Cosa cambia con la nuova iniziativa in tema di pneumatici fuori uso
Per riuscire a superare l’emergenza ambientale presente sul territorio a causa dell’enorme quantità di pneumatici fuori uso, la Direzione Generale sull’economia circolare del MATTM ha stabilito una serie di nuove norme per l’anno 2021. Nello specifico ha predisposto che tutte le forme associate e i sistemi individuali con immesso superiore a 200 tonnellate l’anno si adoperino per intervenire sulla gestione di tutti gli PFU fermi nei negozi di pneumatici distribuiti sull’intero territorio nazionale.
Per questo le organizzazioni dovranno predisporre la raccolta incrementata del 15% rispetto alle quote fissate precedentemente dal DM 182/19.
Ad oggi così la quantità dei PFU da amministrare da parte dei vari sistemi individuali è pari al 110%.
L’obiettivo della nuova normativa in tema PFU
L’obiettivo della nuova iniziativa riguardante gli pneumatici fuori uso, è sostanzialmente quello di assicurare che la raccolta venga eseguita in modo completamente omogeneo sull’intero territorio nazionale, senza che vi siano interruzioni causate dal raggiungimento della quota fissata dalla normativa precedentemente vigente.
Non viene esclusa la possibilità che l’incremento possa raggiungere anche il 20% nel caso in cui ce ne sia effettivamente bisogno.
La modifica della legislazione si è resa necessaria dopo le numerose segnalazioni derivanti non soltanto dalle associazioni che si occupano di smaltimento ma anche dagli stessi gommisti. Quest’ultimi in particolar modo hanno evidenziato i reali problemi che si vengono a creare durante l’accettazione delle richieste di ritiro. In alcuni casi il rifiuto della presa in carico dei PFU è stato giustificato con il raggiungimento degli obiettivi imposti dalle norme vigenti mentre in altri casi, violando il principio di trasparenza e correttezza, le associazioni hanno rifiutato i ritiri di PFU che non riguardavano acquisti svolti presso le stesse associazioni o sistemi individuali. Per questo la nuova normativa prevede che non siano più i gommisti a dover ritirare l’ecocontributo, onere affidato ai responsabili della vendita.
I motivi per i quali si è provveduto ad emanare un nuova normativa su PFU
Nel determinare la copertura relativa ai costi di gestione delle molteplici attività legate allo smaltimento degli pneumatici esauriti, le parti interessate hanno comunicato al MATTM la necessità di un incremento del contributo per l’anno in corso.
Stando a quando riportato dal rapporto “L’Italia del Riciclo”, realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e da Fise Unire, è necessario rivedere i valori relativi al contributo per lo smaltimento dei PFU non essendo, quello preesitente, sufficiente a gestire le enormi quantità di gomme esauste presenti attualmente sul territorio.
Analizzando l’attività di raccolta, ogni anno si registra una grande differenza tra la presenza degli pneumatici fuori uso e la quantità contabilizzata di PFU, ovvero il numero di pneumatici per cui si è provveduto a corrispondere un contributo ambientale utile per coprire i costi di gestione.
Appare chiaro quindi che non vi siano le coperture finanziarie adeguate per poter gestire nel modo migliore e con continuità le incenti richieste di questo servizio.
Nel 2020 così nell’articolo 4 della legge numero 40 si è cercato di riequilibrare il settore e di aiutare per quanto possibile tutte quelle categorie produttive fortemente colpite dalla pandemia prodotta da Covid-19.
Il provvedimento in questione però sembra aver aggravato la situazione già difficile, causando un accumulo di pneumatici fuori uso presso i gommisti.
Come verranno raccolti i fondi
Il pagamento degli pneumatici fuori uso avviene da parte dell’automobilista nel momento in cui vengono acquistati dei nuovi pneumatici e il venditore provvede a certificare il versamento tramite apposite ricevuta.
Nel momento in cui occorrerà cambiare le gomme acquistate, bisognerà mostrare la fattura o la ricevuta d’acquisto. In questo modo il centro di montaggio non potrà rifiutarsi di prendere in carico gli pneumatici ormai non più utilizzabili.
Allo stesso modo è necessario però prestare molta attenzione durante l’acquisto: nella fattura deve essere presente il contributo verso i PFU. In questa direzione operano anche i differerenti negozi online di vendita di pneumatici, come ad esempio Web Pneumatici, che riportano chiaramente l’Eco contributo PFU come voce separata e ben identificabile nel carrello di compra.
Nonostante questo potrebbe capitare che il gommista non abbia sufficiente spazio a sua disposizione per tenere gli pneumatici in attesa che si proceda con il loro ritiro. In questo caso è possibile portare le gomme presso l’isola ecologica più vicina; il conferimento è completamente gratuito e non prevede costi aggiuntivi.
Come smaltire correttamente gli pneumatici fuori uso
Sia che gli pneumatici vengano raccolti dai gommisti che dai consorzi nelle isole ecologiche, le gomme iniziano il loro percorso verso lo smaltimento.
Questo processo permetterà alle gomme di poter essere riutilizzate anche sotto molteplici forme oppure di venire convertite in energia presso degli impianti specifici.
Lo pneumatico destinato ad un nuovo utilizzo subirà una divisione dei suoi componenti. Nello specifico la gomma verrà separata dal resto delle parti tessili o metalliche e tale lavoro viene interamente svolto dai consorzi appositi.
Proprio per questa serie di ragioni è importante disporre di un contributo per gli pneumatici fuori uso e affidare gli stessi una volta terminato il loro ciclo di vita ai gommisti. Le gomme non vanno infatti mai abbondante nelle discariche insieme al resto dell’immondizia: oltre che provcare un grave danno ambientale, l’abbandono degli pneumatici in modo incontrollato è un reato passibile di sanzione.
I prodotti che si possono ricavare degli pneumatici sono molteplici e numerosi sono anche gli utilizzi a cui possono venire destinati come la creazione di un asfalto tecnologico e pannelli insonorizzanti. Senza ombra di dubbio il problema dello smaltimento degli pneumatici fuori uso è un tema attuale e, senza una costante opera di controllo e l’impegno di tutte le parti in causa, può essere fonte di importanti danni ambientali.