C’è stato un momento, dopo l’alluvione di sei anni fa, ancor più doloroso degli attimi in cui il fango vomitato dalla montagna ha travolto Atrani. É stato il giorno dopo, quando quella notte infinita ha ceduto il passo alla luce, impietosa, della consapevolezza. Assieme a Francesca il giorno dopo tutti cercavamo un perché, assieme ai danni contavamo le mancanze, le incertezze, gli errori e le lentezze rispetto alla gestione del rischio idrogeologico con cui, da sempre, è costretto a convivere il nostro bellissimo e fragile territorio.
Per non dimenticare che la memoria di Francesca va onorata facendo in modo che non accada mai più, Atrani ospiterà giovedì 29 settembre (ore 18.00, sala polifunzionale della Casa della Cultura) l’incontro-dibattito organizzato nell’ambito della III edizione del Premio Francesca Mansi per l’Ambiente “Il dissesto idrogeologico in Costiera Amalfitana: i rischi, la prevenzione, le criticità”.
Assieme al geologo Franco Ortolani, Italia Nostra, Associazione Acarbio, Rete delle scuole della Costiera Amalfitana e amministratori locali si discuterà di rischio, gestione delle emergenze, diffusione della “cultura dell’ambiente”.
Sarà anche l’occasione per tirare le somme del lavoro svolto da Atrani, senza tacere le tante criticità ancora esistenti, negli ultimi 30 mesi. Un impegno portato avanti su due fronti, che ha di fatto inaugurato una nuova stagione: rendere la cittadinanza sempre più matura e consapevole rispetto ai rischi e “smuovere a monte”, geograficamente e non solo, la questione Dragone. Molto è stato fatto: dal nuovo Piano di Protezione civile (tesato per la prima volta nel settembre 2014) al monitoraggio del torrente tramite telecamera e sensore d’allarme (collegato a ripetitori che avvisano del livello di criticità); dalla convenzione con Le Aquile Costa d’Amalfi per la gestione delle emergenze, all’istituzione del Nucleo di Protezione civile Comunale, fino all’impegno per la prevenzione del rischio “a monte”.
Su questo, più di tutto, ci sarà ancora da lavorare, cercando maggiore sinergia sia con gli altri comuni coinvolti, per evitare che le briglie di Pontone vengano ostruite da materiale pericoloso, sia con la Regione Campania, perché ripensi il criterio della “somma urgenza” in una programmazione sistematica e coerente degli interventi di manutenzione “ordinaria” delle stesse. L’ultimo, e costoso, intervento di pulizia “straordinario” risale allo scorso marzo, dopo mesi di sollecitazioni, e Atrani non ha ancora risposte sul prossimo.
Affinché il ricordo di Francesca non diventi uno sterile esercizio di contrizione collettiva, c’è bisogno del coraggio quotidiano, e condiviso, della memoria: contrastare l’abusivismo e lo sversamento illegale dei rifiuti lungo l’alveo del fiume, garantire la funzionalità delle opere poste a difesa dell’abitato, studiarne nuove e più efficaci, eliminare la sovrapposizione di competenze e poteri in sono obiettivi da continuare a perseguire senza sosta. La responsabilità, da cui nessuno può sentirsi esonerato, è quella del futuro della nostra terra!