“Penso che sia necessario educare le nuove generazioni al valore della sconfitta”. Questa dichiarazione di Pier Paolo Pasolini ha stimolato, nei professori Angelo Fàvaro ed Eleonora Rimolo, alcune domande: Siamo davvero capaci di educarci alla sconfitta? Di stare dalla parte dei perdenti? Da che parte stiamo, se riusciamo a mantenere salda una posizione? Partendo da queste domande i due professori hanno costruito un progetto editoriale dal quale ha preso forma il libro intitolato “ Pier Paolo Pasolini: 6 domande a giovani poeti”: un’inchiesta, una ricognizione sul rapporto fra la giovane poesia italiana, rappresentata da 18 poeti del nord, del centro e del sud della penisola, nati fra il 1984 e il 2001, e il pensiero, la produzione artistica e letteraria, la poesia di Pier Paolo Pasolini, a cento anni dalla nascita. Il pregevole volume è stato presentato presso lo storico oratorio dell’Arciconfraternita di Vietri Sul Mare, in occasione del centenario della nascita di Pasolini, nell’ambito degli “Incontri Culturali” organizzati dai direttori artistici dell’associazione “La Congrega Letteraria”: Antonio Gazia e Alfonso Vincenzo Mauro, in collaborazione con il Comune e la Proloco di Vietri Sul Mare. “In una realtà dominata, oggi come negli anni ’70, dalla prevaricazione e della nevrosi del successo a tutti i costi, una riflessione sulla militanza poetica è d’obbligo: Pasolini è stato per certi versi un profeta, per altri una voce incastonata nel suo tempo, ma non possiamo non ammettere che questa “antropologia del vincente” ci appartiene adesso più che mai, e che permea non soltanto la vita quotidiana ma anche la cultura, svenduta e spesso vilipesa in nome del Potere” ha spiegato la professoressa Rimolo che ha scelto, insieme al professor Favaro, di pubblicare questo volume all’interno della collana Aeclanum, che dirige per la “Delta 3” di Silvio Sallicandro . “Una collana che si occupa della pubblicazione di opere poetiche italiane e non solo che hanno un afflato civile. Il libro nasce dalla consapevolezza condivisa da me e dal professor Favaro del valore dell’eredità del Pasolini poeta, che tanto può e deve insegnare ai giovani adulti che si affacciano alla scrittura poetica” ha chiarito la poetessa Eleonora Rimolo, Assegnista di Ricerca in Letteratura Italiana presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Salerno, che ha anche recitato la sua poesia racchiusa nel libro. Il professor Angelo Favaro, Incaricato di Letteratura italiana, presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, che fa anche parte del “Comitato Nazionale Pasolini 100”, istituito dal Ministero dei Beni Culturali, ha fatto un excursus sulla vita di Pasolini, sulle vicende biografiche, sull’amicizia con gli altri intellettuali dell’epoca e fatto il punto su cosa è stata la poesia per Pasolini e su come i giovani poeti contemporanei siano stati influenzati dalla poesia di Pasolini. “Pasolini è un uomo gentile, ma un poeta tormentato, ombroso, tenacemente e audacemente contro, e per questo dava e continua a dare scandalo, ovvero era ed è, a suo modo, un sapiente, che si esprimeva come tale, e dunque veniva frainteso. Per comprendere ciò che scrive Pasolini, per il quale tutto è poesia , è necessario comprendere anche l’uomo: Pasolini è un uomo che ama suscitare stupore, polemiche, andare contro: molte delle sue parole sono provocazioni”. Il professor Favaro ha ideato e curato il libro nel quale si sono poste 6 domande su Pasolini a diciotto giovani poeti italiani:” Questo volume raccoglie gli esiti di un esperimento critico letterario e di intersezione-compromissione fra la scrittura poetica e la lettura-fruizione della poesia di un altro poeta. Nessuno di questi giovani sente di dover essere poeta, o di poterlo essere, ma ognuno vive e agisce poeticamente”. Questi i nomi dei poeti che, in ordine di “apparizione”, hanno scritto nel volume: Mattia Tarantino (2001), Riccardo Delfino (2000), Riccardo Canaletti (1998), Gianluca Michelli (1997), Daniele Sannipoli (1997), Mariapia Crisafulli (1996), Antonio Francesco Perozzi (1994), Rudy Toffanetti (1994), Giorgio Ghiotti (1994), Michele Bordoni (1993), Sacha Piersanti (1993), Sonia Ziccardi (1993), Federica Gullotta (1991), Antonio Perrone (1991), Eleonora Rimolo (1991), Simone Burratti (1990), Claudia Di Palma (1985), Mara Sabia (1983).” Tutti sono riusciti a cogliere l’essenza del poetico pasoliniano senza rimanere incagliati nell’ideologia di Pasolini. Buona parte di loro ha incontrato, scoperto, Pasolini attraverso il cinema, attraverso la visone dei suoi film che, seppur non perfetti e belli, sono il vero monumento poetico di Pasolini ” ha spiegato il professore che ha anche scritto un saggio sul romanzo “Petrolio”:” In questo ultimo capolavoro, a cui stava lavorando prima della sua morte, Pasolini pensava di fondere tutti i generi letterari e raccontare l’impossibilità di tornare indietro , ma anche l’incapacità di andare avanti, di un popolo smarrito , in balia di forze politiche incapaci di guardare avanti, di guardare oltre”. Il professor Favaro ha ringraziato i presenti, in particolar modo gli alunni dell’Istituto Della Corte – Vanvitelli di Cava De’ Tirreni, diretto dalla professoressa Franca Masi, accompagnati dalla professoressa Rosa Rocco:” Non è facile vedere delle sale gremite quando si parla di poesia o di letteratura: viviamo ormai in un epoca in cui la letteratura sembra materia residuale di cui si possa fare a meno”. Il poeta Mattia Tarantino di Caserta, ha raccontato come si è avvicinato alla poesia di Pasolini e recitato i versi della sua poesia ispirata dal poeta. (Foto di Edoardo Colace).
Aniello Palumbo