Nel panorama delle feste liturgiche e delle pratiche devozionali diffuse sul territorio dell’Agro nocerino-sarnese, la festa in onore di Santa Maria Incoronata del Carmine detta “delle galline” di Pagani costituisce senza dubbio un unicum.
Una peculiarità che discende da una serie di elementi che, insieme, hanno contribuito a generare una delle più significative, antiche, affascinanti e genuine espressioni della pietà popolare che si registri nel sud Italia.
E ciò sia sul piano strettamente religioso che su quello, più generale, sociale, civile e culturale.
Lo dimostra, tra l’altro, anche la decisione della Regione Campania, assunta su istanza
dell’Arciconfraternita, proprio in ragione delle peculiari caratteristiche dell’evento e del suo
particolare valore, di iscrivere la festa nell’Inventario del Patrimonio Culturale Immateriale
Campano (IPIC) con Decreto dirigenziale n. 467 del 9 giugno 2022, nella sezione “Celebrazioni”, con la dicitura “Festa della Madonna delle Galline: riti, pratiche ed espressioni della pietà popolare Mariana”.
Alla natura complessa e multiforme di questa Festa concorrono soggetti diversi. Anzitutto il
popolo, che vi partecipa attivamente: è la comunità nel suo complesso la vera protagonista, con la città che, nei giorni della festa, si trasforma in un luogo della cultura tradizionale, al quale partecipano tutte le componenti sociali.
Per Pagani e i paganesi essa determina momenti di rinsaldamento dei corpi sociali e di
trasmissione delle ritualità religiose e civili prima di tutto in ambito familiare, che si coniugano alla riscoperta di alcune antiche pratiche, come quella di addobbare i cortili e le edicole votive con fiori, drappi e tessuti pregiati per accogliere la Vergine in processione, oggi ricondotti alla pratica della preparazione del “tosello”.
Nella condivisione di questi spazi nascono legami e si rafforzano appartenenze che durano nel tempo e si fanno strutturali. La trasmissione delle abilità legate alla musica e alla danza trova il suo naturale sbocco in questi momenti, così come le pratiche legate alla creazione del tipico menù della festa.
I toselli rappresentano un luogo di interesse culturale e religioso e la fucina per creare i
presupposti per un rilancio sociale e culturale del nostro territorio, proprio attraverso la
valorizzazione del patrimonio, dei valori e delle opportunità legate alla Festa, che vanno
chiaramente anche oltre il tempo festivo in senso stretto.
Non si può, dunque, ignorare come la festa della Madonna delle Galline sia andata configurandosi nel tempo come uno dei momenti più autenticamente identitari nella vita collettiva della comunità paganese. Di certo, come quello più sentito e visceralmente vissuto.
Naturalmente, la coesistenza di tutti questi elementi, non tutti in egual misura riconducibili alla sfera della religiosità e della liturgia, non può e non deve distrarre dalla dimensione spirituale della festa.
compito di trasmettere le pratiche di devozione legate proprio agli aspetti religiosi.
Occorre dunque uno sforzo ulteriore per ricondurre i vari elementi che caratterizzano la Festa alla loro più autentica dimensione spirituale, depurandola – senza strappi e con la collaborazione di tutti – da elementi di eccesso e di degenerazione che, pure, ne hanno distorto alcuni aspetti.
Interrogarsi sul lavoro, le azioni e le strategie da adottare per recuperare l’autenticità di questo straordinario momento di pietà popolare e di fede comunitaria è la strada da privilegiare, chiamando a raccolta tutte le realtà che – a vario titolo, con ruoli diversi e ciascuno con le proprie competenze e responsabilità – sono coinvolte nella programmazione, nella preparazione, nell’organizzazione e nella gestione della festa.
Dobbiamo cioè convincerci che questo sforzo di purificazione della festa – e, in definitiva, di
educazione e di evangelizzazione sul suo significato più autentico – va fatto insieme, nel tempo, in spirito di accoglienza, valorizzando e tutelando gli aspetti propri della pietà popolare, senza mortificare il tratto identitario di questo evento e respingendo, tutti insieme, le degenerazioni.
È per questo che, alla vigilia della ripresa della Festa nella sua tradizionale struttura dopo il tempo della pandemia, congiuntamente, tutti gli attori della Festa, sotto la spinta propulsiva dell’Arciconfraternita, hanno lavorato con determinazione all’istituzione di un Tavolo permanente al quale siedono il rappresentante della Chiesa diocesana, delle istituzioni civili e delle realtà più o meno organizzate che, nel popolo, concorrono allo svolgimento della festa.
Uno spazio di discussione e riflessione grazie al quale avviare un percorso che, nel tempo, potrà e dovrà portare tutte e tutti a vivere pienamente il tempo della Festa.
Il presente documento è il frutto prezioso di questo lavoro condiviso, di cui costituisce un primo e necessario approdo, e rappresenta uno spazio di possibilità, uno strumento per rendere la nostra amata Festa un’occasione ancora più preziosa e profonda di fede, di comunità, di pietà popolare, espressione di una cultura autentica e di una spiritualità verace e genuina.
Vi invitiamo a leggerlo con attenzione ed a viverlo nella pratica, ben consci che solo attraverso una sua effettiva e diffusa condivisione, si possa procedere speditamente al raggiungimento degli obbiettivi prefissati.
