La rassegna letteraria Positano 2016 Mare, Sole e Cultura, presieduta da Aldo Grasso, quest’anno dedicata al tema «I volti di Dio. Religione e violenza sulle due rive del Mediterraneo», prosegue la XXIV edizione alla scoperta de “I volti della storia”.
Mercoledì 13 luglio (Covo dei Saraceni – ore 21.00) il vice direttore del TG1, Gennaro Sangiuliano, autore di “Putin” (Mondadori), Gianni Oliva, autore del volume “Gli ultimi giorni della Monarchia” (Mondadori), e il direttore de “Il Sole 24 Ore”, Roberto Napoletano, analizzeranno i volti enigmatici e complessi degli uomini che hanno cambiato il corso della Storia.
Chi è davvero Vladimir Putin? Un coraggioso protagonista del nostro tempo, capace di condizionare la politica internazionale, oppure l’ex colonnello del KGB non troppo avvezzo alla democrazia? Insomma, un «nuovo zar»? Per rispondere a questi e altri interrogativi, Gennaro Sangiuliano ripercorrerà le tappe più significative della straordinaria avventura umana e politica del presidente della Federazione Russa, «l’uomo più potente del mondo» secondo la rivista «Forbes».
Giugno 1946: la Monarchia muore nell’ombra, tra l’amarezza di un esilio senza appello e le proteste per una sconfitta contestata; ma la Repubblica nasce oscura e in silenzio, con le piazze vietate e senza le nuove bandiere ai balconi. Che cosa è accaduto nell’Italia del referendum? Gianni Oliva traccerà il percorso che ha visto la vittoria della democrazia. Da Umberto II, che ha anteposto gli interessi dell’Italia a quelli della Monarchia, offrendo la chiave di volta ad uno dei momenti più drammatici della storia del nostro Paese, a Putin, dipinto come nuovo Zar, capace di condizionare la politica internazionale e ridare dignità al popolo russo.
A chiudere la rassegna venerdì 15 luglio (Terrazza Hotel Le Agavi – ore 21.00) Giulio Tremonti autore di “Mundus Furiosus. Verso la fine della lunga incertezza” (Mondadori), che insieme a Domenico De Masi, autore di “Una semplice rivoluzione” (Rizzoli) e al direttore dell’Espresso Luigi Vicinanza, delineerà il percorso che l’Europa deve intraprendere per uscire dalla crisi che l’ha messa in ginocchio. Il Mundus furiosus è la definizione dell’Europa dopo la scoperta delle Americhe; ma Mundus furiosus è anche l’Europa d’oggi: sempre più grande ma sempre più vuota, confinata ai margini della grande storia. Venti anni fa era un altro mondo: non c’era internet, il potere mondiale era nelle mani del G7, i computer stavano sulle scrivania, al servizio dell’uomo, non gli avevano ancora rubato il posto di lavoro. Spirava, nelle stanze delle segreterie europee, una nota di speranza, anzi, un eccesso di speranza, una speranza purtroppo senza prudenza.