Due sono le passioni di Gianluca Ogiani: il giornalismo e Napoli. Una commistione, quasi innata, per chi esercita la professione di cronista nella città dal Lungomare più bello del mondo.
Al suo esordio letterario, con il romanzo “Il mestiere di carta”, il giornalista Gino Giaculli conduce i lettori nei meandri insidiosi dell’informazione, della notizia “stampata”.
L’uso di uno stile romanzato e non privo di sfumature divertenti, smorza quel rigorismo linguistico tipico della scrittura giornalistica, consentendo al lettore un approccio piacevole ad una realtà infinitamente complessa. Attraverso l’esperienza del protagonista-cronista Gianluca Ogiani, l’autore illustra alcuni simpatici retroscena, momenti di tensione, stati d’animo altalenanti e ansie legate a quel tasto invio che manda nelle pagine degli articoli, le singolari fatiche degli “addetti ai lavori”. Giaculli offre un interessante profilo, ricalcato da una minuziosa ed accurata descrizione, del modus operandi di coloro che hanno intrapreso “per vocazione” la carriera giornalistica.
La redazione del Graffio diventa, quindi, un palcoscenico pullulante di personaggi eterogenei che attraverso indagini personali e lavoro di gruppo mirano alla veridicità dei fatti. Sempre e comunque. Ciò che colpisce maggiormente, leggendo questo libro, è la meticolosità delle procedure investigative che costituiscono la condicio sine qua non dell’informazione. A monte di un articolo, vi è, dunque, un lavoro di ricerca, di fonti autentiche.
Notevole e di primaria importanza è invece il contesto. Napoli. Una città-teatro dove si lotta per la continua sopravvivenza, dove un filo sottile divide i mille contrasti di una metropoli che affanna tra rumori sordi e squillanti silenzi.
La città partenopea è in fermento per i preparativi della Coppa America e per le elezioni del nuovo sindaco.Il Lungomare di via Caracciolo offre uno scenario sorprendente, ma solo di facciata. Napoli è un contenitore, è una città dentro la città. E ad un giornalista come Ogiani, osservatore attento, non scappa nulla. Un individuo dedito al suo mestiere anche nel tempo libero, quasi a voler render prova che chi professa questo lavoro difficilmente riesce a staccarsene. Ebbene, l’intraprendente giornalista scoprirà delle strane anomalie che inevitabilmente lo condurranno ad indagare e a risolvere un caso di estrema delicatezza che avrebbe potuto mettere a repentaglio le sorti di una città in perenne trasformazione. Oltrepassando quello che potrebbe apparire un comportamento di natura deontologica, traspare, nella perseveranza di Ogiani, un forte senso di appartenenza e di ricerca di riscatto per una città che è stata spesso violentata. Napoli deve decollare,e uno strumento efficace perché avvenga la rinascita è dato dall’incremento della cultura ed il recupero del patrimonio storico- artistico.
Napoli sta acquisendo sempre più spessore nelle pagine narrative di scrittori contemporanei ed giornalista Gino Giaculli, col suo primo romanzo “Il mestiere di carta”, edito da Homo Scrivens, ha dato un contributo significativo alla letteratura partenopea, oltre a svelare i segreti di un mestiere difficile ma gratificante.
CORINNE BOVE