Polla, da Lega e M5S no a chiusura punto nascita

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Il punto nascita di Polla va tenuto aperto”. A farsi promotore della battaglia per difendere un’eccellenza del Vallo di Diano è Aurelio Tommasetti, consigliere regionale della Campania della Lega.

La vicenda è quella dell’Unità Operativa Complessa di Ginecologia e Ostetricia presso l’ospedale Curto di Polla, su cui i sindaci del Diano hanno inviato una lettera al presidente della Campania Vincenzo De Luca, sostenendo le ragioni della richiesta al governo dell’apertura in deroga.

Le valutazioni non devono tener conto solo della soglia minima di parti annui, specie in una fase di forte denatalità, ma anche della specificità di un servizio e della sua importanza su un territorio dove la sanità è stata progressivamente smantellata – afferma Tommasetti – I dati indicano che il punto nascita di Polla è in costante crescita negli ultimi 10 anni, in controtendenza rispetto ad altri presidi, con circa 400 parti all’anno, e addirittura nei primi mesi del 2025 registra una media che lo terrebbe a ridosso delle cifre indicate dal Decreto Balduzzi (500 all’anno). Inoltre il tasso di cesarei è ben al di sotto del 25%, in linea con le direttive nazionali, non si registrano decessi o problemi con i nuovi nati e il contenzioso è praticamente azzerato. Tutto ciò nonostante la carenza di personale pediatrico e la spada di Damocle della chiusura che da anni pende sul Curto e allontana potenziali pazienti”.

Ma Tommasetti aggiunge che il discorso “prescinde dai numeri. Chiudere l’unità di Ginecologia e Ostetricia provocherebbe un danno incalcolabile: pensiamo solo alla migrazione sanitaria passiva che si realizzerebbe verso la Basilicata o alla quota di migrazione attiva che attualmente arriva dalla stessa regione e scomparirebbe. C’è inoltre il rischio che pazienti in stato di gravidanza debbano ripiegare nel pieno della gestazione su Lagonegro o Potenza”.

Il consigliere regionale chiosa sulle preoccupazioni degli amministratori: “Metà dei comuni del bacino afferente all’ospedale di Polla, in caso di soppressione, disterebbero oltre un’ora dal punto nascita più vicino. Se aggiungiamo la fatiscenza della rete stradale, il traffico estivo e le condizioni meteo avverse d’inverno, il tempo di percorrenza aumenta ulteriormente. La Regione Campania non può restare sorda al grido d’allarme che arriva dai territori. Il punto nascita di Polla deve essere salvaguardato senza se e senza ma”.

“La chiusura dei punti nascita di Polla e Sapri rappresenta un attacco diretto alla sanità pubblica e un grave pericolo per la sicurezza delle donne e dei neonati nelle aree interne del nostro Paese. Costringere le partorienti a percorrere chilometri su strade tortuose e insicure per poter ricevere assistenza è inaccettabile. Il criterio numerico che impone un minimo di parti annui per il mantenimento di un punto nascita non può essere applicato indiscriminatamente a territori come il Vallo di Diano e il Golfo di Policastro, che già affrontano gravi carenze infrastrutturali e logistiche. Qui, la chiusura di questi reparti non solo mette in pericolo la salute delle donne, ma aggrava lo spopolamento e l’isolamento di intere comunità. L’articolo 32 della Costituzione garantisce a tutti i cittadini il diritto a un’adeguata assistenza sanitaria, compresa quella al parto. Per questo, la riorganizzazione del servizio sanitario regionale non può basarsi esclusivamente su meri numeri, ma deve tenere conto dell’indice di natalità e delle reali necessità dei territori. Siamo vicini ai cittadini in questa battaglia e, personalmente, farò tutto ciò che è in mio potere per difendere questi servizi essenziali e tutelare, a ogni costo, un servizio sanitario nazionale pubblico, equo e accessibile per tutti”. A dirlo è l’assessora all’istruzione del Comune di Vallo della Lucania Iolanda Molinaro