In sala sono state esposte le foto storiche di Matera, in bianco e nero, appartenenti all’archivio del professor Gilberto Antonio Marselli, grande amico di Valentina, a cui è dedicato il libro, nelle quali si evidenzia il degrado in cui vivevano i contadini di Matera che abitavano nei malsani Sassi che erano però caratterizzati da una vivace vita di comunità. Le foto sono state attribuite al famoso fotografo francese Henri Cartier Bresson che le scattò durante il suo soggiorno – studio a Matera come ha raccontato l’architetto Maddalena Marselli della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio Area Metropolitana di Napoli, figlia del professor Gilberto Antonio Marselli, noto sociologo meridionalista:” Henri Cartier Bresson era amico di mio padre. Valentina e mio padre inviarono queste foto alla “Fondazione Henri Cartier Bresson” per avere una certificazione di autenticità che non fu concessa perché mancavano i negativi”. La dottoressa Martelli ha raccontato l’esperienza del padre che fece parte del Gruppo di Studi che progettò il nuovo borgo de “La Martella:” De Gasperi si rivolse all’Istituto Nazionale di Urbanistica (INU) presieduto da Adriano Olivetti che organizzò la realizzazione del gruppo di ricerca interdisciplinare coordinato dal professor Ludovico Quaroni. Mio padre curava la parte sociologica. Il “metodo” Matera” è stata un’esperienza affascinante: mio padre è stato un uomo fortunato perché è stato protagonista e testimone di un ciclo storico che riguardava il passaggio dalla società rurale a quella industriale degli anni ‘50”.
Valentina Cirillo, oltre che architetto per professione, è anche fotografa per passione, e le sue bellissime immagini, contenute nel libro, raccontano luoghi caratteristici di Matera, come il Sasso Caveoso, fotografato da Valentina, in bianco e nero, da un costone della Murgia Timone, da dove si vedono i Sassi e sopra le case del “Piano” della città di Matera:” Due realtà fisicamente confinanti, ma distanti secoli”, ha spiegato l’architetto cavese che ha anche sottolineato l’importanza di fotografare in bianco e nero: “Alcuni potrebbero pensare che ormai la fotografia in bianco e nero è considerata sorpassata, ma non è così. In diverse occasioni il bianco e nero risulta la scelta più adeguata, capace di valorizzare i dettagli, le ombre, i contrasti, le sfumature”. Alcune immagini di Valentina sono un’analisi psicologica che si avverte in foto come quella suggestiva, intensa, profonda e struggente di una donna anziana di Aliano vestita completamente di nero, dal volto segnato dalle rughe, che, sull’uscio di casa, si volta incuriosita a guardare Valentina mentre le scatta la foto. Le foto di Valentina insieme a quelle dei fotografi salernitani: Luisa D’Andria, Anna Izzo, Gerardo Morese, Francesca Siano, Domenico Solimeno e Marco Palumbo, scattate a Matera nella primavera del 2015, sono state esposte al “Museo FRaC” di Baronissi in occasione di un grande evento, tenutosi nel 2016, al quale parteciparono anche l’architetto Nicola Pagliara, relatore della tesi di laurea di Valentina, e il professor Gilberto Antonio Marselli la cui testimonianza su come nacque il Gruppo di Studi che contribuì alla progettazione del nuovo borgo de “La Martella” è inserita nell’intervista fatta da Valentina e contenuta nel libro la cui prefazione è stata curata dall’Assessore all’Urbanistica della Regione Campania Bruno Discepolo. Valentina nel suo volume racconta anche la Matera di Carlo Levi, che a sua volta l’ha raccontata nel suo famoso libro “Cristo si è fermato ed Eboli”; della scoperta di Matera negli anni ’50 quando fu definita la “Vergogna d’Italia”, e del Gruppo di Studi che diede luogo al primo esempio di studio interdisciplinare anche a livello internazionale che aveva visto coinvolti antropologi culturali, economisti, psicologi, sociologi, storici ed urbanisti che consentirono alla fine la realizzazione del villaggio autonomo “La Martella:” Il “Gruppo Studi era composto da architetti della Scuola romana guidati da Ludovico Quaroni. Progettarono le abitazioni del borgo “La Martella” dove poter far alloggiare le famiglie che erano state agevolate dalla Legge Colombo per il “Risanamento dei Sassi” del 1952. È importante dire che ci furono dei cambiamenti rispetto al progetto iniziale in quanto i materani che abitavano nei Sassi erano abituati a tenere con loro gli animali: le galline, i muli, responsabili anche della malaria. Quaroni e gli architetti del gruppo modificarono il progetto facendo in modo che da un ‘apertura nel muro della camera da letto, chiusa da un vetro, era possibile sorvegliare il mulo scongiurando anche il rischio di un eventuale furto. Quaroni e il suo gruppo tennero anche conto, nella loro progettazione, del concetto di vicinato”. Il volume che è un vero viaggio nel comune di Matera e non solo, contiene un’appendice che si compone di contributi dell’architetto Nicola Pagliara e dell’architetto Emilia Olivieri, che descrive il primo Piano Regolatore Generale di Matera, datato 1956, opera dell’architetto Luigi Piccinato. Il libro di Valentina Cirillo può considerarsi un atto d’amore, non solo per la città di Matera, ma per tutto il Sud: “Credo fermamente che la nostra terra non vada dimenticata e trascurata, ma amata e valorizzata, con tutto quello che la storia ci insegna e con tutto quello che il presente ci mostra” – ha spiegato Valentina – “ Dobbiamo quindi essere coscienti dei luoghi in cui viviamo e consapevoli di un passato che ci appartiene e che dovremmo imparare a custodire, per non lasciarci sopraffare dal presente. Potremmo, così, imparare a sognare anche meglio il nostro futuro e quello delle nostre città”.
Aniello Palumbo
Scopri di più da Gazzetta di Salerno, il quotidiano on line di Salerno
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.