasse questa interessante iniziativa, ha salutato emozionato il numeroso pubblico presente e ricordato che:“ Non bisogna tagliare le radici altrimenti l’albero si secca. Vogliamo riscoprire queste radici che hanno fatto grande la storia di Salerno, memori che la storia è maestra di vita e che – come ha detto Papa Francesco – scoprire le radici della nostra storia significa prendere coscienza della nostra dignità”.
Il professor Azzara ha illustrato l’immagine di Roberto il Guiscardo che si vede nell’abside della Cattedrale nella quale è inginocchiato davanti alla Madonna:” Per un guerriero c’è bisogno di nobilitarsi” e sottolineato l’importanza dei Normanni per la storia di Salerno e dell’Italia Meridionale:” Sono stati importanti per la storia d’Europa e per il bacino Mediterraneo. Hanno lasciato un’eredità culturale d’inestimabile valore. Forse con i Normanni Salerno un po’ ci ha rimesso. Ha avuto la sua stagione più felice con i Longobardi, quando Salerno era capitale del Principato”. Il professore veneto, che da sedici anni vive a Salerno, ha ricordato che i Normanni furono il punto d’appoggio del papato, che non aveva un proprio esercito nel Mezzogiorno e che Roberto il Guiscardo, nel 1059, fu insignito del titolo di Duca di Puglia, Calabria e Sicilia dal Papa Niccolò II:” “Nel 1077 conquistò Salerno dopo la disperata resistenza di Gisulfo II. Nel 1080 completò la conquista di diversi territori dell’Italia Meridionale”. Azzara ha analizzato il rapporto di Roberto il Guiscardo con Papa Gregorio VII che è sepolto nella Cattedrale di Salerno:” Gregorio VII ebbe uno scontro feroce con l’Imperatore Enrico IV e all’arrivo di quest’ultimo, alle porte di Roma, i Normanni, non si sa ancora bene se per proteggerlo o per tenerlo come ostaggio e usarlo come pegno in future trattative, lo portarono a Salerno”. Azzara ha ricordato il matrimonio del Guiscardo con la Principessa Sichelgaita:” Una principessa longobarda che gli consentirà un ulteriore salto di qualità. Gli darà la possibilità di annettere altri territori longobardi legittimandosi agli occhi dei longobardi grazie al fatto di aver sposato una principessa longobarda dalla quale avrà otto figli: tre maschi e cinque femmine. Un matrimonio politico che lo porta a liberarsi della prima consorte. Intorno ai sessant’anni Roberto il Guiscardo muore per una forte febbre lasciando un’eredità politica consolidata e destinata a ulteriori sviluppi. Sichelgaita riesce ad evitare che l’eredità di Roberto vada al figlio di primo letto, ma vada a favore dei propri figli”. La relazione del professor Azzara è stata introdotta dalla professoressa Amalia Galdi, docente di Storia Medievale, che il 2 maggio terrà una sua lezione sulla traslazione e il culto di San Matteo.
Aniello Palumbo