Per partecipare hanno dovuto scrivere una favola, una fiaba, un racconto che avesse una morale. Lo hanno fatto nei mesi più caldi, nei giorni da dedicare al mare e poco prima di riprendere la scuola. La fantasia ha riunito oltre 400 dreamers da tutta Italia: post pandemia il Premio Fabula, il festival di scrittura dei ragazzi, realizzato con il patrocinio di Rai Campania, il Comitato Paralimpico Italiano e il Comune di Bellizzi, è riuscito a mettere insieme sognatori dalla Toscana alla Sicilia.
Leggendo gli elaborati ne viene fuori la fotografia di una generazione che, da nord a sud, ha patito l’isolamento del Covid-19, una prigionia che ha enfatizzato paure e insicurezze: lo testimonia anche la costante richiesta di abbracci strettissimi a tutti gli ospiti intervenuti nel corso di questa XII edizione. Rispetto agli anni precedenti, una gran parte degli elaborati arrivati nella casella di posta di Bellizzi sono cupi e più che raccontare un sogno, rivelano il senso di incomprensione e la difficoltà nel sentirsi accettati da una società nella quale non sono a proprio agio.
I personaggi delle loro favole soffrono di disturbi alimentari, vengono presi in giro dai compagni, sono troppo alti o troppo grassi e soprattutto si sentono esclusi dalle conversazioni familiari o addirittura per nulla ascoltati da mamma e papà.
«In questa società che purtroppo sta affondando non si ha il coraggio di intraprendere una strada diversa, di contraddistinguersi dalla massa e allora si finisce per percorrere le strade più semplici, quelle strade che, inizialmente, sembrano non avere ostacoli ma che poi terminano con una voragine dalla quale è difficile uscire», ha scritto Iris qualche giorno fa in una lettera consegnata a Clementino.
Nella finzione del racconto, per fortuna, l’immaginazione li aiuta a trovare la soluzione e tutte le storie hanno un lieto fine, sintomo o speranza che, quello che questi giovani stanno attraversando è solo un momento di transizione e che l’idea del sogno li aiuterà a guardare al futuro con gioia, felicità, forza, coraggio.
Resta comunque un gran lavoro per la commissione esaminatrice, presieduta dalla professoressa Maria Pia Manera, da sempre impegnata a indirizzare i partecipanti a scrivere testi ambientati nei luoghi d’origine e soprattutto ad approfondire la lettura. «L’obiettivo primario è dare ai ragazzi l’opportunità di riappropriarsi del momento creativo e di farlo lontano dalla tecnologia, facendo leva sulla loro innata creatività e sulla valorizzazione dei contesti d’appartenenza sia da un punto di vista geografico sia sociale», ha spiegato.
Per informazioni www.premiofabula.it