La cerimonia di apertura del Santuario del venerdì in Albis
Il tempo della Festa prende le mosse nel venerdì in Albis, con il rito corale di apertura del
Santuario, caposaldo della tradizione. L’auspicio è che lo stesso si svolga contemperando le
necessità di ordine pubblico, con l’anelito del popolo di giungere ai piedi della Vergine e con le peculiarità largamente stratificate d’espressione della pietà popolare.
La Processione della domenica in Albis
La Processione della domenica è il cuore della Festa. Attorno ad essa la comunità si raccoglie, gioisce, prega e fa festa. Ne vanno conservate le originarie espressioni, evitando accuratamente spettacolarizzazioni che poco hanno a che fare con l’autenticità della fede che essa esprime.
Pertanto:
– nell’accettare, in spirito di collaborazione, il percorso ormai tradizionale della processione – alla quale non è consentito il passaggio in strade chiuse e parchi privati – siano rispettati i tempi, senza soste ingiustificate e troppo lunghe;
– sia agevolato il suo passaggio, consentendo il regolare svolgimento del corteo senza interruzioni ed ostacoli, dovuti in particolare al ricorso ai fuochi pirotecnici, il cui utilizzo sia ispirato alla sobrietà, alla moderazione e alla sicurezza;
– sia accompagnata dal lancio festoso e colorato di fiori e petali e dall’esposizione di coperte e drappi, segno antico di fede e devozione, evitando l’utilizzo di coriandoli di carta che
imbrattano strade, provocando danno all’ambiente e costi di pulizia;
– sia posta la massima attenzione all’ordine pubblico, evitando con cura qualsiasi situazione di turbamento e pericolo della pubblica incolumità;
– sia accuratamente evitata, per ragioni di sicurezza e di incolumità dei più piccoli, la richiesta di esporre i bambini alla Vergine salendo sul carrello che trasporta la statua. La pia devozione dell’accostare i bambini alla Madonna è una bellissima manifestazione di fede che, però, va compiuta in piena sicurezza. Pertanto i bambini vengano accostati al manto della Vergine esclusivamente dal piano della strada;
– sia valorizzato al massimo l’aspetto religioso e liturgico, facendo della processione occasione di preghiera e raccoglimento, accogliendo con fede Maria nelle strade e nei quartieri con espressioni autentiche di pietà e di fede;
– auspicabilmente, venga ripristinata la pratica di sospendere le espressioni culturali legate alla musica ed alla danza che vengono svolte presso la Villa Comunale, al momento del transito in corso Padovano della “processione solenne”, alla quale il popolo ivi raccolto in attesa, si accoderà per accompagnare, nel rispetto della liturgia, la Vergine verso il Santuario;
– allo stesso modo, tutte le ulteriori pratiche d’espressione della pietà popolare, ivi compreso il corteo dell’alba del lunedì per la deposizione delle tammorre ai piedi della Madonna, siano svolte con rispetto e raccoglimento.
Liturgia e spiritualità
La Festa è anzitutto e principalmente momento di fede e di preghiera, regolata da precise norme liturgiche che ne scandiscono il tempo:
– diventi dunque, per tutto il popolo di Dio, occasione sincera di incontro con Maria e, attraverso di Lei, con Gesù;
– vengano seguite con viva partecipazione e fede profonda tutte le funzioni liturgiche e si prenda parte ad esse in atteggiamento di preghiera e raccoglimento.
I Toselli
I Toselli sono un’antica e genuina manifestazione della Festa in onore della Madonna delle galline.
Nel tempo, accanto a quello storico, in molti luoghi della città ne sono sorti altri, che hanno
arricchito la Festa, diventando luoghi di incontro e attrazione di fedeli e visitatori:
– è importante che essi siano sempre di più spazi di condivisione e di preghiera, di raccoglimento e di fede, recuperando il loro originario e più genuino valore;
– in essi dimori e venga valorizzato lo spirito più autentico della fede mariana e della Festa,
evitando eccessi e spettacolarizzazioni;
– sia recuperato lo spirito di condivisione, accoglienza ed ospitalità, nella piena consapevolezza che dividere il pane con i fratelli e le sorelle è anzitutto gesto di fede e atto di carità.
Opere di carità
La Festa diventi occasione per promuovere e incentivare opere di carità e attenzione e cura a chi fa più fatica:
– si evitino pertanto sprechi di soldi in superflue ed eccessive manifestazioni esteriori e si faccia in modo di sostenere chi fa più fatica, ognuno secondo le proprie volontà.
Le comunità parrocchiali di Pagani, in questo senso, auspicano che eventuali e comunque trasparenti raccolte di fondi prevedano la destinazione, quota parte, ad opere di carità.
L’Arciconfraternita, dal canto suo, si impegna a fare altrettanto, destinando una parte delle
offerte ai lavori di restauro della facciata del Santuario e all’aiuto ai più deboli, dandone
pubblicamente notizia alla città;
– laddove possibile, i soldi risparmiati evitando eccessi e sprechi – anche a livello di quartieri, cortili e singole realtà e zone della città – vengano in parte devoluti, nel rispetto della volontà e della sensibilità dei promotori e degli organizzatori, anche alla Campagna “Tota pulchra est Maria” – Recuperiamo la bellezza, accresciamo la fede, avviata dall’Arciconfraternita per raccogliere fondi da destinare ai lavori di restauro e recupero conservativo della facciata del Santuario, bene prezioso di tutta la città e manifestazione della bellezza e della perfezione dell’opera creatrice di Dio.
Arciconfraternita della Madonna delle Galline
Il Priore
Giuseppe Tortora
Comune di Pagani
Il Sindaco
Raffaele Maria De Prisco