La giuria tecnica che Salerno Letteratura ha designato per il suo decennale ha reso nota la terna del Premio Salerno Libro d’Europa. La scelta di Daria Bignardi, giornalista, conduttrice e scrittrice, Paolo Di Stefano, scrittore, giornalista e accademico e Matteo Palumbo, professore onorario di Letteratura italiana all’Università Federico II di Napoli, è ricaduta su “Unorthodox” di Deborah Feldman (Solferino); “I miei stupidi intenti” di Bernardo Zannoni (Sellerio) e “Lanny” di Max Porter (Sellerio).
Deborah Feldman è una scrittrice germano-americana, classe 1986, nata all’interno di Satmar, una comunità ebraica ultraortodossa di Williamsburg, a Brooklyn. Figlia di un praticante del chassidismo e di una madre di origine ebraica tedesca, Deborah crescerà in questo microcosmo religioso insieme ai suoi nonni, entrambi sopravvissuti all’olocausto, dopo che suo padre, malato di mente, viene interdetto e sua madre lascia la comunità dichiarandosi lesbica. Seguendo regole rigidissime, Deborah viene data in sposa all’età di soli diciassette anni e avrà un figlio a diciannove. Diventata madre, prende il controllo di sé e della sua vita e dopo aver detto definitivamente addio alla sua famiglia e alla comunità, si trasferisce in Germania, a Berlino, dove inizia a lavorare come scrittrice. “Unorthodox” da cui è stata tratta l’omonima serie Netflix, è il suo libro autobiografico.
Bernardo Zannoni ha ventisei anni ed è di Sarzana, città dove vive tutt’ora. Lettore accanito, amante di Borges, Hugo e Carver, Zannoni è soprattutto uno scrittore eclettico. Si è sperimentato con poesie e sceneggiature, compone e scrive musiche e canzoni con lo pseudonimo di Jim Bandini. Un artista a tutto tondo che con “I miei stupidi intenti”, la stupefacente autobiografia di una faina, è ora al suo esordio letterario.
Max Porter è uno scrittore inglese nato a High Wycombe nel 1981. Laureatosi in Storia dell’Arte, inizia a lavorare come libraio per la catena di librerie indipendenti Daunt Books, fino a vincere, nel 2019, il premio come miglior giovane libraio dell’anno. Contestualmente si dedica alla recensione di libri, per poi diventare editor per Portobello Books, la collana editoriale della rivista letteraria Granta. Da lì il passo verso la scrittura è stato breve. Il suo libro d’esordio, “Il dolore è una cosa con le piume”, ha vinto il Dylan Thomas Prize. Il secondo romanzo, “Lanny”, è stato tradotto in oltre venti paesi, ed è considerato il maggior romanzo letterario inglese del 2019, candidato al Man Booker Prize nello stesso anno.
I tre libri saranno sottoposti all’attenzione della giuria popolare, composta da un’ampia community di amanti della lettura, a partire da una delegazione di studenti dell’Università di Salerno. La richiesta di iscrizione alla giuria, alla quale possono partecipare tutti i lettori che ne faranno richiesta, va inviata all’indirizzo mail giuriapremio@gmail.com entro il 18 aprile. I componenti della giuria potranno esprimere, via mail, una sola preferenza – entro l’8 giugno – seguita da una valutazione del testo scelto. La proclamazione del vincitore si terrà nel corso della manifestazione, che si svolgerà dal 18 al 25 giugno.