Plauto e Pirandello nel weekend del Teatro La Ribalta.

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sssSabato, 7 Maggio, alle ore 21 la compagnia “La Ribalta” ripropone “I Duije Menecmi”, una commedia degli equivoci, che fa leva sui paradossi, su battute a volte volgari ma che sanno sempre strappare il riso tra caricature e personaggi macchiettistici.
I protagonisti sono due gemelli: Menecmo e Menecmo (i due hanno lo stesso nome!). il primo è uno stimato avvocato napoletano che con la complicità del suo compagno-schiavo liberato Spazzola, ama tradire la propria moglie Dorippide, sostenuta nel suo dolore dalla devota schiava, con l’avvenente Erozia, una meritrice che ha a suo seguito Fisicle e Cilindro, un cuoco dalla “spiccata” personalità.
L’altro Menecmo invece è più rozzo, meno educato, giunto con il suo servo Messenio alla ricerca della sua famiglia per una vita più agiata.
La versione della Mustaro pone l’attenzione sul ruolo dei servi e dei padroni, sottolineando il rovesciamento dei ruoli tradizionali. I servi sono “artefici della sorte dei padroni”: Spazzola rivela a Dorippide gli inganni d’amore di Menecmo, Messenio è un buon consigliere e ricorda al padrone rozzo, con grande saggezza, di non lasciarsi ingannare dalle donne.
Un finale completamente riadattato e modificato rispetto all’idea originaria, è lasciato appunto alla parola dei due servi che riconosceranno il proprio padrone dal diverso modo con il quale i due si rivolgono ai propri servi.
Nella commedia plautina infatti il servo assume un ruolo strutturale, diviene l’eroe che prepara l’inganno, mentre il padrone è ridotto al ruolo di aiutante della beffa. Uno stravolgimento sociale che denota una sottile e ironica morale.
Per info e Prenotazioni: 089.2961812 – 329.2167636

805A completare questo intenso weekend per il teatro LA RIBALTA ci sarà la compagnia padrona di casa. Difatti, Domenica (8 Maggio) sarà in scena “Solo allora ci si trova”, un omaggio teatrale che la regista Valentina Mustaro ha voluto dedicare alla scrittura e al pensiero Pirandelliano.

L’opera partirà dal dilemma esistenziale della protagonista della storia, Donata Genzi, attrice all’apice della sua carriera e in balia di quella solitudine con la quale spesso l’artista è costretto a doversi misurare. Lo spettacolo intende “giocare” con la contrapposizione realtà/finzione sulla quale è costruito il testo pirandelliano.

Sin dall’inizio lo spettatore sarà trascinato nell’insicurezza del riuscire a distinguere nettamente  la “vita reale” della protagonista dalla sua memoria espressa nella “vita scenica”.

Donata soffre la mancanza di una vita sociale, il lavoro di attrice la fa sentire prigioniera dei suoi personaggi e le impedisce di riconoscere la sua vera identità troppo spesso frammentata in quei personaggi che interpreta. La società, del resto, la giudica e la considera solo nella sua figura di personaggio e di attrice ma non in quella di donna.

Tra le innovazioni registiche vi segnaliamo le continue proiezioni che si alterneranno costantemente durante lo spettacolo, raffiguranti  scene dello stesso testo che daranno un’ulteriore frammentazione della realtà.

Lo spettatore, dunque,  sarà così sollecitato a domandarsi continuamente che cosa si “rappresenti” e che cosa si faccia “realmente” sulla scena. In questo modo la regia intende lasciare aperto il discorso della “rappresentazione nella rappresentazione” e della introspezione di Donata, che in realtà, nel suo percorso di ricerca di se stessa, non farà altro che rappresentarsi e guardarsi dall’esterno, anche quando copre gli specchi per non vedersi, mantiene chiara l’immagine che vuole dare di se dimenticandosi di vivere quella tanto agognata “vita reale”.


8 MAGGIO- ore 19 

Via Salvatore Calenda,98
per info e prenotazioni: 329 2167636/ 089 2961812