Dopo un’intensa estate che l’ha portato in numerose rassegne e festival, si è rimesso in moto il Planetario Tour di Peppe Voltarelli con il suo ultimo, fortunato, disco che non solo ha vinto la Targa Tenco come miglior album d’interprete ma è stato anche l’album più votato in assoluto in tutte le categorie da parte della più ampia giuria di critici, giornalisti e opinionisti, qual è quella del Premio Tenco: un riconoscimento più che lusinghiero per il cd-book, edito da Squilibri, che si configura come un’immersione nella grande canzone d’autore, da Jacques Brel a Bob Dylan, da Leo Ferré a Vysotskij, con emozionanti duetti con altri giganti del dire in musica da Joan Manuel Serrat ad Adriana Varela, da Silvio Rodríguez ad Amancio Prada, tutti dislocati nei sud di altri mondi. Un progetto ambizioso ma ritagliato su misura delle esperienze di arte e di vita del cantautore calabrese che, nomade per vocazione e irrequieto per temperamento, spostandosi di continuo da un continente all’altro, è diventato una sorta di ambasciatore della canzone d’autore nel mondo con numerose tournées all’estero, dall’America Latina al Canada, innumerevoli partecipazioni a festival internazionali e molteplici collaborazioni avviate nei luoghi in cui si è ritrovato, dalla Spagna a New York.
“Planetario è una mappa sentimentale di incontri e grandi amicizie raccontate da canzoni senza tempo” –ha dichiarato il cantautore calabrese-. “Mi ha offerto l’opportunità di condividere tutti i miei viaggi attraverso canzoni fuori dalle mappe seriali, lontano da strade troppo affollate che non hanno più nulla da rivelare allo sguardo e ancora meno al cuore. Con queste canzoni riassumo anni di incontri umani e artistici ma Planetario è molto di più: è un coraggioso manifesto di una libertà espressiva che va oltre confini e frontiere, appartenenze e malintese identità”.
In questa sorta di mappa sentimentale e artistica non poteva dunque mancare Napoli, città alla quale Voltarelli è particolarmente legato avendoci anche vissuto a lungo. Napoli è presente anche nelle bellissime immagini che corredano il disco, opera dell’artista partenopea Anna Corcione, e Napoli ritorna con grande forza di suggestione in uno dei brani più belli dell’album, Millenovecentoquarantasette, grazie alla trasposizione al capoluogo campano di quanto Joaquin Sabina cantava della Madrid del dopoguerra in De purisima y oro nella traduzione in italiano ad opera di Sergio Secondiano Sacchi, produttore artistico del disco, ambientata ai tempi in cui “Pall Mall King size, gessato e brillantina/ in Lambretta scorazzano i gagà/ da Scaturchio gli studenti la mattina/la lezione se la fanno con i babà”
Era dunque più che naturale che Planetario ritornasse ancora in Campania dove è atteso da un duplice appuntamento: l’11 marzo, a Napoli, all’Auditorium del Novecento, e il 12 marzo, a Cava de’ Tirreni, al Club XXXV Live, inizio dei due concerti ore 21.
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